Non sono trascorsi neanche due anni e già quei filmati, che avevano ripreso il gioco libero di alcuni delfini nell’ansa di costa amalfitana, sono diventati un prezioso documento di archivio, anzi, visto che sembra passato molto più tempo, son diventati quasi una favola raccontata da una nonna ai propri nipotini. Come si faceva una volta, quando non vi era la televisione, il tablet e altre “diaboliche” modernità a distrarre i bambini nelle sere d’inverno raccolti intorno al braciere messo nell’angolo più caldo della stanza, con la coperta sulle gambe e poggiata su quell’aggeggio di listelli di castagno dove si asciugavano anche i panni minuti: non a caso si chiamava “ ‘u sciuttapanne”.
Un tempo andato, che, però, durante i lunghi mesi della pandemia trascorsi obbligatoriamente nel chiuso delle proprie abitazioni, sembra essere, per qualche verso, ritornato a far compagnia a molti piccoli, se non altro per distrarli da quel mostro silenzioso, invisibile, ma presente che è stato chiamato Covid, ma che Viviana Bottone ha chiamato “New” nel suo piacevole volumetto di favole per bambini, raccontate e raccolte proprio durante quei mesi di forzata clausura.
Dice: «Ricordo che, quando ero piccola, mio padre Alfonso portava a casa dei libri che leggeva a me e a mio fratello. Da qui, certamente, è nata in me la voglia di leggere, di scrivere e disegnare, tant’è che ho frequentato e portato a termine i corsi di grafica all’Accademia delle Belle Arti di Napoli».
Una passione, quello dello scrivere, che non poteva rimanere soltanto un pio desiderio. Così quando il suo primo figlio Claudio era già nato e stava per arrivare il secondo, Diego, Viviana Bottone pensa di scrivere quei racconti che la sera “inventava” per il suo bambino. Ed era quasi un ripercorrere le strade che aveva tracciato il padre con loro bambini.
Nacque così “Favolando… quando le favole nascono cucinando” racconti e disegni originali di Viviana, primo tentativo, riuscito, di mettere insieme una narrazione per piccini. Seguì, nel 2018, “Una Stella… per trovarsi” in occasione della terza edizione di “Atrani, Stelle divine – Festival del Mediterraneo”.
Poi l’interminabile notte di preoccupazioni, ansie, paure che per lunghi mesi ha tenuto tutti noi sotto l’incubo di un male invisibile, sconosciuto, letale. Una situazione cui nessuno era preparato e dalla quale, si diceva, avremmo dovuto trarre degli insegnamenti, perché nulla più sarebbe stato come prima. Sembra, però, che oggi si è ritornati sui vecchi, arrugginiti binari di una linea ferroviaria sulla quale uno sgangherato treno fa fatica a procedere. Anzi, se vogliamo, non è più come prima, perché i problemi si sono aggravati e non si sa come uscirne.
Note di pessimismo, che certamente non sono presenti nel libro di Viviana Bottone, dove, come ogni favola che si rispetti, finisce con un “…e vissero felici e contenti”. D’altra parte non ci si poteva aspettare un esito diverso, visto che quelle favole servivano e devono servire a dare fiducia ai piccoli, lasciandoli crescere nei sogni della loro età, se mai accompagnati dai sogni dei genitori e dei nonni. Mai rubare l’infanzia ai bambini: è un grave peccato contro l’umanità. Dice Viviana: «La favola è lanciare un messaggio ai bambini con morale, perché contribuisca alla loro formazione».
Ed è così che, giorno dopo giorno, nel chiuso della propria casa, Viviana ha messo su “Storie dell’arcobaleno che vinse il mostro che non si vede” (Terre del Sole edizioni). Cinque capitoli, cinque favole che alla fine trovano sintesi felice nel sesto capitolo, a conclusione di un “vissero felici e contenti” o, come si diceva durante la pandemia, “tutto andrà bene”.
