Sembra che il quadro politico di Capaccio Paestum stia per avere l’ennesima metamorfosi. L’incontro tra i candidati sindaco Sica, Voza e Marino pare abbia avuto esiti positivi e anche se, per il momento, Voza pare abbia ancora delle riserve al riguardo, gli altri due hanno finalmente raggiunto l’intesa: Sica sarà candidato sindaco mentre Marino coordinatore delle liste e candidato capofila nella lista “Nuovi Orizzonti”. Forse i 2 hanno sondato il terreno e hanno capito che la mole di elettori disposti a votare l’ex sindaco di Agropoli è davvero importante mentre quelli disposti a riabbracciare la “solita” politica locale sono sempre meno. E’ proprio per questo motivo che l’unione è stata possibile e anche logicamente comprensibile, in considerazione del fatto che andare divisi, e dunque disperdere il proprio consenso, avrebbe regalato un buon abbonamento per il ballottaggio ad Alfieri.
Una scelta coraggiosa quella di unirsi e di presentarsi insieme al cospetto dei cittadini in campagna elettorale. Proprio loro che tanto sono stati avversari in questi ultimi 20 anni, hanno deciso di superare le divergenze e di compiere un atto estremamente rischioso, e dunque ammirevole, poiché una eventuale sconfitta di Sica, decreterebbe la sua definitiva uscita di scena dalla politica locale. La strada più comoda sarebbe stata quella di mandare Marino avanti e riprovarci la prossima volta…
Ma, appunto, queste elezioni sembrano essere lo scontro finale tra i big del cilento e di Capaccio. Una sorta di gran finale della prima e della seconda repubblica all’ombra dei templi. E gli elettori di Capaccio saranno i giudici di questo scontro…
Certamente questa unione finirà per compattare l’animo patriottico dei capaccesi creando un fronte locale unito e forte. Ma , probabilmente, genererà mal di pancia tra i rispettivi staff e fedelissimi che, in alcuni casi, sono avversari politici da sempre.
Voza pare sia rimasto fuori dalla coalizione anche se la candidatura di Sica, anziché quella di Marino,potrebbe suggestionarlo a tornare al “Paterno Ostello”; dato che Voza è già stato vicesindaco proprio con Sica nel 2004. E restare fuori dal “fronte locale” vorrebbe dire uscire dai Top Player e rischiare di non accedere ad un eventuale ballottaggio. Inoltre, la corsa sui carri più forti e dunque sul sostanziale bipolarismo (Sica – Alfieri), rischierà seriamente di isolare il fronte voziano e quindi di entrare in quella spirale elettorale che lui stesso ha già assaggiato il 25/giugno 2017.
“Il tutti contro tutti” è controproducente sia per gli stessi candidati che difficilmente sostenibile sul piano elettorale. Dunque abbracciare il “Sica-rino” per Voza potrebbe rivelarsi una opportunità per riprovarci la prossima volta; in virtù di quella legge non scritta dell’alternanza.
Ovviamente queste sono solo alcune variabili di quello che potrebbe accadere se l’accordo con Voza si concretizzerà e unione sarà fatta. Non avrebbe senso, inoltre, accordarsi solo per un eventuale ballottaggio già adesso perché questo finirebbe per smorzare l’anima della campagna elettorale e del confronto che da amichevole può tramutarsi in ipocrita o opportunista. Risparmiarsi in campagna elettorale per un accordo al ballottaggio significherebbe perdere altri voti e non dire assolutamente nulla di interessante e di accattivante; il solito politichese sterile e mai incalzante. Ecco perché l’unione è necessaria, e ufficializzarla prima avrebbe un impatto sicuramente più coerente e corretto nei confronti di un elettorato già di per se disorientato. Insomma se “Mar-Sic-oza” deve essere che lo sia dall’inizio.
Dal canto suo, Alfieri, nonostante le cronache giudiziarie che echeggiano da Agropoli da qualche anno, sta racimolando terreno e sta costruendo la propria compagine, composta da 8 o addirittura 9 liste, con un discreto assortimento di vecchi, nuovi, dissidenti, palumbiani ed ex voziani. Un groviglio di personalità e di ideologie da destare imbarazzo persino al Pentapartito o alla Bicamerale. Forse sarà stato il programma a mettere tutti d’accordo o la personalità e il carisma di Alfieri. Comunque sia la suggestione di riproporre un primo cittadino “straniero” sta cominciando a prendere piede in modo vertiginoso e si ha l’impressione che in qualche modo Alfieri sia riuscito a compattare anche la vecchia guardia palumbiana che solo pochi mesi fa si era rovinosamente disgregate.
Nonostante il clima thriller che caratterizza l’inizio di questa campagna elettorale, vedere così tanti leader e così tante componenti in campo sottolinea la voglia che c’è di partecipazione e di confronto; e vedere così tanti giovani mettersi in gioco come Mattia Tarallo, Fernando Mucciolo, Elio D’Angelo o Ulderico Paolino (per dirne alcuni che hanno palesato la propria candidatura) è davvero incoraggiante per una società che a poco a poco sta cominciando ad affacciarsi sul nuovo orizzonte della politica proiettata al futuro.