di Bartolo Scandizzo
Sidney è la più grande città ed area metropolitana dell’Australia. In essa è facile intuire la sintesi di tutte le altre realtà ma anche carpirne l’anima di città proiettata verso il mondo. Ad accoglierci all’aeroporto è una voce familiare “ecco i <
Arriviamo a casa di Carmelo dove ci aspetta una bella e rumorosa compagnia composta dalla famiglia Di Perna e da loro amiche Loredana, Sara e Marisa … ed è subito festa di conoscenza e di ricordi; di incroci e saluti; di abbracci e baci.
Carmelo in cucina si dà da fare a preparare per tutti noi che aspettiamo in veranda cercando di capire chi siamo e da dove veniamo.
È originale la storia di Marisa che, nata in Australia dove i suoi genitori di oltre 80 anni che ancora risiedono qui. Lei è sposata e madre in Italia dove vive con suo marito. I suoi genitori non vogliono tornare in Italia e lei fa la spola tra San Vito Marina in Abruzzo e Sidney.
Tutti ci interroghiamo in base alle curiosità suscitate dall’incontro di persone che hanno vite vissute con una progressione estremamente diverse e variamente articolate. La serata si conclude con brindisi e promesse di rivedersi.
In 2° giorno Carmelo si concede una giornata di ferie per accompagnarci in città e assisterci nel giro turistico che ci siamo riproposto: vediamo la city con il mento rivolto in alto, entriamo nell’Opera House, ci fermiamo per un lunch, ci inginocchiamo nella cattedrale … una bella escursione fatta in battello sul delta Parramatte e, poi, un ritorno a casa per un riposo meritato. Facciamo, però, un veloce passaggio dal “barbiere”. Entriamo da Vito Catania, siciliano di Acireale, che subito ingaggia una discussione sulla mia provenienza e in un attimo troviamo comunanze di conoscenze: sembra essere da Cesare a Tempa San Paolo. Insieme a lui c’è Franco. Vito trova l’amore a Sidney: venuto in vacanza, conosce una ragazza, la sposa e vi si stabilisce.
Il 3° giorno è dedicato a Giovanni Scandizzo, figlio di Filippo. La sua vita di migrante comincia in Venezuela dove il padre, reduce di guerra e di anni di prigionia, è arrivato per fare fortuna. Dopo tre anni chiama i suoi due figli maggiori, Nicola e Giovanni che partono lasciando a Rofrano la madre Antonia Carbone e il fratello Mario (lei vive a Palermo e lui a Milano).
Con la caduta del dittatore Perez Jimenez, il padre decide di rientrare in Italia a Rofrano, i due giovani restano a fare i muratori: gli italiani in quella terra si sono fatti rispettare, con qualche aiutino, a cominciare da Filippo Gagliardi che ha costruito, ponti e strade a Caracas e che ha riversato sulla sua Montesano sulla Marcellana molte delle sua azioni di mecenate.
Dopo 14 anni, Giovanni lascia Nicola in Sud America e rientra in Italia. Ma è costretto a ripartire, prima, per una breve esperienza in Svizzera e, poi, a tentare l’arrivo assistito in Australia.
Grazie ad un suo compagno di corso gratuito di inglese, conosce Cristina, una ragazza greca e la sposa nel giro di 6 mesi.
Hanno un figlio, Philip, che si laurea in scienze ed ora è vice direttore di una grande scuola superiore in Sidney.
La sera la passiamo con Antonio e Claudio Bamonte di Casalotti di Roccadaspide. Le loro storie sono molto diverse ma ambedue costellate di lavoro e successi. Antonio arriva a Sidney e a Melbourne con una missione ICI (Istituto Commercio Internazionale) con lo scopo di aiutare delle aziende italiane a vendere in Australia. Intanto si è sposato con una ragazza australiana in missione all’ambasciata a Roma. Ex carabiniere, sa bene come muoversi e apre un’agenzia turistica Viatours, a Sidney e diventa responsabile per la Campania dei suoi corregionali in Australia. Ama il Golf e la politica. Ancora di più, ama la “Benemerita” e organizza la sezione Australiana dell’Arma dei carabinieri.
