L’estate cilentana è un tripudio di feste, sagre e manifestazioni, che già da inizio luglio cominciano ad accalcarsi, fino a raggiungere la propria naturale apoteosi durante il mese di agosto.
E il Cilento interno? Non quello sulla costa, non quello delle bandiere blu o quello da scegliere per una giornata al mare, ma quello apparentemente selvaggio e racchiuso tra le montagne e i fiumi, confinato nei lembi ancora più estremi di isolamento e spopolamento. Piaggine, comune del Cilento interno, ribatte con un festival che, dalla commistione tra arte e background paesaggistico, estrae il suo punto di forza.
Di questo e di altro abbiamo parlato con Emilio Prinzo, il presidente del comitato costituito ad hoc per l’esclusiva organizzazione del Sound & Vision Festival, cercando di andare oltre i luoghi comuni e provando a creare un discorso organico e concernente il festival, il paesaggio e lo stato di salute della cultura nel Cilento.
Buongiorno Emilio, grazie della disponibilità. Innanzitutto, vorrei porti la domanda più banale (o più difficile, a seconda dei punti di vista). Sound and Vision: due termini abbastanza “simbolici”. Perché avete scelto questo nome?
Come sono sicuro avrai intuito si tratta di un tributo al celebre capolavoro di David Bowie: ci sembrava una locuzione adatta a descrivere il tipo di impronta che intendevamo conferire alla manifestazione, in cui la musica recita un ruolo di primo piano, ma con un occhio anche ad altre forme d’arte, legate al’immagine. Allo stesso tempo ci attraeva l’idea dell’esperienza musicale intesa sia come dato percettivo (il suono) che come veicolo concettuale (la visione).
Cosa ha di diverso rispetto agli altri festival del Cilento e come è nata questa creatura?
La particolarità della manifestazione è la sua commistione totale con la cornice immaginifica dell’oasi naturalistica in cui si svolge: questo permette allo spettatore di vivere un’esperienza che trascende la pura e semplice dimensione della festa musicale.
La manifestazione è nata in realtà proprio dalla sua location: sapevamo di avere a disposizione quest’area e abbiamo pensato che fosse l’ideale per ospitare un evento. Da lì tutto si è sviluppato secondo la nostra visione, che era quella di creare un festival musicale con caratteristiche inedite per le nostre zone. Devo dire che in questo percorso le istituzioni locali non ci hanno fatto mancare il loro sostegno, a partire dal Comune di Piaggine e dalla Comunità Montana Calore Salernitano, ma anche organismi del terzo settore come l’associazione di volontariato Soccorso Sociale di Piaggine.
Come avete scelto gli artisti da portare sul palco?
Il Sound and Vision è sostanzialmente un festival di musica indipendente: la selezione dei gruppi è avvenuta cercando innanzitutto di premiare band che portano avanti un proprio discorso musicale coerente, strutturato e soprattutto inedito. Gli headliners delle due serate saranno gli Humus, un’interessantissima band di Trento dalle sonorità hardcore/grunge, e i Jaspers, vero fiore all’occhiello di questa edizione: band ufficiale di Quelli che il calcio, vantano collaborazioni di tutto rispetto, basti pensare che il singolo “L’Happiness” tratto dal loro ultimo album è stato scritto, prodotto ed arrangiato da Franco Mussida e vede la collaborazione del celebre duo comico Luca e Paolo. Ma, cosa più importante, sono dei musicisti veramente eccezionali. Accanto a queste due band ci sarà spazio per altri numerosi gruppi, tutti provenienti dal Cilento e dalla provincia di Salerno, e con la caratteristica di portare avanti un proprio discorso musicale inedito, con musica scritta di proprio pugno.
Il luogo scelto come background della manifestazione è molto bucolico, selvaggio. Quasi un Locus amoenus. Cercando di andare oltre le banalità, Qual è l’importanza del contatto con la natura per chi vive costantemente questi luoghi? Cosa può generare la commistione della natura con la musica e che effetto volete ottenere?
Come detto, più che noi a scegliere il luogo è stato il luogo a scegliere noi. Per chi nasce in queste zone il rapporto con la natura è qualcosa di profondamente sentito e radicato. Nell’era della massificazione tecnologica, avere la possibilità di intrattenere un contatto quotidiano e diretto con questi luoghi rappresenta un modo per l’essere umano di riscoprire la sua natura primigenia, lontano dalle ansie della frenetica società dei consumi. Come dicevo in precedenza, l’inserimento di una manifestazione musicale in un simile contesto offre la possibilità di godere di un’esperienza ricreativa in un luogo d’incanto in cui è più facile mettere da parte per un po’ lo stress della quotidianità. Consiglio a chi non è mai stato qui ed intenda partecipare all’evento, di sostare nell’apposita area camping che stiamo allestendo, in modo da approfittare dell’occasione anche per visitare questi splendidi luoghi.
