Scuola, stipulata l’Intesa sui riparti delle risorse per il Sistema integrato 0-6 per gli anni 2021, 2022 e 2023.
Sistema 0-6 anni, ripartiti i fondi per oltre 300 milioni di euro: al Sud il maggiore incremento. Con le risorse del Fondo nazionale per il Sistema integrato, che il Ministero assegna direttamente ai Comuni, in forma singola o associata, sulla base delle programmazioni regionali, possono essere finanziati interventi di edilizia su edifici pubblici che ospitano servizi educativi o scuole dell’infanzia, spese di gestione, anche al fine di ridurre le rette a carico delle famiglie, formazione in servizio per il personale educativo e docente e il funzionamento dei coordinamenti pedagogici territoriali.
Il Sistema integrato di educazione e di istruzione, detta il D.L.13 aprile 2017, n. 65, promuove la continuità del percorso educativo e scolastico, con particolare riferimento al primo ciclo di istruzione, sostenendo lo sviluppo delle bambine e dei bambini in un processo unitario, in cui le diverse articolazioni del Sistema integrato di educazione e di istruzione collaborano attraverso attività di progettazione, di coordinamento e di formazione comuni; concorre a ridurre gli svantaggi culturali, sociali e relazionali e favorisce l’inclusione di tutte le bambine e di tutti i bambini attraverso interventi personalizzati e un’adeguata organizzazione degli spazi e delle attività; accoglie le bambine e i bambini con disabilità certificata ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nel rispetto della vigente normativa in materia di inclusione scolastica; rispetta e accoglie le diversità ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana; sostiene la primaria funzione educativa delle famiglie, anche attraverso organismi di rappresentanza, favorendone il coinvolgimento, nell’ambito della comunità educativa e scolastica; favorisce la conciliazione tra i tempi e le tipologie di lavoro dei genitori e la cura delle bambine e dei bambini, con particolare attenzione alle famiglie monoparentali; promuove la qualità dell’offerta educativa avvalendosi di personale educativo e docente con qualificazione universitaria e attraverso la formazione continua in servizio, la dimensione collegiale del lavoro e il coordinamento pedagogico territoriale. Il Sistema integrato di educazione e di istruzione, Sistema 0-6, garantisce quindi a tutte le bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni, pari opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento per superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, etniche e culturali. La novità del decreto legislativo 65 del 2017 consiste nel fatto che i Poli per l’infanzia, che accolgono in un unico edificio o in edifici vicini strutture sia del segmento 0-3 sia del segmento 3-6 per un migliore utilizzo delle risorse attraverso la condivisione di servizi, spazi e risorse. Nel mese di luglio scorso è stata approvata in Conferenza Unificata l’intesa relativa al Piano di azione pluriennale per il quinquennio 2021-2025, riguardante il Sistema integrato di educazione di istruzione dalla nascita ai sei anni. E’ previsto un Piano di azione nazionale pluriennale del Governo necessario per l’estensione del Sistema integrato 0-6 anni su tutto il territorio nazionale. Lo prevede il D.lgs. 65/2017. Il percorso legislativo prevede che il Piano, previa intesa in sede di Conferenza Unificata, come disposto dall’art. 8 del D.lgs. 281/1997, sia adottato con deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’Istruzione (nel 2017 indicato come MIUR).Una finalità peculiare consiste nel garantire un riequilibrio territoriale, sostenendo gli interventi da parte degli Enti locali nella gestione dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia. Il Piano di azione nazionale quinquennale definisce i seguenti interventi: nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza, risparmio energetico e fruibilità di stabili di proprietà delle amministrazioni pubbliche;finanziamento di spese di gestione, in quota parte, dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, tenendo conto dei loro costi e della loro qualificazione; interventi di formazione continua in servizio del personale educativo e docente e promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali. E’ stata stipulata l’Intesa relativa al riparto delle risorse del Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione per gli anni 2021 (seconda parte di finanziamento), 2022 e 2023. L’Intesa fa riferimento al Piano di azione pluriennale per il Sistema integrato 0-6 anni approvato lo scorso 8 luglio in Conferenza Unificata. Con le risorse del Fondo nazionale per il Sistema integrato, che il Ministero assegna direttamente ai Comuni, in forma singola o associata, sulla base delle programmazioni regionali, possono essere finanziati interventi di edilizia su edifici pubblici che ospitano servizi educativi o scuole dell’infanzia, spese di gestione, anche al fine di ridurre le rette a carico delle famiglie, formazione in servizio per