Al via la sottoscrizione popolare per chiedere di mettere sotto controllo elettronico la velocità di moto, automobili e mezzi pesanti! Infatti, la SS166, che collega la Pianura del Sele all’altopiano del Vallo di Diano, inizia il suo “cammino” con il piede sbagliato … si corre oltre ogni limite indicato!

Prima di iniziare la “scalata” della Valle del Calore, “corre” dritta per circa 15 Km verso Nord-Est, lì dove sorge il sole. A Fonte di Roccadaspide comincia la sua scalata fino al passo della Sentinella per poi tuffarsi, scavata tra stretti dirupi, verso il “Vallo” per incrociare la sua “consorella”, la SS 19 delle Calabrie, nel comune di Atena Lucana.
Non so quanti dei presenti all’assemblea che si è tenuta nella sede di “Anziani Insieme”, situata proprio sul primo tratto della strada, hanno percorso la SS 166 in tutta la sua interezza; certamente, però, il tratto che collega Capaccio Scalo a Roccadaspide è il loro mondo “quotidiano”, lo spazio lungo il quale si dipana la loro esistenza, quella delle loro famiglie, degli amici e dei vicini di casa.
Sono Mariano Brenca, Antonio Gorrasi, Franco D’Angelo, Tonino Miano, Daniele Brenca, Alessio Scovotto, Donato D’Angelo, Elena Dragoletti, Rosario Miano e Paola Gorrasi i miei compagni di viaggio in questa iniziativa partita in modo spontaneo dal basso. Sono loro che hanno risposto al primo segnale di “fumo” lanciato da Elena per tentare di andare oltre al cordoglio per chi piange la perdita di tre giovani vite per il recente incidente, l’ennesimo, sulla SS 166 all’altezza dell’ufficio postale di Fonte.

Temo la scarsa partecipazione, ma confido nel buon lavoro svolto dal gruppo in preparazione dell’evento …
Arrivo, con Gina, sul piazzale adiacente alla strada che è già interamente occupato da automobili. Questo vuol dire che l’azione di sensibilizzazione avviata un mese addietro su iniziativa di un gruppo di volenterosi riunitisi al bar Intenso, ex “Taverna”.
Nell’entrare nell’ampio salone del Centro Anziani, presieduto e animato da Pierino Domini; scorgo molti volti a me noti, ma tanti altri “sconosciuti” … questo è un segnale importante perché vuol dire che il messaggio, non solo è partito, ma è anche arrivato al “cuore” della comunità Fontese e si è esteso anche a tutto il comune di Roccadaspide.
Con me porto 70 copie della petizione da sottoscrivere prima di consegnarla ai Sindaci di Roccadaspide e Capaccio Paestum con la quale si chiede di prendere provvedimenti tesi a rendere la circolazione dei mezzi e delle persone più sicura di quanto non è stato finora.
La Richiesta è indirizzata, oltre che ai due comuni; al Prefetto di Salerno, al Presidente della Provincia di Salerno e all’ANAS compartimento di Salerno.
Tonino Miano, redattore della petizione, spiega i termini di legge che consentirebbero, in base al nuovo codice della strada, di installare il controllo elettronico della velocità e invita i gli intervenuti a sottoscrivere il documento e a farlo sottoscrivere anche a chi non è presente … il tempo massimo per consegnare i moduli distribuiti è domenica 11 maggio. Chi vorrà rendersi parte attiva nella raccolta delle adesioni può ritirare un modulo presso il Bar Intenso in località Taverna a Fonte.
Franco D’Angelo, consigliere comunale di Roccadaspide, illustra i tanti tentativi già esperiti dal comune per ottenere dai soggetti destinatari della petizione interventi risolutivi in merito. Purtroppo, finora non si è giunti ad alcuna determinazione! Certamente, però, dalla sua relazione traspare la determinazione del sindaco e dell’intero consiglio ad insistere affinché si arrivi ad un intervento risolutivo.
Intanto, sulla SS166 si continua a “morire” e a rischiare di essere travolti da chi (troppi) ha “fretta” di “arrivare” senza badare a quanti vorrebbero fare altrettanto ma in sicurezza “spendendo” una manciata di minuti in più!
Tutti, però devono essere consapevoli del fatto che l’istallazione del controllo elettronico della velocità, per quanto indispensabile, è solo il primo passo verso la presa di coscienza collettiva di dover “rallentare” per arrivare dove siamo “destinati” per non veder stroncate altre giovani “esistenze” prima ancora di averle vissute!
Ecco perché, prima di tutto, i destinatari di un’azione di sensibilizzazione “permanente” dovranno essere quelli che vivono quotidianamente la realtà della SS 166.
Siamo noi, che la pratichiamo più volte al giorno, quelli che dobbiamo e possiamo contribuire ad abbattere, significativamente, la velocità media che si registra sul tratto di strada che “corre” da Capo di Fiume fino alla “Taverna”, passando per Vuccolo Maiorano, Seude e Fonte.