Non ti chiederò della situazione culturale e musicale del Cilento in generale, ma di quella del Cilento interno. Quali pensi siano I punti di forza e quali le pecche?
Indubbiamente vi sono molte criticità che vanno di pari passo con l’inesorabile spopolamento delle aree interne. Ci sono tante persone di grande valore e spessore musicale e culturale, il problema è la mancanza di un vero e proprio circuito che permetta di esprimersi al meglio ed essere ascoltati.
In Cilento è molto sentita la cultura della musica popolare. Credi sia possibile inculcare al pubblico l’idea che non è l’unica musica possibile in Cilento?
Da musicista e appassionato di musica non pongo discriminazioni musicali. Noi stessi al Sound and Vision lo scorso anno abbiamo avuto come headliners due band in cui la matrice folk è molto presente. Indubbiamente la musica popolare trova più spazio e più riscontri rispetto ad altri generi, questo è un dato oggettivo ed innegabile. Ma più che un fatto di cultura, direi che spesso è espressione di una sottocultura legata a tipologie di eventi in cui la pedissequa – e non di rado approssimativa – riproposizione di classici della tradizione popolare, è solo il tappeto su cui dare sfogo a certe pulsioni primitive. La vera cultura della musica popolare è quella di musicisti – e ne abbiamo a bizzeffe – che praticano questo genere con grande maestria artistica e conoscenza del legame storico che esso possiede con il territorio. Ma anche questo richiede propensione all’ascolto, merce non così facile da trovare al giorno d’oggi. Il nostro territorio è pieno di talenti nei generi più disparati, che non sempre ricevono il giusto riscontro. Ma non credo sia di per sé colpa della musica popolare. Dipende da tanti fattori.
Tra gli scopi del Sound and Vision vi è senz’altro anche quello di favorire una maggiore ricettività e curiosità nei confronti di queste realtà artistiche spesso ingiustamente sottovalutate.
Come sarà articolato il festival? Parlaci della sua struttura e di cosa dobbiamo aspettarci.
Il Festival sarà articolato su due serate (13 e 14 luglio), con un lungo programma musicale che avrà inizio dal tardo pomeriggio e culminerà con l’esibizione dei due gruppi headliners, di cui ho parlato in precedenza. Ma la serata non si concluderà con gli spettacoli dal vivo: vi sarà musica fino al mattino, non abbiamo orari di chiusura. All’interno del Festival vi è anche un concorso fotografico ancora aperto ed a cui chiunque può partecipare. Vi saranno inoltre stands gastronomici, artigianali e di promozione sociale e culturale. Vi invito a consultare il programma completo con I nomi di tutti I gruppi partecipanti sulla nostra pagina facebook o sul nostro sito www.soundvisionfestival.it
Perché un “forestiero”(nome genericamente utilizzato per chiunque non sia del luogo) dovrebbe recarsi nel Cilento interno anziché lungo la più gettonata e popolare costa?
Il Cilento interno paga una viabilità da terzo mondo, ma come bellezze naturalistiche e culturali ha tantissimo da offrire e vale senz’altro il prezzo del biglietto. Non ci dimentichiamo che il Cilento è patrimonio UNESCO per la cultura: e questo è un aspetto di cui purtroppo la stessa cittadinanza non sempre mostra piena consapevolezza, trascurando I tanti tesori che queste zone nascondono.
Quali sono I vostri obiettivi, in quanto comitato organizzatore, che esulino dagli scopi meramente artistici?
In verità non ci poniamo grosse velleità: vogliamo semplicemente che la gente si diverta, ma vogliamo farlo a modo nostro, pensando che ci si possa divertire senza per questo trascurare la qualità dell’offerta culturale ed artistica. E in più, come già detto, ci proponiamo di dare voce ad artisti emergenti locali, anche offrendogli la possibilità di misurarsi con band di un certo calibro e che possiedono già una loro visibilità.
Elencaci le principali soddisfazioni e delusioni della scorsa edizione.
Trattandosi della prima edizione non possiamo certo lamentarci: ha avuto un ottimo riscontro e ha portato molte persone ad unirsi alla causa ed a contribuire all’organizzazione.
Per l’edizione di quest’anno ci piacerebbe riuscire a coinvolgere più persone provenienti da aree del Cilento non limitrofe, e se possibile, anche da più lontano.
Quali sono I progetti futuri che avete per il vostro paese, oltre al Sound e Vision Festival?
Il Comitato è stato costituito con lo scopo esclusivo di organizzare questa manifestazione, e questo è il suo oggetto sociale. Al momento non abbiamo altri progetti, ma non è detto che non possano sorgerne in futuro.