“Da ragazzo ho odiato la politica. Per me erano le lunghe attese a Santa Cecilia davanti a casa Conte. Aspettavo in macchina con mia madre mentre papà Angelo parlava con l’onorevole in casa sua. Tenevo duro perché in una ventina di minuti saremmo arrivati ad Albanella e qui avrei rivisto i nonni, gli zii e i cugini”. Angelo Maraio, il padre di Enzo, è un sindacalista ed uomo di partito. Infermiere, lavora a lungo all’ospedale di Polla dove sceglie di far nascere il figlio. Mamma salernitana e padre di Albanella, i poli della vita di Enzo sono questi. Il padre tratta con Conte e intrattiene un fitto rapporto politico ed umano con Ugo Intini, il più irriducibile tra i socialisti moderni. Lo confessano una sera del 25 aprile scorso. Intini si informerà sempre sul cursus politico di Angelo Maraio mentre quello di Intini è pubblico. Oggi Enzo Maraio è il nuovo segretario nazionale del Psi e non nasconde di aver dato una soddisfazione grande agli amici del padre. Tra i quali ci sarebbe stato di sicuro Bettino Craxi. È toccato al figlio Bobo complimentarsi subito, a risultato appena proclamato, con il figlio dell’infermiere socialista, al quale Antonio Lioi, militante di Eboli, affiderà idealmente la bandiera che ha seguito la centenaria storia dei socialisti di Eboli e che lui ha messo al sicuro. Le vicende di Tangentopoli l’avevano travolta, così come nel resto d’Italia. Poi l’onore è passato nelle mani di questo avvocato appena quarantenne. “In questo c’è anche del mio” – lo racconta Gennaro Mucciolo, che partendo da Castel San Lorenzo ha percorso tutti i gradini di una carriera prestigiosa che l’ha portato alla vicepresidenza del consiglio regionale ai tempi di Bassolino presidente. E a fianco di Mucciolo c’era sempre Angelo Maraio. “Abbiamo vissuto un rapporto politico nel partito socialista di Lombardi, Nenni, De Martino, Craxi… molto intenso. Per molti anni Angelo Maraio è stato capo della mia segreteria politica in regione Campania”. Mucciolo rivendica oggi la scoperta di Enzo, il giovane. “Oltre tredici anni addietro, fu indicato da me all’allora sindaco di Salerno Vincenzo De Luca quale assessore al comune capoluogo in quota socialista. Il che causò resistenze e fibrillazioni nel partito a livello locale, mentre il livello nazionale fu decisamente contrario. “Memorabile resta sull’argomento – racconta Mucciolo – lo scontro tra me e Boselli in direzione. L’incarico di assessore Enzo lo mantenne anche nell’amministrazione successiva. Nel 2010, in occasione delle elezioni regionali, si consumò tra me e la famiglia Maraio una rottura con ferite non lievi” Mucciolo vira con eleganza sui termini del contenere. Nel piccolo gruppo socialista salernitano l’essere “il predestinato” da parte del giovane Maraio ingelosisce altri giovani rampanti e brillanti che comunque escono dalle case – scuola d’alta politica di Gennaro Mucciolo e anche di Carmelo Conte. “Ma in politica cose del genere sono di normale amministrazione”, racconta Mucciolo che rende noto come è da oltre tre anni che non rinnova la tessera del Psi. Sono un socialista come tantissimi, senza partito. La mette in politica: “Le politiche di Nencini sul lavoro, la scuola, le politiche sociali, la riforma costituzionale… appiattite su Renzi e poi soprattutto il convincimento maturato che nell’attuale contesto economico, sociale e politico non vi sia spazio per la costruzione di una forza socialista autonoma strutturata sulla cultura e sui valori storici del socialismo riformista italiano. E comunque non mi dispiacerebbe che i fatti mi smentissero. E però penso che i socialisti dispersi in mille rivoli possano impegnarsi e ritrovarsi nella costruzione di una forza politica di sinistra che inglobi il riformismo socialista, il riformismo del cattolicesimo sociale, il riformismo laico dei diritti civili, oggi fortemente messi in discussione. Ma al di là di quello che penso e della strada da percorrere, in questo momento avverto il bisogno più che il dovere di formulare a Enzo Maraio gli auguri migliori di buon lavoro”. E quasi, commuovendosi, fa capire di aspettarsi che il pupillo, il figlio del suo antico collaboratore gli offra una tessera ad honorem. Magari con una cerimonia ad Albanella, il paese dove una sezione socialista come quelle di una volta c’è ed opera. E sono fieri della loro ultima campagna contro le slot machine. E il nerbo della lista che tra due mesi tenterà di sconfiggere il sindaco Iosca non si andrà a formare intorno a un Pd qui inesistente ma intorno alla bandiera socialista della sezione che Angelo ed Enzo Maraio non hanno mai ammainato. Curiosità albanellese: il socialista più grande era Paolo Iosca, il padre del sindaco Renato.
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