Claudio arriva sulla sia del fratello, ma subito decide il suo destino: si sposa con Margherita proveniente da Fasano, in Puglia, e avvia l’attività, che conduce ancora oggi, di importazione di prodotti alimentari dall’Italia. Ci portano a cena in un ristorante, di cui è fornitore, il “Cucinetta”. In questo bel locale posto in riva al mare con vista sulla City, troneggia lo chef Fabio Stefanelli, di Caserta, con il suo aiuto Arseni Teleglin da Torcena. La serata è una danza di sapori incastonati da ricordi vicini e lontani ed anche da un’idea messa sul tavolo del futuro per potrebbe diventare realtà!
La domenica è giorno di gita fuori porta. La carovana di auto che ci accompagna parte alla spicciolata e per ritrovarsi nel piccolo borgo di Berry. Una cittadina che già nel 1870 aveva una banca, la banda musicale e la scuola del villaggio. Come è ben testimoniato nel piccolo museo situato nell’abitazione dell’allora direttore e, probabilmente, proprietario della locale banca.
Un giro per negozi e varie “sedute” nei locali enogastronomici fanno della giornata una pausa rilassante al turbine di incontri che costella, fin dal primo giorno, il nostro viaggio.
Da un’informazione captata al volo dal mio accompagnatore Mario, scopro che lungo la strada del ritorno passiamo per Flottweg sede della PTY LTD, una grande acciaieria dove hanno trovato lavoro e ragione di vivere molti Cilentani. Tra questi, anche Aniello Carbone con la moglie Maria, di Cannalonga. Li cerchiamo e li troviamo in una bella casa che si era appena svuotata di figli e nipoti che avevano passato la domenica con loro. Un assaggio delle leccornie preparate per figli, nipoti e pronipoti di Maria (81 anni) compaiono sulla tavola e ci accompagnano nel corso della breve intervista che improvvisiamo.
La serata la passiamo nella bella casa di Filomena Di Perna. Dopo una giornata passata a girovagare ed a riempirci di chiacchiere, sembra incredibile avere ancora tante cose da dire e voglia di stare insieme. Eppure, si trovano sempre parole nuove per scendere nel profondo dei ricordi di ogni esistenza sia quando queste si incrociano sia quando gli enti di cui si parla sono lontani come i due Poli. So bene che, per chi la mattina dopo deve presentarsi al lavoro presto, è un sacrificio stare lì a divagare tra luoghi e ricordi, ma ho l’impressione che anche per loro c’è voglia di dilatare il tempo fino a sfilacciarlo nella stanchezza che cede alla forza di attrazione del divano …
Il lunedì, Claudio Bamonte viene a prendermi a casa per portarmi nella sua azienda “La Stella Latticini”. Si tratta di un caseificio dove lavora latte vaccino. C’è anche una linea dedicata a quello di bufala, che arriva dalla Campania surgelato, per la produzione di mozzarella: il casaro è Alfredo Tommasino di Fonte di Roccadaspide. La distribuzione dei prodotti caseari è affidata a “Quality Travel” l’azienda madre che importa ogni bene alimentare di qualità dall’Italia e da altre parti del mondo per rifornire i migliori ristoranti, alberghi e Delicatezze (Deli) di Sidney e delle altre città australiane.
Alle ore 12,30, Claudio di passa come un “testimone” di una staffetta con il fratello Antonio, con il quale andiamo al centro di cultura italiana di Sidney dove è attesa la ministra della difesa italiana, Roberta Pinotti. La ministra è in Australia per accompagnare la fregata “Carabinieri” che deve sostenere l’esame della marina locale in vista di una commessa che l’Australia deve assegnare ad imprese del settore. Bamonte ci presenta al console, Arturo Arcaro, e all’ambasciatore, Pierluigi Zazo: origini di Benevento.
La sera concludiamo la bella giornata a casa di Maria e Mario Torraca, lei di Piaggine e lui di Gioi Cilento (il primo e l’unico, finora, emigrante del suo paese in Australia). Una serata insieme alla famiglia che si dilata tra figli e nipoti fino all’ultima arrivata, Allegra, di pochi mesi. C’è allegria che è più di una festa dove tutti trovano il modo di parlare gli uni con gli altri. Per me e Gina è un continuo passamani di emozioni che si intrecciano ogni volta che si intercetta qualche ricordo o si riempiono vuoti di memoria relativi a comuni conoscenze. Ma anche inquadrare facce nuove appartenenti a figli e a pronipoti di quelle conosciute. Arrivano anche Maria e Gelsomina di Rofrano con le quali ricomincia il “giro” di fatti intorno alle persone sparigliate nelle città australiane da noi visitate finora.
