Glicerio Taurisano, esperto di intelligence, di scienze criminologiche e sicurezza, nonché appassionato di storia e cultura, pubblica un nuovo libro dal titolo: “Servizi Segreti, dissertazione historica e apologia per l’intelligence italiana”. Le sue pubblicazioni, per lo più testi di studio e ricerca, le quali con quest’ultima arrivano a undici opere editate, contengono anche alcuni libri che riguardano materie come lo sviluppo territoriale, la gestione, il marketing aziendale e la formazione. Tra i quali si ricorda anche il libro “Capaccio Paestum, tra Ethos e Pathos” uno scorcio storico e celebrativo della città dei templi ma anche un percorso di suggerimenti tecnico-organizzativi per la gestione e la crescita territoriale. Questa sua nuova pubblicazione affronta argomenti inerenti ai servizi segreti italiani, alla loro storia, agli uomini e donne che in questi hanno contrassegnato significativi passaggi tra riforme e riorganizzazioni, tra azioni di controspionaggio e operazioni di sicurezza nazionale. Un percorso che si ferma, volutamente, al XX° secolo, traguardo ultimo per l’homo sapiens prima di inoltrarsi nell’era della cyber, della tecnologia, dell’ informatica, del mondo virtuale ma pur sempre ambienti pericolosi. A ragion di veduta, quindi, si dirà, ma è proprio necessario nonché possibile in quest’epoca argomentare ancora di servizi segreti? Oggi che il mondo della sicurezza si muove essenzialmente in spazi cibernetici, nella rete, sui social e così via? Dove la sicurezza nazionale ha migrato la sua attenzione principalmente su nuove strutture come l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale? E dove altresì si palesa una nuova riforma del Sistema di Informazioni; è proprio necessario argomentare dei servizi segreti del passato? Oppure si rischia di cadere in retoriche già note e superate da dialettiche oramai progredite negli ambienti strutturali, operativi, culturali, sociali e accademici, che cercano un panorama moderno dell’Intelligence in contesti altrettanto progrediti e futuristici? Ebbene, la risposta a queste domande, qualora e laddove si siano palesate nell’altri pensiero, non può essere che “Sì, è ancora possibile e forse necessario farlo”. Lo è per almeno due motivi essenziali: il primo intimamente profondo alla storia e quindi di natura conoscitiva (se ci priviamo della conoscenza del passato non potremo mai comprendere, completamente, il presente e dunque indirizzarci verso il futuro e migliorarci); l’altro invece è squisitamente meno filosofico e probabilmente più tecnico, su cosa sono stati i servizi segreti nel tempo passato, da dove arriva l’attività di spionaggio, come hanno operato le strutture del passato, in quali contesti socio-politici si sono ritrovati intrisi di avversità e denigrazione, e comprendere così, almeno si spera, la differenza che vi è, o ancor meglio che c’è stata, tra individui di una struttura statale inclini alla devianza e lo status istituzionale di quello stesso organismo, che nulla aveva a che fare con le singole, probabili, scelte di alcuni uomini, se non per la sola responsabilità di cooptazione o assunzione degli stessi. Quindi a chi attribuire le impurità che in esso fermentavano o che gli venivano attribuite? A chi probabilmente deviava oppure alla devianza stessa di un’epoca in cui tutto, almeno con il senno di poi, ci appariva come il periodo oscuro della storia italiana? Il testo, ancor prima di accentrarsi su questi argomenti, percorre le epoche antiche, dove si praticava una Intelligence rudimentale ma allo stesso tempo efficace negli ambienti militari, ma anche in quelli civili; scruterà nella storia dell’Italia pre-unitaria e nei primi trattati strategici di spionaggio.Un elaborato, seppur breve nella esposizione storica, profondo nella sua argomentazione su ciò che qualcosa sembra e di cosa invece realmente è. Un libro che, seppure non ricalcando la meravigliosa forma del narrare del Guicciardini, il quale da accorto statista e profondo politico così bene ha proposto le sue acute istorie del raccontare la “scienza dello Stato”, seguirà le orme della sapienza civile, dell’educazione storica nonché del pensiero italiano, ammaestramenti che tanto interessarono il Dante e il Machiavelli. Impronte che non andrebbero cancellate, ma dovrebbero invece essere preservate e seguite, poiché ci indicheranno il giusto cammino sul sentiero del sapere aude e avviarci così verso la conoscenza. Una esposizione storica, ma anche una quasi apologia per i Servizi segreti i quali tra accuse, denigrazioni e ipotetiche devianze, hanno vissuto periodi non facili nell’Italia del XX secolo. Editato in Selfpublisher da IntellStudies, il libro consta di 362 pagine, correlate da immagini, note, citazioni e nomi ed è prenotabile presso le librerie La Feltrinelli oppure su tutti gli Store Book on line.
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