Il chiarimento di Valditara intorno alla sentenza del Consiglio di Stato intorno alla rimarchevole questione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. La novità della garanzia della continuità didattica anche per i docenti di sostegno precari. L’impegno del Governo nell’aumento del numero di docenti specializzati. La risposta del MIM alle critiche dei proff. scavalcati in graduatoria dai colleghi abilitati all’estero.
Sostegno, di tutto e di più
Resta un argomento rimarchevole la questione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Diverse le iniziative attuate dal MIM a questo riguardo. Di recente il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1798/2024, si è pronunciato su una presunta violazione. La querelle è sorta dalla decisone di un consiglio comunale di diminuire l'assistenza scolastica di uno studente nel 2022/2023 rispetto al PEI della scuola. I termini della controversia: i genitori intendevano vincolante il PEI rispetto ai bisogni del bilancio e quindi hanno impugnato quanto deciso dal Comune al TAR e al Consiglio di Stato. Alla fine, il Consiglio di Stato, ha emesso la sentenza e nel riconoscere la rilevanza del diritto alla inclusione a scuola, ha ribadito il bisogno dello stesso diritto in relazione ai limiti di bilancio degli enti locali. La sentenza del Consiglio di Stato, pur riconoscendo l’importanza del diritto all’inclusione scolastica, ribadisce la necessità di contemperare tale diritto con i limiti di bilancio degli enti locali. Il Ministro Valditara, di recente, ha voluto chiarire lo spessore della sentenza che interessa fondi e competenze dei Comuni, senza influenza su attività e risorse del MIM. Torna rilevante il tema sostegno sotto diverse angolazioni in questi ultimi giorni. Sono trentamila i nuovi docenti tra accantonamenti per concorsi e assunzioni e l'accesa polemica sui titoli esteri; polemica inopportuna, secondo il parere del Ministro, poiché occorre rispettare il dettato normativo europeo. Il Ministro Valditara, rilasciando una intervista a IlSussidiario.net ha voluto fornire il suo riscontro alle accese critiche che gli sono state destinate riguardo al coinvolgimento delle famiglie nella scelta degli insegnanti di sostegno. Il Ministro ha reclamato la centralità genitoriale nel processo educativo dei propri figli. Si è sollevata una eccesiva e inopportuna polemica, secondo Valditara, da parte dei sindacati e degli oppositori politici e si è voluto additare il governo in carica di volere favorire la presenza di estranei, di privati, nel contesto scolastico. Si tratta di critiche assurde, secondo il Ministro. “Abbiamo per la prima volta consentito alle famiglie di chiedere la continuità sul posto di sostegno. Se le famiglie sono soddisfatte del docente di sostegno precario, anziché cambiarlo ogni anno come è stato finora, dal prossimo anno scolastico potranno chiederne la conferma”. Le famiglie non sono ‘i privati’ che entrano nella scuola. È la scuola che riconosce alle famiglie, come dice l’articolo 30 della Costituzione, il diritto di educare, istruire e formare i propri figli”. Con buona salute della continuità didattica i genitori che rilevano la positività relazionale fra il proprio figlio e il docente di sostegno precario, potranno formulare richiesta di riconferma del docente per l’anno successivo. "Le famiglie, ha ribadito il Ministro Valditara, non sono dei privati e ricordo a tutti che l’articolo 30 della Costituzione attribuisce innanzitutto ai genitori il diritto-dovere di istruire, formare e educare i figli. E qui si capisce chi è a favore di una scuola concepita come comunità educante in cui famiglia e docenti, esigenze degli studenti e centralità della persona si uniscono e si esaltano e chi, invece, ha una concezione statalista e illiberale della scuola. Inoltre, già l’anno scorso avevo fortemente voluto che i docenti di sostegno assunti in ruolo rimanessero per tre anni sulla stessa cattedra. Anche questa è stata un’innovazione importante”. Il governo poi si attiverà fattivamente per la riqualificazione