La gotta è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata dall’accumulo di acido urico nel sangue. In condizioni normali questo acido viene eliminato dal sangue attraverso i reni, ma quando l’organismo ne produce troppo non riesce ad eliminarlo completamente e i livelli ematici aumentano. A questo punto il sistema immunitario si attiva per eliminare i cristalli e questo produce il classico dolore infiammatorio. L’attacco acuto di gotta, caratterizzato da dolore, gonfiore, arrossamento e irritazione articolare, insorge soprattutto verso sera e si accentua durante la notte. Spesso compare anche la febbre, particolarmente in presenza di malattia poli-articolare.
Ovviamente, in caso di attacco acuto la prima cosa da fare è intervenire tempestivamente per ridurre il dolore. Un primo consiglio utile è l’applicazione di ghiaccio sulle articolazioni coinvolte per alleviare i sintomi. Bene anche l’assunzione di grandi quantità di acqua per aiutare i reni a smaltire l’acido urico in eccesso. I farmaci antinfiammatori non steroidei sono poi i farmaci di prima scelta per combattere il dolore, soprattutto indometacina e diclofenac. Le alternative sono o i cortisonici, anche applicati per via intra-articolare per ridurre gli effetti collaterali, o la colchicina, un alcaloide contenuto in alcune piante, potente antinfiammatorio di recente venuto alla ribalta perché impiegato anche per combattere l’infiammazione polmonare da Covid-19.
Lontano dalle fasi acute si usano farmaci che normalizzano l’uricemia bloccando la sintesi dell’acido urico, quali l’allopurinolo ed il febuxostat. Spesso si associano al lesinurad, che è un principio attivo che favorisce l’eliminazione di acido urico ed ha quindi un’azione sinergica, al fine di ridurre le dosi e gli effetti indesiderati dei singoli farmaci.