Il 23 marzo 2018 è avvenuto l’insediamento di Camera e Senato, ai neoletti della XVIII Legislatura il 20 aprile è stata accreditata la parte retributiva per il primo mese di “lavoro”, il grosso è invece arrivato intorno al 30, quando gli è stato bonificata anche la componente non soggetta a trattenute come diaria, rimborso forfettario e indennità per “esercizio del mandato“. Il tutto, va detto, senza essersi proprio stancati più di tanto, visto che nessuno, tra neosenatori e deputati, nel primo mese ha lavorato più di 24 ore. Proprio così: alla Camera ci si è fermati intorno alle 20 ore, addirittura 9 al Senato. Per gli Uffici competenze parlamentari però fa lo stesso. E prontamente, pagano.
Il costo totale delle retribuzioni raggiunge i 18 milioni di euro, insomma non proprio briciole. Il tutto non fa che alimentare, a questo punto, la voglia di un governo, qualunque esso sia. L’impasse politica ha portato in dono a deputati e senatori una lunga vacanza retribuita. I deputati hanno diritto a un’indennità lorda di 10.435,00 euro, al netto circa 5 mila euro. A titolo di rimborso delle spese di soggiorno c’è poi una diaria pari a 3.503,11 euro. A cui si aggiungono un rimborso spese per l’esercizio del mandato, pari a 3.690 euro, ed una cifra che oscilla fra 3.323,70 euro e 3.995,10 euro (a seconda della distanza) per il rimborso delle spese di trasporto e di viaggio. Infine, 1.200 euro annui per spese telefoniche. I senatori invece ricevono un’indennità mensile lorda di 10.385,31 euro. Ovvero, un netto mensile di circa 5.000 euro, a cui si sommano una diaria di 3.500 euro e un rimborso forfetario mensile di 1.650 euro per le spese generali, che sostituisce e assorbe i preesistenti rimborsi per le spese accessorie di viaggio e per le spese telefoniche. Per loro, il rimborso per le spese per l’esercizio del mandato è di 2.090 euro.
Senza dimenticare che il 58% degli eletti è al primo mandato, e dopo aver percepito il primo stipendio, deve auspicare di restare in carica almeno fino al termine dei 5 anni prima di maturare l’ambito diritto alla pensione. Una variabile da non trascurare, nel complicato puzzle di questo non governo. Forse il ritorno immediato alle urne non piace proprio a tutti.
Insomma, viva l’Italia!