La mia recente partecipazione a Roma all’importante appuntamento “Stati Generali della Sostenibilità”, ottimamente organizzato dal dott. Massimo Lucidi, mi ha permesso di riflettere, in maniera molto approfondita, sul periodo che stiamo attraversando, dove siamo chiamati, nel vero senso della parola, a navigare in acque sempre più intricate, caratterizzate da un intreccio di sfide economiche, sociali e ambientali.
Il qualificatissimo parterre di relatori ha messo sul tavolo tanti aspetti chiave di un discorso che merita grande attenzione e senso di responsabilità.
Faccio un veloce passo indietro, a maggio dello scorso anno, quando, in un mio intervento, scrivevo:
“… Diventa fondamentale avere un rapporto intenso e collaborativo con le aziende, in quanto, entrambi siamo sullo stesso campo, a giocare la medesima partita, da compagni e non da avversari.
Più siamo preparati a questo mondo e meglio riusciremo a governarlo.
Concludo questa analisi, facendo riferimento ad un acronimo che da qualche mese sta invadendo le nostre scrivanie: ESG. Si tratta di una grande occasione che, in questo momento, ha le caratteristiche per diventare l’ennesimo nuovo adempimento da gestire. È un processo che avrà impatto su imprese, cittadini e banche. Cambieranno le relazioni, i parametri per l’accesso al credito, oltre che le abitudini di consumo.
Anche le Banche locali saranno chiamate ad avere un ruolo importante per cambiare l’Europa in linea con tali indicazioni, partendo dai territori, in nome della sostenibilità.
Ci ritroveremo ad avere un ulteriore parametro/vincolo per definire strategie di sviluppo, seguendo elementi attualmente non considerati nell’ambito dell’erogazione del credito.
È solo l’ennesimo esempio che ci impone un cambio di passo, un approccio diverso, altrimenti sarà molto difficoltoso supportare l’economia e la comunità di riferimento”.
La delicatezza dell’argomento della sostenibilità era già ben chiara e presente circa un anno fa, ma ora siamo nel ben mezzo di un circuito che determinerà grosse novità se non adeguatamente gestite ed interpretate.
La sostenibilità è diventato un tema cruciale per le imprese di ogni settore, compreso quello bancario. Come intermediari finanziari, abbiamo la responsabilità di promuovere pratiche sostenibili sia all’interno delle nostre organizzazioni che nei servizi che offriamo ai clienti al fine di accompagnarli, concretamente, in un processo di transizione non più rinviabile per tutta una serie di motivi ormai noti a tutti.
La crisi climatica, la crescente disuguaglianza economica e le sfide sociali pongono nuove sfide e opportunità per il settore bancario; lo collocano al centro di una fase di grande cambiamento di approccio, dove queste dinamiche rappresenteranno, sempre più, vincoli imprescindibili per una corretta rappresentazione della realtà.
In primo luogo, è essenziale riconoscere che la sostenibilità non è più un optional, ma un imperativo anche per le istituzioni finanziarie.
È nostro dovere non solo allinearci, ma anche guidare le scelte ed i comportamenti verso un futuro più sostenibile.
La gestione di questa vera e propria complessità richiede una visione definita olistica e integrata.
Non possiamo più permetterci di considerare solo i profitti a breve termine senza valutare gli impatti a lungo termine sul pianeta e sulla società, come si è fatto, purtroppo, in passato.
È necessario un approccio responsabile che tenga conto degli interessi degli stakeholder, inclusi i clienti, gli investitori, i dipendenti e le comunità in cui operiamo.
A tal fine, le banche, secondo me, devono attivarsi, con estrema puntualità, per adottare politiche e pratiche di sostenibilità che guidino le decisioni di investimento e di finanziamento.
Questo si traduce in criteri ambientali, sociali e di governance (ESG), che vanno integrati nei processi decisionali e nella valutazione del rischio. Per le banche, in particolare, la sostenibilità ormai non rappresenta più solo una questione etica, ma sta diventando, sempre più, un tema prioritario con importanti risvolti economici, generando un nuovo tipo di rischio: il rischio ESG.
