Scuola, stabilizzazione dei docenti precari storici. Urge il doppio canale
Il MIM non blocca il concorso pnrr per assumere gli idonei. Il prezzo è troppo alto, si perderebbe l’ultima tranche del PNRR”. Solo la stabilizzazione dei precari e nuove opportunità per i giovani laureati garantiranno efficienza scolastica. Valditara avvia un confronto coi sindacati sul precariato. Un coro di voci a favore del doppio canale di reclutamento. Il doppio canale di reclutamento è la soluzione possibile, ne è convinto il Comitato precari uniti per la scuola. Pacifico (ANIEF): “Doppio canale di reclutamento per mettere fine alla supplentite. Solo così arresteremo la procedura d’infrazione contro l’Italia”. Paola Frassinetti: “È stata avviata una interlocuzione con la Commissione europea per ottenere un’ulteriore e maggiore flessibilità, anche al fine di aprire la strada al doppio canale di reclutamento. Pittoni: “Senza il doppio canale vedremo crescere la percentuale di supplenti rispetto ai titolari”
La scorsa settimana è stato dato inizio a un importante confronto tra MIM e sindacati. La finalità rimane il bisogno di ridurre il numero del precariato. Valditara muove il pensiero intorno al soddisfacimento della continuità didattica, della qualità della docenza e della stabilità del posto di lavoro. Sono questi i suoi obiettivi. Secondo Valditara i dati del fenomeno dimostrano la riduzione del numero dei precari nell’anno scolastico in corso. In particolare, le supplenze annuali e fino al termine dell’attività didattica assegnate risultano essere 140.342 di cui 102.180 sul sostegno, che rappresenta il 72,8% del totale delle nomine a tempo determinato. Nel corso dell’anno le supplenze potranno crescere fino a 155mila, considerando vari fattori. Negli anni passati, più prossimi, nel 2023/2024 le supplenze sono state 160.564, mentre nell’anno scolastico 2022/2023 hanno raggiunto le 160.562 unità. La stabilizzazione dei docenti precari storici, sostiene il Comitato Precari Uniti per la Scuola, a seguito della manifestazione del 12 ottobre, abbisogna di un doppio canale di reclutamento. Si tratterebbe in tal modo di risolvere radicalmente il problema. Attualmente l’Italia è sotto l’osservazione costante dell’Europa; è, infatti, interessata da una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per l’eccessivo utilizzo di contratti a termine per gli insegnanti. Il doppio canale di reclutamento potrebbe essere considerato in funzione dell’assunzione del 50% dei docenti dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e il restante 50% attraverso concorsi pubblici. Solo in tal modo, con sicurezza e celerità, si potrebbe fornire una fattiva e risolutiva risposta al problema del precariato. Nello stesso tempo il sistema garantirebbe una sorta di equilibrio fra precari storici e neolaureati. In tal modo, fra l’altro, si potrebbero trovare esaustive risposte anche in termini di garanzia di continuità didattica. Occorre un decisivo intervento politico scolastico affinché, con certezza, si possa porre fine al precariato cronico e fornire stabilità alla classe docente. In tanti chiedono a Valditara di bloccare il prossimo concorso e assumere tutti gli idonei ai concorsi passati. Il Ministro dell’istruzione e del merito, valutando la questione, addita alle conseguenze. L’idea non è infelice. Lo stesso Programma della Lega due anni or sono sollecitava alla necessita di superare il precariato, di coprire la carenza del personale nella scuola e di adeguare gli stipendi. Oggi, intanto, malgrado i buoni propositi, si attesta intorno alle trecentomila unità. È comunque intollerabile e inammissibile dovere accettare i nuovi concorsi senza avere esaurito le graduatorie degli idonei del concorso 2020 e 2023. Occorre dire, assicura Giuseppe Aprile, che da parte di Valditara, su questo aspetto, vi è stata un’apertura a seguito dell’interlocuzione con la Comunità Europea. Seguono alcuni punti salienti dell’intervento di Giuseppe D’Aprile al ministero. Si tratta di punti salienti toccati dal Segretario generale della Uil Scuola Rua, durante l’incontro dell’8 ottobre 2024 con il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara. Con specifico riferimento al precariato, D’Aprile col proposito di cambiare formula ha fatto questa considerazione: “Quest’anno la scuola è ripartita con circa 230 mila contratti a tempo determinato tra docenti e Ata (comprensivi di spezzoni orari), di cui circa 102.000 sul sostegno. Al di là dei numeri, c’è un problema strutturale, come ci ha ricordato anche la Corte di Giustizia Europea, ed è il precariato. Questa situazione, in particolare, danneggia i nostri alunni e il personale. In nove anni, il numero di precari è raddoppiato. Bisogna fermarsi e riprogrammare con coraggio. Abbiamo denunciato anche i limiti dell’algoritmo. Il sistema di assegnazione delle supplenze ha mostrato tutti i suoi limiti, l’algoritmo si è rivelato fallimentare. È costato svariati di milioni, ha creato enormi