Un libro che custodisce la conoscenza delle origini, la storia e l’identità delle terre del Cilento. Recuperando usi, costumi e tradizioni locali… la ‘Piccola Storia’ è utile e interessante supporto alla ‘Grande Storia’.
A cura di Ezio Martuscelli e Paolino Vitolo, volume edito dall’Associazione “Progetto Centola”
“Nel volume trovano posto testi che riportano vicende fedeli a fatti effettivamente avvenuti e personaggi realmente esisititi. Sono presenti inoltre testi romanzati, nel cui ambito avvenimenti accaduti sono rivisitati attraverso una rielaborazione fantasiosa e originale, oppure racconti storici (storie di fantasia inserite in una cornice storico-cilentana) – scrive nell’introduzione Ezio Martuscelli – Tra gli scritti sono inclusi anche leggende popolari che si tramandano oralmente e che appartengono ad un lontano passato”.
Sono appassionanti e profonde le storie narrate in questo libro scritto da una pluralità di voci: un libro che custodisce la conoscenza delle origini, la storia e l’identità delle terre del Cilento. Recuperando e trasferendo usi, costumi e tradizioni locali, il volume mostra come la ‘Piccola Storia’ sia utile e interessante supporto alla ‘Grande Storia’. Maria Luisa Amendola parla della ‘Pietra del conte Guido’; e con “Angelina e San Nicola”, attraverso la vicenda di una giovane sposa di Palinuro che negli anni ’20 vede il marito emigrare, racconta con commovente amarezza la storia di tante giovani spose abbandonate da uomini che in America si rifecero una nuova vita. Col suo colto intervento, Brigida Bello compie un’ interessante indagine sul concetto e sulla funzione delle ‘biblioteche’. Antonio Ciccarino scrive di vicende storiche importanti legate al brigantaggio, della peste del 1656 a Centola e… di un ragazzo del ’99. Sabatino Echer scrive del viadotto sul fiume Mingardo, della signora Eva, la ‘castellana’ di San Severino di cui i giornali parlarono, e di un miracolo risalente al 2008. Rosanna Gentile parla di fieri briganti, della ‘guerra di Cola’, ripercorrendo le vicende dell’affascinante e avventurosa vita di un uomo dai grandi ideali rivoluzionari. Vincenzo Lamanna scrive un interessante racconto mitologico in cui attraverso l’amore di Achille per Centola esalta la bellezza sconvolgente di una terra antica. Andrea Luise con ‘Una preghiera strana’ delinea la presenza forte e concretavdella religione, fin dalla tenera età; con ‘Una ricerca cilentana’, attraverso la figura del nonno esplora le radici; e intreccia una storia di mare e di pecore su quelle che a Oalinuto negli anni ’50 chiamavano ‘la piana dei cardellini’. Giuseppe Lupo scrive di don Achille e della statua di Sant’Apollonio, protettore di Centola; e un raccapricciante ‘fatto di cronaca’ risalente al 1864 che stravolse la serenità di un paese. Ezio Martuscelli scrive della visita a Palinuro che nel 1943 fece il grande archeologo Amedeo Maiuri, il quale descrisse paesaggio, costumi, storia, e ilmportamento elegante e fiero delle donne di Palinuro; delinea con approfondite indagini storiche la Palinuro del XVI secolo, e come nel XX secolo si traformò in quella ‘contemporanea’. Raffaele Riccio riporta un episodio riferitogli dal padre nel suo contributo ‘Fùtani, fùtani’; e testimonia come si viveva nel suo paese la sera del 1° novembre, alla vigilia del Giorno dei Morti. Francesco Russo con ‘Cera una volta l’Acqua della Frecaglia’ scrive di un’affascinante vita andata fatta di riti; ne ‘Quelli dell’Antea’scrive di mare, e dei magici anni ’60 in barca, sull’Antea. Filomena Stanziola descrive unondei cammini più cari ai cilentani, il Pellegrinaggio al Sacro Monte, ed è attenta testimone dei risvolti sociali e religiosi di uno fra gli eventi più significativi per la comunità cilentana. Paolino Vitolo scrive una colta e ricercata fiaba mitologica su Palinuro, che con la sua Iole volle restare per sempre sulla terra che da lui prese il nome.