In seconda battuta, bisogna mettere in campo una strategia che coinvolga anche chi utilizza la SS 166 per risalire e scendere regolarmente la Valle del Calore. Anche loro dovrebbero avere un interesse forte a poter viaggiare in sicurezza e, di conseguenza, senza superare i limiti di velocità. Solo così potrebbero sentirsi al sicuro inoltrandosi nel tratto pianeggiante della strada.
Inoltre, è una questione di “vita o di morte, anche per quanti hanno case, attività commerciali, terreni agricoli, aziende produttive, accompagnano e riprendono i figli a scuola, vanno in chiesa, si recano dal medico, fanno visita ad amici e parenti …
Nel tratto che va da Capo di Fiume a località Taverna, gli accessi sui due lati della carreggiata che immettono sulla strada SS 166, sono poco più di 430 su dieci Km di strada (43 ogni cento metri) di cui 230 sono di abitazioni ….
Per cui, che fare?
· Parlarne in famiglia, al bar, al ristorante, a scuola, in ufficio, nei negozi … è già una medicina che di per sé ha un effetto potente: prendere coscienza che si tratta di noi, del nostro “benessere” e del nostro diritto a vivere.
· Spiegarlo parlandone in famiglia con propri cari è un modo costruttivo per sensibilizzare al rispetto delle regole della strada, in particolare; e quelle di una corretta convivenza, in generale: chiudiamo gli occhi e cerchiamo di ricordare quante volte abbiamo rischiato;

· Chiamare in causa le amministrazioni comunali dei due comuni, Capaccio Paestum e Roccadaspide, affinché si facciano carico del problema e ripresentino l’istanza di messa in sicurezza a chi di dovere: Prefettura di Salerno, Provincia di Salerno, Ministero dei trasporti, ANAS e chiunque altro ha responsabilità sul tema;
· Incoraggiare le amministrazioni comunali ad accelerare la realizzazione di qualsiasi progetto già programmato per la messa in sicurezza dei tratti nei “centri abitati” già definiti;
· Sollecitare i due comuni a comunicare ogni investimento fatto per aumentare la sicurezza della SS 166 con le risorse introitate dalla “multe” comminate ai contravventori per rendere meno “punitivo” e più “educativo” il provvedimento ;

· Realizzare una pista ciclopedonale che metta in sicurezza ciclisti e pedoni che vogliono spostarsi a piedi o in bici lungo la SS166. Cosa che è già realtà in migliaia di strade statali in ogni parte d’Italia;
· Costituire un comitato permanente che assuma su di sé l’onere di tenere viva la memoria di quanti sono “caduti” vittime di questa guerra strisciante che non ammette possibilità di difesa …
Per essere chiari … la vitalità di una comunità si misura dalla sua capacità di assumersi le responsabilità che la vita pone sulla sua “strada”. Solo facendo il possibile potremo evitare di rimpiangere di non aver fatto niente per contribuire a rendere i luoghi dove si consuma la nostra esistenza più vivibili e, soprattutto, più sicuri.
Sono stati numerosi gli interventi dei partecipanti all’incontro … tutti, al di là delle recriminazioni e delle accuse a chi ha la responsabilità di assumere decisioni e mettere in atto azioni di contrasto, danno l’impressione che l’ultimo “disastro” abbia smosso le coscienze in modo molto significativo.
Infine, voglio dare atto alla grande forza d’animo dimostrata da Maria Scorziello, madre di Luca, che ha posto sulla “bilancia” delle emozioni il suo grido di dolore per la perdita del figlio morto “uscendo dalla sua casa”.
È al suo dolore inconsolabile che dobbiamo dare delle risposte; è alla vita spezzata di suo figlio e degli altri “figli, madri, padri, fratelli, sorelle, amici …” periti su una strada che dovrebbe essere un mezzo che allevia le fatiche della vita e non la causa della fine di un’esistenza; è alla sua voglia di tentare di fare “qualcosa” che dobbiamo dare sostegno … noi possiamo affiancare la sua volontà di “spendere” il ricordo di Luca per una causa nobile e giusta affinché la sua morte non sia stato solo un incidente ma possa essere tradotto in un estremo e postumo atto d’amore per la vita che aveva davanti.