Di Monica Acito
“Unico” è stato presente alla prima serata del 26 giugno della kermesse musicale pop-punk rock “Stati di Agitazione”. Immersi in una location dal sapore bucolico (adagiati nel verde della zona Perato di Trentinara, appena fuori il centro del paesello), abbiamo avuto modo di partecipare un evento unico nel suo genere. Questo lo sa bene chiunque abbia un minimo di spirito critico e di cultura musicale: avere da noi Massimo Zamboni (ex-CCCP) , fondatore insieme a Giovanni Lindo Ferretti di una delle band rivoluzionarie del panorama italiano, è un qualcosa che dovrebbe solleticare l’attenzione dei più e far percepire la portata e la qualità dell’evento. Tralasciamo i soliti discorsi retorici sulla decadenza culturale e la prostituzione mentale che attanaglia le nuove generazioni (non sarò io a dirvelo) totalmente a digiuno di capacità di discernimento musicale e schiavizzate dal tram tram commerciale (ora più che mai nella stagione estiva) e concentriamoci su una parola che è stata dominante nel corso della prima lunga serata di questo festival: qualità. Qualità che ha calcato il palco già dall’ingresso dei Capobbanna: artisti oggettivamente di qualità, lo si capisce senza troppi giri di parole, hanno regalato ai presenti brani contenuti nell’album “Fuje Tu” e anche alcune rivisitazioni di pezzi vari. Scavariello, D’Ambrosio, Citera e Palladino hanno riscaldato gli animi catturando e graffiando influssi che sembravano evocare il Mediterraneo e cavalcare vari linguaggi lirici e musicali, creando atmosfere interessanti e assolutamente non banali. Dopo i Capobbanna è stata la volta degli ex-CCCP: Massimo Zamboni, fondatore, compositore, chitarrista dei CCCP Fedeli alla Linea e poi dei CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti) ha fatto il suo ingresso sul palco, insieme ad Angela Baraldi , cantante e attrice italiana (già protagonista del film di Gabriele Salvatores “Quo Vadis Baby?”) che dal 2011 è in tour con Zamboni per riproporre i brani storici dei CCCP. Era presente anche Danilo Fatur, showman e cantante italiano che aveva la funzione di “artista del popolo” nei CCCP, in virtù delle sue capacità di comunicare col corpo e dare carattere scenico alle canzoni della band. Come un carrarmato, gli artisti sono letteralmente esplosi lanciandosi nell’esecuzione dei brani storici..”Noia”, “Punk Islam”, “Io Sto bene”, “Mi ami?”, “Emilia Paranoica”, vere e proprie botte nello stomaco per tutti i presenti, che hanno assaporato la violenza punk dei CCCP e il senso del disagio contenuto nei loro pezzi. Un vero e proprio processo catartico ha invaso gli spettatori, catturati dal carisma della Baraldi (al posto di Ferretti alla voce), dalla bravura di Zamboni e dalla plasticità di Fatur. Le atmosfere si sono fatte più malinconiche e sfumate con l’esecuzione di brani come “Annarella”, e alla fine del concerto è rimasto quel senso di soddisfazione misto a corrosione dello stomaco che soltanto una band del genere riesce a lasciarti. Un evento che incontra la nostra reazione positiva, poiché ascoltare una band storica in un paesino non molto conosciuto è qualcosa che travalica i limiti del quotidiano, qualcosa che forse è troppo “avanti”, ma gli azzardi sono il motivo che spinge l’essere umano a rischiare e avere una band simile nel Cilento è stato forse l’azzardo più azzeccato di tutta l’estate musicale del 2015. Che l’ortodossia sia con tutti noi.