disagi alle scuole, disparità tra i docenti e ha compromesso la continuità didattica, lasciando dirigenti scolastici e segreterie in difficoltà. Pensiamo che, per il prossimo anno scolastico, la presenza fisica degli aspiranti alla convocazione, in attesa di un perfezionamento della procedura, sia la soluzione auspicabile. Ulteriore questione aperta riguarda il sistema degli interpelli, che ha portato molte scuole a ricevere migliaia di candidature in sole 24 ore. A pagarne le conseguenze sono le segreterie, i dirigenti scolastici e, ancora una volta, gli studenti”. Il reclutamento richiede una riforma strutturale. A garanzia di una condizione migliorativa, avanti ai troppi limiti dell’attuale sistema di reclutamento, si avverte il bisogno di “trasformare l’organico di fatto in organico di diritto è una scelta logica e necessaria”. D’Aprile si è poi espressamente detto contrario ai nuovi concorsi, a prescindere da ogni ulteriore giustificazione: “Abbiamo espresso forte contrarietà all’indizione di nuovi concorsi senza prima aver utilizzato le graduatorie degli idonei dei concorsi precedenti, in particolare del 2020 e del 2023: È ingiusto chiedere a chi ha già superato una selezione di rimettersi alla prova, soprattutto quando ci sono ancora posti vacanti. Occorre coprire tutti i posti autorizzati utilizzando le graduatorie esistenti, anche per gli anni scolastici successivi. Inoltre, nell’immediato, i posti autorizzati per l’a.s 2024/25 e non coperti per mancanza di aspiranti in una regione, si potrebbero redistribuire tra le diverse regioni in modo da coprire tutti i posti disponibili e, allo stesso tempo, permettere lo scorrimento delle graduatorie degli idonei del concorso 2020”. Il sindacalista ha poi chiesto lo svolgimento nel 2024-25 del Concorso e anno di prova anche per chi si abilita a breve. I docenti privi di abilitazione, risultati vincitori nella Graduatoria di Merito dell’ultimo concorso, la cui pubblicazione avviene anche oltre il 31 agosto, risultano già iscritti a un percorso abilitante destinato a concludersi entro l’anno solare. Rivendichiamo, ha detto, che a questi docenti sia concessa la possibilità, durante la fase di nomina o successivamente alla stipula del contratto a tempo determinato, di dichiarare l’avvenuta acquisizione del titolo abilitante. Questo permetterebbe loro di svolgere l’anno di prova già nell’anno scolastico 2024/2025, con una conseguente modifica del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato. Non secondaria è stata rilevata l’emergenza sostegno. Per i docenti di sostegno è stata fatta richiesta di una graduatoria nazionale. “In tema di sostegno agli alunni con disabilità, abbiamo denunciato una situazione paradossale: in alcune Regioni ci sono docenti specializzati precari che non lavorano, mentre in altre si assume senza titolo. Abbiamo proposto una graduatoria nazionale da utilizzare una volta esaurite le graduatorie di specializzati a livello provinciale”. Spazio è poi stato riservato, nel corso dell’incontro, al personale ATA e alla Nuova Pass web: “Anche il personale ATA, con oltre 36 mila supplenze, è al centro delle nostre preoccupazioni. È inammissibile la condizione di solitudine in cui sono lasciate le amministrazioni scolastiche che, è bene ricordarlo, vivono una carenza ormai cronica di personale. Le scuole stanno subendo ulteriori pressioni con l’obbligo di utilizzare l’applicativo Nuova Pass web per le istanze di cessazione. Si tratta di una pratica opprimente che non può essere imposta al personale, il quale, peraltro, non è adeguatamente formato e non riceve un giusto riconoscimento economico per adempimenti, che tra l’altro, non rientrano nei loro compiti”. “Si chiede, afferma Valditara, di bloccare i nuovi concorsi per assumere soltanto gli idonei dei concorsi passati. Questo purtroppo non è possibile perché nella passata legislatura c’è stato un accordo fra il precedente governo e la Commissione Europea volto a obbligare l’Italia, impegnare l’Italia, ad assumere 70 mila docenti con concorsi PNRR. Originariamente questo accordo prevedeva l’obbligo di assumere entro il 31 dicembre 2024, una data irrealistica, trattando con la Commissione Europea, abbiamo ottenuto di prolungare questo termine al 31 dicembre 2026. Proprio questa trattativa ci ha consentito lo scorso anno di assumere 40.700 docenti non con i concorsi PNRR e quest’anno 12.800 docenti sempre al di fuori dei concorsi PNRR. Noi abbiamo chiesto alla Commissione Europea di rendere più flessibile il meccanismo di reclutamento previsto dal PNRR. Mi fa molto piacere che a distanza di alcune settimane rispetto alla nostra richiesta, la Cgil abbia scritto direttamente alla Commissione Europea per rimodulare gli impegni dell’Italia in materie di reclutamento, riconoscendo dunque che questa è la realtà dei fatti”. In mancanza dell’assunzione dei settantamila Proff., afferma Valditara, come dettato dall’UE, si rischia seriamente di non ottenere una parte significativa