Non è un bollettino di guerra! Ma i numeri dei morti e feriti vanno ben oltre quelli di molti conflitti armati in corso nel mondo in questo momento … mentre chi si sposta a piedi è “vittima sacrificabile”
Nel 2022 sono 3.159 i morti in incidenti stradali in Italia, 223.475 i feriti (+9,2%) e 165.889 gli incidenti stradali. Il numero di vittime è invece pressoché stabile rispetto agli anni precedenti: i morti entro le 24 ore dagli incidenti sono 2.651, mentre si contano 508 deceduti dal secondo al trentesimo giorno dall’evento.
La provincia di Salerno non fa eccezione e il numero di morti e feriti è in linea con i dati regionali e nazionali. Sindaci e comunità sono sempre in prima fila durante i funerali per commemorare i “caduti” sulle strade; le comunità si stringono intorno ai congiunti in lacrime e non fanno mancare l’applauso liberatorio quando le bare escono sul sacrato delle chiese; parenti e amici erigono “altarini” sul ciglio delle strade nei punti dove si è verificato l’incidente … il giorno dopo, però, si continuerà a “correre” per le strade senza badare a cartelli e a divieti con la “certezza” che statisticamente difficilmente potrà accadere a se stessi quello che 3.159 volte è già accaduto in un solo anno ad altri.
Si tratta di una vera e propria strage che passa inosservata, ma che tocca tutti gli strati sociali della popolazione. Lo stato, le regioni, le province i comuni responsabili di strade ed autostrade italiane, fatto salvi i giorni successivi e immediatamente a ridosso degli eventi ne prendono atto, allungano la lista degli interventi per rendere le strade più sicure ma ancora molto poco fanno per educare, controllare e sanzionare quelli che provocano e, molto spesso, sono anche vittime delle loro condotte imprevidenti.
La guida troppo veloce è il comportamento più sanzionato, rappresenta infatti il 38,7% del totale. Diminuiscono le sanzioni per mancato uso delle cinture di sicurezza, dei sistemi di ritenuta per bambini e per mancato uso del casco. Rimane elevato il numero di sanzioni per uso improprio di dispositivi in auto e aumentano le sanzioni per guida sotto effetto di alcool e droghe.
C’è anche da dire che a fronte di ogni decesso per incidente stradale che ne sono almeno altri 30 che vengono scongiurati per pura fortuna o per manovre azzardate compiute all’ultimo momento utile dai conducenti.
Questi i pensieri che mi accompagnano mentre sto praticando il mio allenamento, domenica 17 dicembre 2023, correndo su alcune strade secondarie della nostra provincia situate nei comuni di Eboli, Altavilla Silentina, Albanella, Capaccio Paestum e Roccadaspide. Si tratta di strade dove il limite di velocità è di 50 Km orari, ma la media oraria dei veicoli che “scorrono” nelle due direzioni è ampiamente al di sopra di quella consentita, perfino il doppio!
Ed eccomi sulla “strada” … Parto dalla rotonda dove si incrociano la SP 30 A, nel comune di Eboli, e la SP 317° che porta a Cerrelli nel comune di Altavilla passando per Persano. Mi fermo a fotografare le anse che il fiume Sele disegna sotto la terra tra due fiumi: il Sele e il Calore, hanno fatto la storia di questi luoghi fin dai tempi dei Greci che a Borgo Carillia vi costruirono un porto!
Poi la dinastia Borbonica vi impiantò un centro di allevamento che forniva i cavalli di razza “persana” all’esercito; nel secolo scorso, l’esercito ha soppiantato cavalli e cavalieri trasformando le due residenze reali in caserme per carristi e bersaglieri che ancora sono di stanza.
Alla rotatoria situata all’ingresso della zona militare, svolto a destra per seguire la SP 334 che taglia verticalmente il verde della grande pianura che scivola fino all’incrocio dei due fiumi. Questa strada è frequentata soprattutto da mezzi agricoli che, per loro natura, restano ampiamente sotto i 50 Km orari di velocità. Superato il ponte sul Calore, entro nel comune di Albanella; mi inerpico fino all’incrocio con la SP 11 A che risale la Valle fino a Serra di Roccadaspide. L’attraverso ed entro in via Fravita per raggiungere al SP 316 A, un’arteria che svolge il ruolo di strada alternativa alla SS 18 per chi vuole imboccare l’autostrada del Mediterraneo ad Eboli nelle giornate di traffico intenso.
Quando i veicoli che vi transitano sono pochi, allora è il momento in cui bisogna evitare di distrarsi a guardare la natura o a curiosare nei giardini delle belle case situate a destra del mio senso di marcia. Né è consentito rincorrere le curve della collina della Madonna del Granato, del monte Soprano, di quello Sottano, l’orizzonte disegnato dai monti Lattari che dominano la Costiera Amalfitana, le cime innevate dei Picentini e degli Alburni, le pale eoliche sulla collina di Scigliati … tutto deve “attendere” momenti migliori.
Chi è al volante non si rende nemmeno conto che su quella strada si può viaggiare al massimo alla velocità di 50 Km orari! Ogni 10 Km orari in più vengono percepiti 3 volte tanto da chi si sposta a piedi in senso contrario. Se poi, c’è qualcuno che ha più fretta di un altro nella stessa direzione del “viandante”, allora, sentirsi sfiorare da un bolide in fase di sorpasso su una carreggiata stretta e, per giunta, con l’asfalto rovinato proprio dove questi cammina o corre, è come essere colti di sorpresa al “buio”.
Eppure, oggi ci sono i mezzi tecnologici per controllare la “furia” di chi corre perché non ha mai imparato a “camminare”! Sono migliaia i Km di strade urbane e suburbane dove il limite di velocità è posto a 30, 50 o 70 Km orari. Sono i rilevatori della velocità media da un tratto (più o meno lungo) all’altro. Hanno un loro costo di installazione iniziale, ma verrebbe ampiamente ripagato in vite umane salvate, prima di tutto, ma anche in termini economici con gli introiti delle multe rilevate in modo sistematico.
A nulla servono i controlli volanti che pure si intravedono sulla SS 18 o sulla SS 166 … prima perché sono gli stessi automobilisti che ne segnalano la presenza provocando frenate improvvise per adeguarsi ad una velocità ampiamente inferiore a quella che si tiene di “abitualmente”: non è raro che siano causa di tamponamenti a catena.
La politica miope di chi non ha il “coraggio” di disturbare l’automobilista al volante è due volte “delittuosa” perché ci si copre gli occhi di fronte ad una plateale mancanza di rispetto del codice e ci si rende responsabili dei danni, molto spesso irreversibili, che subiscono i pedoni e gli stessi conducenti e passeggeri delle auto che provocano o che sono vittime degli incidenti.