“Considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per uno…”
…Tale stralcio della tristemente conosciuta opera ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi, funge da tema centrale nel pomeriggio del 20/01/2018, in cui, presso l’Oratorio di San Toribio di Cannalonga, organo sociale istituito pochi mesi or sono al fine di promuovere iniziative e progetti nella comunità, si è organizzato un incontro di lettura, ascolto e approfondimento sul tema della Shoah.
Si è avuta un’esauriente presentazione della serata da parte di un’insegnante, nonché gestrice dell’Oratorio, accompagnata da canzoni e toccanti filmati proiettati sul genocidio della Seconda Guerra Mondiale.
Apertasi a tutti gli effetti la rappresentazione, alcuni ragazzi di varie scuole, più professori e partecipanti all’evento, hanno letto delle poesie, conosciutissime e pienamente rappresentanti dell’atrocità degli eventi. Vanno citate: “Se questo è un uomo”, di Primo Levi, “La farfalla”, di Pavel Friedman, “Da domani sarò triste”, da Anonimo, “Un paio di scarpette rosse”, di Joyce Lussu e altre, tra cui una di queste scritta da un ragazzo della nostra età, “Un fiore appassito”. Io stessa, come prima scena dell’incontro, ho avuto il piacere di leggere e rappresentare alcuni estratti del tristemente celebre “Diario di Anna Frank”, massima esponente degli orrori razziali inseriti nella quotidianità, di una ragazza come tante, con una normale vita e annessi adolescenziali, costretta ad essere strappata alla sua esistenza.
La serata è proseguita con la testimonianza di una giovane, recatasi in viaggio scolastico ad Auschwitz. Ha descritto in maniera dettagliata ed esauriente le sue impressioni, calata in una realtà gremita di ancora vivi ricordi di sofferenze, ingiustizie e rude violenza. Auschwitz, però, è solo uno dei tanti campi di concentramento, dove gli ebrei e altre minoranze furono stipate. Anche a Campagna, esisteva un campo di lavoro; sono state lette le esperienze di alcuni cittadini greci, all’epoca residenti in Italia, e ivi deportati, in quanto provenienti da paesi “nemici”.
Sono seguiti altri interventi, tristemente sottolineati da varie musiche e spezzoni di video, da ricordare la meravigliosa “Canzone del Bambino nel Vento” di Francesco Guccini.
Successivamente, il parroco ha esposto le proprie opinioni sull’argomento, nel corso di una sorta di intervista, condotta dalla moderatrice dell’incontro.
E’ stata offerta la possibilità agli spettatori di porre quesiti e chiarimenti in un pubblico dibattito – rivelatosi molto interessante, in quanto sono state dibattute tesi contrapposte – che ha concluso la serata, molto apprezzata dai partecipanti.