di quei 24 miliardi che costituiscono l’ultima tranche del Pnrr. Il capo del dicastero di viale Trastevere precisa: “Proprio noi, con il decreto-legge 75 del 2023, art.20 comma 2, abbiamo messo ad esaurimento le graduatorie degli idonei del concorso 2020 che altrimenti sarebbero stati fuori dalla scuola, avrebbero dovuto rifare i concorsi. Dunque, l’attenzione verso di loro è massima, l’impegno a modificare regole europee c’è e ovviamente sino a quando queste regole non verranno modificate noi dovremo continuare con la procedura concorsuale”. La sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, nel corso dell’intervista rilasciata ad “Orizzonte Scuola, ha dichiarato “il problema dei precari è storico in Italia e abbiamo ereditato la più alta percentuale europea di precari nella scuola”. Il piano stabilizzazioni di questo ministero ha velocizzato assunzioni, burocrazia e pensionamenti e dato i suoi frutti, soprattutto nell’ emergenza sostegno, dove sono stati stabilizzati 85 mila docenti. Il massiccio avvio dei concorsi pnrr consentirà l’immissione in ruolo di oltre 75 mila docenti, ma comporta anche operazioni complesse ancora parzialmente in corso. È nostra intenzione, gradualmente, conciliare le esigenze dei nuovi concorsi regolamentati dall’Europa con l’esigenza di smaltire le graduatorie supplenti, quest’anno ancora troppo numerose. L’ultima tranche del Pnrr per l’intero sistema Italia è di 24 miliardi di euro e rischia di non essere pagata in parte se non raggiungiamo il numero di 70mila assunzioni di docenti nella scuola, che per la Commissione europea è considerato una ‘milestone’, un pilastro del Pnrr”. Lo scoglio, dunque, ribadisce la Frassinetti, in linea con il Ministro Valditara, resta l’UE, la rigidità delle disposizioni dell’Europa. Intanto si è avviata una trattativa in merito a questa criticità. È stata avviata, dichiara, una interlocuzione con la Commissione europea per ottenere un’ulteriore e maggiore flessibilità, anche al fine di aprire la strada al doppio canale di reclutamento. In tanti riversano grande fiducia nel doppio canale di reclutamento. Lo stesso Mario Pittoni responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, già presidente della commissione Cultura al Senato, con grandi energie, da tempo, è sostenitore instancabile di questo sistema di reclutamento. Sarebbe, a suo dire, oggi, l’unica soluzione adeguata ad assumere con regolarità i docenti in ogni ordine e grado. “La percentuale di docenti “titolari” (quelli, cioè, che possono garantire la continuità didattica alla base della qualità del servizio) è da tempo in caduta libera. Quest’anno si sfonderà probabilmente il record assoluto delle supplenze (ci avviciniamo alle 300mila unità) che andranno a coprire i posti effettivamente necessari. A conferma dell’urgenza di un meccanismo di reclutamento degli insegnanti a doppio canale in base a merito ed esperienza, invece di limitarsi al tradizionale concorso per titoli ed esami con tempi ormai fuori dalla realtà”. Pittoni, già nella scorsa estate, volle informare che il MIM ragionava sul doppio canale di reclutamento. “Sul doppio canale di reclutamento dei docenti si chiude una settimana importante. C’è stato l’incontro del ministro dell’Istruzione Valditara col vertice dell’Anli, associazione di insegnanti che recentemente ha manifestato proprio per il doppio canale, mentre al ministero si discute della strategia più adatta per centrare un obiettivo che richiede il via libera della Commissione europea. Senza doppio canale, già ebbe a dire, il rischio è veder crescere ulteriormente la percentuale di supplenti rispetto ai docenti titolari (a danno della continuità didattica e quindi della qualità del servizio), in quanto i tempi per chiudere procedure concorsuali classiche sono ormai fuori dalla realtà”, A breve, il prossimo concorso pnrr, senza se e senza ma. Nel totale dissenso si avvicina la data del prossimo bando. Si completerà, in tal modo, l’iter entro la fine di quest’anno. Nei mesi ottobre-novembre dovrebbe essere pubblicato il bando, con tutte le modifiche e le novità rispetto al precedente. Ai nuovi vincitori del concorso, per consentire l’immissione in ruolo, sono stati riservati 19.000 posti. Gli idonei stanno sul piede di guerra. Marcello Pacifico, (ANIEF), leader del giovane sindacato rappresentativo, ritiene che a tutela della qualità della didattica, è necessario attivare il doppio canale di reclutamento, bisogna mettere fine alla supplentite: “..La nostra scuola è precaria da cinquant’anni e non va bene. Ricordiamo che, a causa della reiterazione dei contratti a termine, vi è una procedura di infrazione da 10 anni sull’Italia. Un posto su due sul sostegno è dato ai precari, perché non si vuole riconoscere l’organico su posti di diritto ma in deroga. Questo porta a una precarizzazione della scuola. È necessario il doppio canale di reclutamento, un docente su quattro è precario e non è ammissibile, basta con la supplentite”.