di Ilaria Longo Dal 28 giugno al 3 luglio si svolgerà a Pellare, nell’antica Chiesa di San Bartolomeo, l’ottava edizione della “Settimana di spiritualità e cultura” che, quest’anno, avrà come tema generale “il Cilento tra tradizione e innovazione nel XXI secolo” . Ogni sera, alle ore 19.00, si parlerà del nostro territorio analizzando la sua storia trascorsa e come si sia sviluppato – dal punto di vista architettonico, storico, religioso, sociale e culturale – rispetto ai cambiamenti epocali che hanno investito il XXI secolo. Don Angelo Imbriaco, il parroco di Pellare, organizza questo evento dal 2008 insieme ad un comitato formato da sette persone. Ogni anno le tematiche affrontate nel corso della settimana sono diverse ma, come sottolinea don Angelo, “sono significative per il tempo che viviamo. Ciò vuol dire che sono argomenti che partono dalla storia del Cilento e si aprono ad ambiti più vasti che, ovviamente, hanno ripercussioni sul nostro territorio. Quest’anno lo spunto per organizzare le serate è giunto dalla pubblicazione del libro che l’architetto Camillo Crocamo, su incarico del Parco del Cilento, ha realizzato a proposito delle microarchitetture del Cilento, cioè ponti, mulini etc., che sono sparse nel territorio cilentano. Ci siamo chiesti, a partire da questo libro: ‘che cosa è cambiato nel Cilento?’”. L’architetto Crocamo sarà presente nella prima serata per parlare, appunto, di queste microarchitetture che arricchiscono il Cilento. Il 29 giugno, al termine della S. Messa celebrata da Mons. Giuseppe Casale, si discuterà di immigrazione, argomento attualissimo che interessa il Cilento non solo perché nei nostri centri inizia ad essere visibile, seppur impercettibilmente, ma anche perché i cilentani sono stati emigrati e hanno vissuto sulla loro pelle parte di questo fenomeno che oggi tocca tutto il mondo. Il 30 giugno si parlerà dello sviluppo del ruolo della donna a 70 anni dal suffragio universale. Durante questo lungo periodo di tempo la donna ha trasformato il proprio ruolo all’interno della sua famiglia e della sua comunità e questo è avvenuto sia a livello nazionale che nel Cilento. Il 1 luglio verrà affrontato quello che don Angelo definisce “un rapporto problematico”, cioè quello esistente tra la zona costiera del Cilento e quella interna. Le meraviglie di cui dispone la costa cilentana, infatti, sono numerose ma rischiano spesso di adombrare la zona interna, ricca anch’essa di storia e di bellezza. Le ultime due serate (2 e 3 luglio) si concentreranno sulla spiritualità. “Ci soffermeremo”, spiega don Angelo, “sulla religiosità popolare del Cilento nelle forme tradizionali e anche in quei nuovi scenari mondiali che papa Francesco ha aperto ormai da tempo a proposito delle altre culture e del rispetto verso tutti. Parleremo dell’influsso della figura del Pontefice in tutti i contesti mondiali”. L’esigenza, nonché l’ideazione di questa settimana, è nata nel 2008 in concomitanza con un evento ben preciso: la riapertura al culto dell’antica Chiesa di San Bartolomeo che era stata chiusa per 50 a causa dei lavori di restauro. Questo luogo sacro avrebbe dovuto ospitare sia le celebrazioni eucaristiche che gli eventi culturali e, così, don Angelo decise di dar vita, in questo periodo dell’estate non ancora subissato da feste e sagre, a un momento in cui soffermarsi a riflettere sul nostro territorio, sui suoi cambiamenti e sulle sue grandi potenzialità culturali. “Lo scopo della ‘Settimana di spiritualità e cultura’ è quello di evitare di chiudere i nostri paesi in queste serate in cui si mangia soltanto”, sottolinea il parroco. “È una sfida, perché non possiamo competere con le sagre popolari che richiamano folle di turisti, tuttavia cerchiamo di richiamare l’attenzione sui nostri paesi che possono crescere anche se è viva questa esigenza di creare cultura”. Nonostante gli organizzatori non abbiano mai sognato grandi numeri, sono riusciti a sensibilizzare un discreto numero di persone che segue costantemente questi appuntamenti. Poi, ovviamente, vi è un pubblico che varia in base agli argomenti delle serate e/o ai relatori presenti. È fondamentale in un territorio come il Cilento puntare i riflettori sulla sua storia e sul suo ricco bagaglio culturale. Per questo dovrebbero aumentare gli eventi come questa settimana pellarese che cerca proprio di evidenziare che nel nostro territorio, oltre al buon cibo e ai piaceri della tavola, c’è di più.
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