il personale educativo e docente e il funzionamento dei coordinamenti pedagogici territoriali. Dal 2021 le Regioni e le Province autonome hanno la possibilità di conoscere in anticipo le risorse assegnate per gli anni successivi, in modo da poter programmare la destinazione delle stesse per un triennio. Per ciascuna delle tre annualità, 2021, 2022 e 2023, le risorse assegnate ammontano a 309 milioni di euro. Per il 2021 una quota pari a 1,5 mln di euro è destinata all’attivazione da parte del Ministero dell’Istruzione dell’Anagrafe nazionale dei servizi educativi; le risorse rimanenti sono state ripartite per 264 mln in continuità con le assegnazioni del 2020 e per 43,5 mln in relazione ai medesimi criteri condivisi per il 2022 e 2023, che fanno riferimento al numero di bambini iscritti ai servizi educativi e alle scuole dell’infanzia paritarie (pubbliche e private), alla popolazione di età compresa tra zero e sei anni e alle esigenze di riequilibrio territoriale. In particolare, viene assegnata una quota perequativa, pari al 20% delle risorse disponibili, alle Regioni e Province autonome con una percentuale di copertura dei servizi educativi per l’infanzia inferiore alla media nazionale secondo i più recenti dati ISTAT; il 40% delle risorse viene attribuito in proporzione agli utenti dei servizi educativi per l’infanzia che prevedono costi a carico dei Comuni; il 30% in proporzione alla popolazione residente in età compresa tra zero e sei anni; il 10% in relazione ai bambini iscritti alle scuole comunali e private paritarie. Dal 2017 al 2023 il Fondo nazionale per il Sistema integrato 0-6 è andato progressivamente crescendo, con un incremento di 100 milioni di euro, passando dagli iniziali 209 mln agli attuali 309 mln. Le Regioni del Sud, fatta eccezione per l’Abruzzo, grazie alla quota perequativa e in virtù dei criteri legati alla popolazione infantile residente, sono quelle che beneficiano dell’incremento maggiore. Le percentuali di incremento vedono favorite Campania (+203,4%), Calabria (+154%), Sicilia (+147,3%). A seguire Basilicata (+73,7%), Molise (+69,1%), Puglia (+68,2%), Provincia autonoma di Bolzano (+67,7%). Incrementi superiori al 50% anche per la Provincia autonoma di Trento (+55%) e il Friuli Venezia Giulia (+53,5%). Il riparto condiviso nell’Intesa risponde alle esigenze di riequilibrio territoriale, destinando una consistente quota di risorse alle Regioni più lontane dall’obiettivo del 33% di copertura dei servizi 0-6. Risponde, inoltre, alle esigenze di mantenimento dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia attivi nelle Regioni che in questi anni hanno maggiormente investito per l’attuazione del Sistema integrato. Dalla fine di marzo e fino al 10 luglio 2021 si è svolta la campagna di consultazione pubblica sul documento base delle Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei elaborato dall’omonima Commissione nazionale. Sono stati organizzati: 7 incontri nazionali di audizione, a cura del Ministero, ai quali hanno partecipato 61 organismi di coordinamento (organizzazioni sindacali, associazioni, federazioni, cooperative, forum, regioni, enti locali, mondo accademico…); 21 incontri territoriali, a cura degli Uffici scolastici regionali in collaborazione con Regioni e ANCI regionali, che hanno coinvolto educatori e insegnanti, gestori e dirigenti scolastici, amministratori e funzionari, ricercatori ed esponenti politici, genitori. Sono stati raccolti: 2070 questionari strutturati e 210 schede di lettura ragionata on line messi a disposizione di singoli portatori di interesse e gruppi strutturati di stakeholder; 34 contributi scritti contenenti osservazioni e suggerimenti per l’elaborazione del testo finale del documento. Gli incontri nazionali e territoriali, i questionari, le schede di lettura, i contributi scritti pervenuti, tuttavia, hanno portato la voce di chi opera all’interno del sistema, hanno dato il polso della situazione attuale, prefigurato possibili scenari futuri, restituito fiducia sul fatto che il sistema integrato è condiviso, apprezzato, possibile da realizzare. “Il sistema 0-6 è forse la più importante delle sfide educative che noi oggi affrontiamo, ma anche la più importante delle sfide sociali, ritiene il Ministro Patrizio Bianchi. L’emergenza epidemiologica ci ha confermato che la scuola deve essere il luogo dove si crea l’uguaglianza. Il sistema d’Istruzione è lo specchio della società e deve quindi insegnare il concetto fondante della democrazia e della parità. Oggi i sistemi 0-3 e 3-6 non vedono gli stessi servizi ugualmente garantiti a tutti, in Italia. Per questo le Linee guida sono una sfida sociale, perché richiamano l’attenzione su un settore che è solo apparentemente localizzato, ma in realtà coinvolge l’intera Repubblica. Oggi non è il momento conclusivo di un lavoro, ma vorrei che fosse l’inizio di un grande dibattito nazionale. Dobbiamo uscire dalla pandemia con una fortissima volontà d’innovazione, lavorando per garantire una piena integrazione”.
Emilio La Greca Romano