Il martedì ci concediamo la mattinata libera per rimirare la city che abbaglia sempre con i suoi colori cangianti ad ogni ora del giorno. La baia non perde mai il suo fascino con le sue insenature che penetrano in ogni direzione utile per il mare di intrufolarsi nella terra dove milioni di persone hanno trovato “pace” e “fortuna” sulla terra che li ha generati ma che non aveva garantito loro un futuro dove erano nati.
Darling Harbour, rifatta con gusto, è anche un monumento all’efficienza, al bello ed all’integrazione con la city. Le sue vie di comunicazione sono perfettamente integrate, siano esse di terra, di ferro o di acqua. Una regola guida il mondo dei trasporti che sfiora la perfezione: arrivare ad ogni angolo della metropoli ma senza inutili, quanto costosi, doppioni che vediamo e subiamo ogni giorno alle nostre latitudini. Ponti, pedonali e non, hotel, building che graffiano il cielo, ristoranti che non chiudono mai, trasporti che, instancabilmente, si intrecciano come dita di una mano, eventi che si susseguono senza mai intralciarsi …
Il pomeriggio che ci aspetta è molto intenso: il primo appuntamento è a casa Rosa Di Perna, di Piaggine. Lei parte da sola dopo un corso di preparazione che si svolge a Roma. Qui l’aspetta un’amica che l’ha preceduta di pochi mesi. Fa il viaggio in aereo con 36 ore di volo divise in quattro scali. Rosa è destinata a fare la donna di servizio presso una famiglia australiana. La prima famiglia la scarta il primo giorno, la seconda non la vorrebbe mai lasciarla andare. Incontra il marito, proveniente dalla Toscana, ad una fermata del bus. Si sposa e vivono insieme per 52 anni, hanno dei figli e nipoti. Oggi è sola nella sua casa dove è ospite Sofia, sua nipote, che viene da Grosseto per approfondire i suoi studi sul vino australiano: l’aspettano ad Adelaide in una farm vitivinicola.
Poi di corsa da Angelo Di Perna, di Piaggine, fratello di Rosa, da lei chiamato, come l’altro fratello, Francesco, dei cui figli siamo ospiti in questi giorni. Una vita di soddisfazioni costruita con il lavoro nel campo delle costruzioni. L’azienda, passata nelle mani del figlio Renato, ancora opera con successo. È sposato con Antonina, venuta il Australia un anno prima di lui. La incontra la prima volta per caso gli rimane impressa. Per due anni non riesce a trovarla. Compra casa e un suo amico che è andato a salutarlo mentre la imbianca, gli propone di andare a messa la domenica di Pasqua perché, a suo parere, c’è una ragazza che fa per lui. La sorpresa è quella che trova proprio Antonina adocchiata 2 anni prima. Il giorno dopo, si presenta a casa dei genitori di lei e chiede la mano della loro figlia: parla per due ore … alla fine il padre gli concede di frequentare la casa. In capo a 5 mesi si sposano …
L’ultima visita è riservata a Mery, figlia di Antonio De Marco, il 1° Rofranese ad essere arrivato in Australia, prima da prigioniero e poi da emigrato. Il suo campo di concentramento è a Stanthorpe nel Queensland dove si stabilisce anche dopo essere ritornato in Australia da uomo libero. Da lei faccio incetta di foto d’altri tempi per corredare il libro che stiamo costruendo tappa dopo tappa.
Con Maria Di Perna che mi fa da guida, autista e assistente, torniamo a casa dove già ci aspettano tutti gli amici per una serata di saluto. Abbiamo organizzato di fare la pizza. Gina, fin dal mattino ha preparato l’impasto, ed ora tocca a me stendere i panetti e farcirli con ogni varietà di ingredienti. Carmelo s’interessa di accendere e mantenere il forno a temperatura.
Un’altra serata che si conclude con un gigantesco arrivederci: la mattina dopo, sempre con Maria, prendiamo la via dell’aeroporto dove ci aspetta un volo per Melbourne dove andremo a chiudere il cerchio di questa magica avventura di un “Viaggio in Australia”.
Lasciamo Sindney che ci appara come una bella signora che, nonostante gli anni, non ha bisogno di trucchi per essere attraente. Le basta essere se stessa!
Per la prima volta da quando siamo partiti, e dopo aver visitato le città più importanti, guardando negli occhi di Gina, ho la sensazione che questa non sarà l’ultima volta che vediamo questo splendido continente …