Scrive Paolo Sciortino in prefazione: «Cari bambini, che siete ancora piccoli e molto coraggiosi, mentre nel mondo infuria il mostro invisibile che tutti chiamano Pandemia, avete già capito anche voi che qualcosa è cambiato… Anche se non vi eravate ancora abituati al mondo com’era prima, pure voi sentite qualcosa di diverso che minaccia la bellezza del mondo, e sapete che dovete combattere la vostra battaglia. Non con le armi che tutti chiamano Scienza, roba per i grandi, ma con quelle della fantasia, della gioia di vivere, della speranza e dell’alleanza. E questo regno di cose è solo vostro». Purtroppo il risveglio da quelle paure non sembra aver portato un mondo migliore. Nelle strade sono ritornate le automobili e il caos, scacciando le file di anatre e anatroccoli, di mucche, cerbiatti, cinghiali e uccelli che passeggiavano e svolazzavano sulle nostre strade cittadine. Sono scomparsi tutti quegli animali, ritornando in quell’habitat dove l’uomo li ha confinati.
E continua Sciortino nella sua prefazione rivolgendosi ancora ai bambini: «Non avete come alleati soltanto voi stessi, ogni bambino con ogni altro, avete anche amici potenti e buoni: il sole, per esempio, il vento e il mare, i gatti, le nuvole e le infinite storie della vita. E’ così che vincerete, senz’altro. Il vostro esercito è imbattibile e toccherà a voi raccontare, tra tanti anni, i ricordi della vostra guerra e della vostra vittoria».
Parole che ben si adattano al libro di favole di Viviana, che si svolgono in un paese di quel golfo che Gabriele D’Annunzio definì “lunato” Ed è la luna che, alla fine, accompagna con il suo accordo di sogni di grandi e piccini, una narrazione su una costa divina che di storie, di favole, di miti e leggende ne è gelosa depositaria.
Il viaggio di Viviana comincia con un racconto di una mamma infermiera, impegnata in quei giorni di pandemia sul fronte ospedaliero contro il “mostro” e sul fronte della famiglia da tutelare non solo nella salute, ma anche psicologicamente nell’affrontare il periodo di clausura forzata. Dice Viviana «Ho chiamato il mostro “New” e come tutti i cattivi delle storie ha dei poteri. E’ veloce e silenzioso. E può diventare piccolo piccolo e moltiplicarsi all’infinito».
Si distende lo sguardo e si incontra la storia di Emilio, immaginario, ma non troppo, proprietario della locale salumeria che assicura a tutti i beni necessari tutti i giorni. E c’è il sindaco con le giuste preoccupazioni nell’affrontare i problemi della sua collettività di uomini e donne, di grandi e piccini e di anziani che attendono sicurezza e serenità. Filone dove si inserisce anche il racconto della mamma che deve affrontare il disagio della figlia di fronte alla “solitudine” di quei giorni. Non tralascia, la Bottone, il mondo degli animali, raccontando la storia di Augusto, gatto “forestiero” accolto e protetto dall’anziana Adele, che troverà una nuova famiglia pronto ad accoglierlo insieme a Gelsomina (la gattina che gli ha dato tre micetti) quando Adele non tornerà più tornare nella sua casa.
Storie semplici, storie di paese, ma ricche di quella naturalezza che una volta rendeva più facile la vita di tutti noi. Un poeta ha scritto: «Le donne che strappano la prigionia dei giorni, con la mente abbracciano il cuore e scompaiono in una canzone d’Amore». Un lavoro spesso silenzioso, che non ha bisogno di preparazione, ma nasce minuto dopo minuto nel quotidiano, a volte semplice e a volte complicato, di una famiglia, di una casa, di una comunità. Le mamme non frequentano un corso di preparazione per essere madri, né hanno il tempo di adeguare le loro conoscenze ai tempi che cambiano, per cui si muovono seguendo gli istinti del loro cuore nei confronti dei figli. E’ stato scritto: «I bambini non hanno razza o provenienza, perché sono creature dell’Universo e la loro storia è scritta già nel passato come quella delle loro madri e dei loro padri».
Alla fine sarà l’arcobaleno a sconfiggere il mostro… qualunque esso sia.
E come si diceva una volta al termine di ogni racconto: “Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia”.
Trending
- Scuola, 267 milioni per tutor e orientatori
- Vallo della Lucania, Teatro “Leo de Berardinis”: “Il calamaro gigante” con una straordinaria Angela Finocchiaro
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025