Sergio Vecchio “torna” a Paestum! Potremmo dire che rientra a casa sua con retrospettiva organizzata presso il Museo Archeologico nazionale dove raccontò se stesso nell’ultima uscita ufficiale prima di essere colpito a morte nell’inverno del 2018.
Era da tempo che la sua compagna di una vita, Bruna Alfieri, aveva concordato con Gabriel Zuhcthrigel, direttore del parco archeologico di Paestum, di organizzare un evento dedicato all’artista più pestano di tutti quelli che pure sono nati, hanno vissuto e vivono nelle Città dei Templi.
A nessuno tra quelli che hanno conosciuto Sergio Vecchio, personalmente o tramite le sue opere, può essere sfuggita l’identificazione tra l’artista e i luoghi di questa terra ricca di storia, arte e cultura. Infatti, non c’è opera pittorica o letteraria di Sergio dalla quale non emerga l’idillio che ha accompagnato la vita dell’uomo dall’animo nobile con uno spirito proletario.
Quando entreremo nel museo per andare ad onorare la memoria dell’artista scomparso ognuno di noi porterà con sé un ricordo particolare dell’uomo che ha conosciuto e frequentato nel tempo che gli è stato concesso.
Per quanto mi riguarda, immaginerò la sua amarezza quando scrisse sul nostro giornale una lettera con la quale, in risposta alle tante delusioni avute quando come artista ha tentato di confrontarsi con la sua terra, comunicava che “non avrebbe mai più esposto a Paestum”.
Soffrii per lui in quella occasione perché, se pur arrabbiato, dal suo stato d’animo traspariva fortissimo il sentimento di frustrazione che lo pervadeva per essere stato bistrattato nella sua terra natia.
Si buttò a capo fitto ad organizzare mostre oltre il “recinto” pestano e, pur essendo già cagionevole di salute, non ha rinunciato a nessuna occasione.
A meno di un anno dalla sua scomparsa, abbiamo l’occasione di entrare nel Museo di Paestum e rincontrare l’artista nel luogo da lui più amato facendo scivolare sulle sue opere esposte lo sguardo accompagnato dai tanti ricordi di vita vissuta con l’uomo, che in questa occasione, sarà separato dalla realtà che tenta di “comprenderlo”.