di Lucio Capo
Il Solofrone, il Mola e il Tremonti, i tre fiumi che attraversano la vallata, che dalle falde del Sottano si estende fino alla Linora, saranno interessati da un “Contratto di fiume”. Il progetto voluto dal sindaco di Giungano Francesco Palumbo, vedrà interessati i sindaci e i territori di Agropoli, Capaccio, Cicerale, Giungano, Ogliastro Cilento e Trentinara. Il “Contratto di fiume” proposto dal Comune di Giungano, introduce una nuova modalità di gestione del territorio di confine, tra i comuni attraversati dal bacino idrografico del Solofrone e dei suoi affluenti. Esso si configura come un Accordo di programmazione negoziata e costituisce un nuovo metodo di gestione delle risorse idriche e delle emergenze ambientali-pasaggistiche. Con il “Piano d’Azione del Contratto”, s’intende raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale del Piano delle Acque, del Piano di Gestione del Distretto Idrografico, della Direttiva 2000/60/CE e riguardano: la riduzione e la prevenzione del rischio idraulico, la riduzione dell’inquinamento delle acque e salvaguardia dell’ambiente fluviale e degli ecosistemi, l’uso sostenibile delle risorse idriche, il riequilibrio del bilancio idrico, la riqualificazione e la valorizzazione dei sistemi ambientale e paesistici del corso del fiume Solofrone, il miglioramento della fruizione turistico-ambientale del fiume, il coordinamento delle poltiche urbanistiche ed insediative dei territori comunali coinvolti, la condivisione delle informazioni e della cultura dell’acqua. Con il “Contratto di fiume” del Solofrone si vuole valorizzare e condividere il patrimonio di conoscenze comuni, le informazioni, le esperienze, le analisi territoriali, la partecipazione, la valutazione e l’automonitoraggio, nella direzione di un migliore e più efficace utilizzo delle risorse finanziarie, per evitare sprechi e sperperi. La finalità primaria del “Contratto di fiume” si delinea nel riconoscere il ruolo centrale del sistema acqua nelle politiche e nelle programmazioni inerenti il governo del territorio. Il Solofrone attraversa un’area, che va dalla gola di Tremonti alla Torre San Marco. Il fiume nel suo fluire verso il mare partecipa a svariate esperienze umane, dall’elegante ed esclusiva dimora storica trasformata in un accogliente resort, alla famosa azienda vinicola-bufalina amata dagli artisti, dalla tecnologica fabbrica di elicotteri, all’innovativa tipografia internazionale, dagli alberghi insonni, alle piscine eleusiane, dalle terre chiuse a difesa, alle aree industriali-artigianali parte dismesse, tutto un coacervo di attività ed iniziative che andrebbero coordinate in una razionale riprogrammazione e mitigazione. E’ evidente che i degrado delle risorse idriche e dell’ecosistema ad esse connesso è imputabile a problematiche afferenti a tutti i settori coinvolti nella gestione del territorio e dell’ambiente e pertanto deve essere affrontato concentrando le diverse politiche di programmazione in un’ottica sinergica. Per migliorare lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici è, infatti, necessario intervenire coinvolgendo una molteplicità di strategie, in coerenza con i rispettivi piani di settore, tra cui quelle afferenti ai comparti agro-zootecnico, energetico, di difesa idraulica, pesca, aree protette, escavazioni in alveo, cave, senza dimenticare la pianificazione locale dei Piani Urbanistici Comunali (PUC). Il successo di un “Contratto di fiume” è da imputare ad una forte volontà politica ma soprattutto ad una forte identificazione del territorio con un soggetto istituzionale, di carattere sovra-comunale, ma vicino alle realtà territoriali. Il cuore del processo è il coinvolgimento delle aree e degli uomini toccati dallo scorrere delle acque del fiume, chete quando scorre placido, tumultuose quando afferma la sua presenza, che può trasformarsi in tragedia.