L’andropausa dovrebbe essere il corrispondente maschile della menopausa. In realtà così non è, in quanto nel maschio vi è una diminuzione della secrezione di ormoni sessuali ma non la cessazione totale. Vi è una grande variabilità nella diminuzione della secrezione di testosterone con l’avanzare dell’età. Generalmente si presume la diminuzione dell’1% all’anno a partire dall’età di 30 anni. Vari studi mostrano come la prevalenza di questa riduzione sia attorno al 20% negli uomini al di sopra dei 60 anni, per arrivare ad un 50% negli ottuagenari.
La diminuzione del testosterone con l’avanzare dell’età è legata sia alla minore funzionalità ipotalamica, sia alla minore funzionalità testicolare, con una riduzione del numero di cellule che producono testosterone. Nell’anziano anche la sensibilità dei recettori per il testosterone diminuisce, portando a una complessiva minore attività gonadica.
A questa specifica diminuzione ormonale possono far seguito altre alterazioni dell’organismo: diminuzione della libido, diminuzione della massa magra, aumento dell’osteoporosi, cambiamenti umorali, riduzione delle funzioni cognitive, aumentato rischio cardiovascolare, ipertrofia prostatica, infertilità.
Ci sono alcuni integratori che possono ridurre gli effetti collaterali di bassi livelli di testosterone in quanto sono in grado di aumentare le difese contro i radicali liberi, migliorare la qualità dello sperma, migliorare le funzioni vascolari e quindi erettili, prevenire l’ipertrofia prostatica.
Zinco e selenio possono essere utilicontro le cause primarie di infertilità. Il licopene è in grado di prevenire o ridurre sia l’ipertrofia prostatica benigna (IPB) che il cancro prostatico. L’arginina agisce sugli enzimi che producono ossido nitrico, vasodilatatore essenziale per l’erezione.