La complessità del panorama economico richiede una continua innovazione e adattamento. Le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e il meccanismo avanzato che permettono la condivisione trasparente ed istantanea di informazioni, offrono opportunità per migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e sviluppare soluzioni finanziarie più sostenibili.
Tuttavia, è importante assicurarsi che queste innovazioni siano guidate da principi etici e siano allineate agli obiettivi di sostenibilità.
La collaborazione è essenziale per affrontare la complessità delle sfide attuali.
Le banche devono lavorare in partenariato con imprese e altre istituzioni finanziarie per sviluppare soluzioni integrate ed è indispensabile che le stesse contribuiscano attivamente allo sviluppo sostenibile delle comunità in cui operano, perché l’impegno nella responsabilità sociale d’impresa e nell’inclusione finanziaria sono fondamentali per contribuire alla loro crescita e al loro benessere.
È importante, altresì, che le banche adottino politiche interne volte a promuovere un ambiente di lavoro sano e inclusivo, che rispettino i diritti dei lavoratori e che promuova la diversità e l’equità di genere. Solo attraverso la creazione di un clima positivo all’interno dell’organizzazione si potrà garantire la soddisfazione dei dipendenti e il conseguente successo dell’azienda.
È fondamentale ridurre l’impatto ambientale delle operazioni bancarie, ad esempio, attraverso l’adozione di politiche green e l’investimento in progetti di energie rinnovabili. Su questo siamo molto impegnati e sensibili già da tempo.
Inoltre, dobbiamo incoraggiare i nostri clienti a adottare comportamenti sostenibili, ad esempio attraverso l’offerta di prodotti finanziari legati a progetti di sostenibilità, perché ormai il tema ESG è diventato anche un criterio che guida le scelte degli istituti di credito nelle loro attività di finanziamento.
Nell’ambito delle attività di credito, già oggi, si effettuano specifiche valutazioni al fine di identificare controparti critici e/o operanti in settori ritenuti non socialmente responsabili, caratterizzati da basso rating ESG. È facile comprendere come questo si collega, con tutte le conseguenze del caso, anche alle attività di accantonamento che le Banche devono porre in essere nel caso di finanziamenti verso quei settori non in linea con il “mondo ESG”.
La sostenibilità è un imperativo per il settore bancario, che deve adottare politiche e pratiche volte a creare valore non solo per l’azienda stessa, ma anche per i dipendenti, i clienti e la società nel suo complesso.
L’integrazione dei fattori ESG (Ambientali, Sociali e di Governance) deve migliorare la relazione banca-cliente, fornendo una maggiore trasparenza, fiducia e responsabilità reciproca.
Le imprese, specialmente le PMI, dovrebbero adottare strategie di sostenibilità per migliorare la loro reputazione, accedere a nuovi mercati e investitori, ridurre i rischi operativi e migliorare l’efficienza. Questo li aiuterà anche ad avere credito e, nel breve, i fattori ESG avranno un ruolo sempre crescente e sempre più determinante.
Solo attraverso una cooperazione efficace possiamo sperare di ottenere progressi significativi verso una società più equa, prospera e sostenibile.
In conclusione, la gestione della complessità economica richiede un impegno collettivo e su questo posso affermare come la nostra Capogruppo Cassa Centrale, già da tempo, ha messo in piedi un’ottima organizzazione tale da avviare, al meglio, con le Banche, questo impegnativo step di crescita culturale e non solo nelle comunità di riferimento.
Come Direttore Generale di una BCC, nel nostro piccolo, sono fermamente convinto che la sostenibilità debba essere al centro della strategia aziendale e delle azioni quotidiane dell’intera comunità, dove ognuno si faccia realmente carico di un processo serio e in continua evoluzione, che chiede a tutti di essere al passo con i tempi.
Solo così potremmo contribuire a plasmare un futuro migliore per le generazioni presenti e future.