strutturale della scuola, col fine di rimuovere le barriere scolastiche. Tanto sarà possibile grazie ai fondi del PNRR e ulteriori integrazioni da parte del Ministero. L'inclusione troverà, fra l'altro, anche il supporto della intelligenza artificiale; a tal fine saranno destinati trenta milioni di euro, con lo scopo della personalizzazione dell'insegnamento base alle specifiche necessità degli studenti disabili. Il governo poi è di fatto attivamente impegnato con l'obiettivo di aumentare i docenti di sostegno. Insomma, col fine della integrazione dei prof di sostegno verranno considerati diversi percorsi: dal TFA ai percorsi di specializzazione INDIRE introdotti dal DL Scuola. Ormai il Decreto Sport e Scuola (dl 71/2024) è legge. Verranno presto attivati utili percorsi per il raggiungimento dello scopo. In aggiunta al TFA tradizionale, dunque, vi sarà il varo di due percorsi indetti da INDIRE: i 30 CFU, percorso riservato in via esclusiva agli insegnanti con tre anni di servizio, l’altro per chi ha un titolo acquisito all’estero. Si otterrà la specializzazione su sostegno, imboccando una scorciatoia, si avrà un insegnante specifico per stranieri, i concorsi a cattedra saranno più selettivi. Questo e ancora altro caratterizzano il corpus del Decreto-legge Sport e Scuola (dl 71/2024). Questa misura, a dire di Valditara, si rappresenta necessaria poiché, in diverse regioni, si riscontra la difficoltà di reperire specializzati. “Nel 2023-2024 abbiamo avviato immissioni in ruolo per 13.354 unità e nel ‘24/’25 saranno circa 10mila. Inoltre, abbiamo già accantonato per il prossimo concorso Pnrr altri 5.785 posti. Quindi, complessivamente sono quasi 30mila gli insegnanti di sostegno assunti in ruolo. In realtà ne avremmo anche assunti di più, ma abbiamo riscontrato purtroppo la carenza di candidati specializzati nelle regioni dove vi è maggior fabbisogno. “La grande maggioranza degli insegnanti precari sul sostegno non è specializzata. I precari “veri”, i supplenti fino al 30 giugno o fino al 31 agosto, non quelli con spezzoni di pochissime ore che dipendono dall’organizzazione della didattica nelle singole scuole, sono 165mila e scenderanno, grazie alle assunzioni che stiamo facendo, a 155mila entro dicembre. Di questi, ben 106mila sono insegnanti di sostegno e la grande maggioranza, come dicevo, non ha la specializzazione. La nuova legge prevede che un insegnante non possa entrare in ruolo sul sostegno se non è specializzato. E siccome le Università, in particolare del Nord, non hanno specializzato un numero adeguato di docenti di sostegno, per risolvere questa questione abbiamo affiancato Indire al percorso di formazione universitaria, prevedendo che l’Istituto, di intesa con l’Osservatorio per la disabilità, specializzi 85mila docenti precari che hanno già tre anni di insegnamento alle spalle sul sostegno, attraverso corsi di alto profilo e che terranno conto, per la prima volta, del fatto che occorre, al di là di una specializzazione di tipo generalista, anche una specializzazione particolare, legata cioè alle caratteristiche delle singole disabilità. Perché un conto è prendersi cura di una disabilità legata allo spettro autistico e un altro è affrontare una disabilità legata a un disturbo sensoriale. Si tratta di due approcci diversi che presuppongono un affinamento della preparazione e della specializzazione. Insomma, credo che questo Governo e questo Ministero abbiano le carte in regola per una vera politica di inclusione degli studenti con disabilità. Fra l’altro, non appena ci sarà un numero di specializzati adeguato, intendiamo trasformare gradualmente i posti di organico di fatto in posti di organico di diritto in modo da rendere sempre più efficace la didattica all’interno delle nostre scuole per i ragazzi con disabilità”. Diversi docenti specializzati all'estero inseriti in graduatoria hanno sollevato diffuse critiche contro il Ministro Valditara da parte dei proff. di sostegno che hanno frequentato il TFA nelle Università del nostro Paese. Questa la risposta di Valditara: “È oggettivamente una polemica incomprensibile. Se diciamo di volere l’Europa e siamo a favore dell’Europa, dobbiamo rispettarne le regole, senza fare finta che non esistano. Ci sono sentenze del Consiglio di Stato che condannano il Ministero a inserire nelle graduatorie anche i docenti che si sono abilitati all’estero. Noi possiamo fare due cose. Prima: verificare che il titolo acquisito sia serio, che i centri che l’hanno rilasciato siano vere università. E questo è compito del Ministero dell’Università a cui fanno capo le competenze in materia di formazione degli insegnanti. Inoltre, siccome il percorso di specializzazione all’estero è diverso da quello italiano – perché noi siamo l’unico Paese europeo che prevede questa importante e avanzata realtà dell’insegnante di sostegno – abbiamo deciso di integrare la preparazione di questi docenti abilitati all’estero con corsi organizzati sempre da Indire e con il coinvolgimento dell’Osservatorio per la disabilità, che termineranno con una verifica delle competenze acquisite”. Questa estate si è conclusa, comunque, con una incoraggiante notizia per tanti specializzati di ogni dove. Il Ministro del MIM ha fornito alcune cifre: “Oltre 106mila contratti a tempo determinato. Con i corsi di sostegno 30 CFU, opportunità anche per gli 85mila con almeno 3 anni di servizio”. La carenza dei docenti specializzati è stata affrontata sul Messaggero dal capo di Viale Trastevere. È un gap che bisogna assolutamente colmare. Queste le parole di Valditara: “Dei 165 mila contratti a tempo determinato, ben 106mila sono di insegnanti di sostegno. E la stragrande maggioranza, anzi quasi tutti, sono insegnanti di sostegno che non hanno la specializzazione e che ricoprono posti di organico di fatto. Ed è innanzitutto per questo che non possono essere assunti in ruolo. Visto che le università, soprattutto al Nord, non formano insegnanti di sostegno in misura adeguata alle esigenze della scuola, abbiamo deciso di coinvolgere Indire, ente di ricerca deputato alla formazione degli insegnanti. Insieme all’Osservatorio per la disabilità, studieremo percorsi di specializzazione approfonditi e di grande qualità, da affiancare all’offerta formativa delle università”. La finalità è quella di formare quanti più insegnanti specializzati sul sostegno, tanto da consentire la mutazione dei posti di sostegno da organico di fatto a organico di diritto. A garanzia della stabilizzazione sarà adottata una procedura selettiva. “L’iniziativa darà quindi una opportunità concreta anche agli 85.000 docenti ad oggi privi di specializzazione che hanno alle spalle almeno 3 anni di insegnamento di sostegno. Ovviamente ci sarà una procedura selettiva”. I nuovi Proff. di sostegno, fino al mese di dicembre 2025, oltre ai normali percorsi, come accennato, avranno la possibilità di formarsi grazie a INDIRE, con l'acquisizione di 30 crediti formativi. Si tratta di un percorso che, comunque, sarà riservato ai triennalisti su sostegno nell'ultimo lustro. Questi ovviamente dovranno addebitarsi i costi per la propria formazione. L’obiettivo del Ministro Valditara, in verità, prima che il mossiere abbassi il canape con la volontà di far partire i nuovi specializzandi, comincia a realizzarsi. Si rappresenta satura, infatti in diverse province la posizione dei docenti di sostegno nelle scuole superiori di secondo grado. Per tanti non è stato l'anno buono. Molti docenti specializzati che speravano nell'immissione in ruolo, a coda delle altre procedure, sono rimasti a bocca asciutta. tanto era nelle previsioni in relazione alle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2024/25: il decreto n. 158/2024 prevedeva per i posti vacanti e disponibili, la supplenza finalizzata al ruolo da GPS sostegno. Una luminosa speranza che non si è concretizzata, almeno nella scuola secondaria di secondo grado. Non è stato, infatti, possibile assegnare posti in più rispetto al contingente massimo previsto per la regione specifica dalla suddivisione dei 45.124 posti autorizzati dal MEF per le assunzioni 2024/25.