Scuola, l’UE tira le orecchie all’Italia per l’abuso dei contratti a termine. Valditara lancia un grande piano contro il precariato
Il Ministro Valditara: “Ho intenzione di lanciare un grande piano contro il precariato. I nuovi percorsi Indire propongono un’offerta di qualità dove c’è particolare fabbisogno. Abbiamo richiesto flessibilità nell’assunzione degli idonei del concorso 2020 e la possibilità di conteggiare nel computo dei 70mila docenti da assumere con i concorsi del Pnrr anche gli idonei del concorso 2023. Abbiamo intenzione di fare ciò che gli ultimi Governi non hanno saputo realizzare”.
Sempre più, contrariamente al proposito meritocratico e premiale, si perfeziona il quadro della scuola italiana con marcati tratti di “demerito”, se parliamo di una scuola aggravata dalla scarsità di investimenti nel settore dell’istruzione, come sottolineato dal rapporto Education at a Glance 2024; della scuola di un Paese destinataria del miserrimo 4% del PIL alla spesa pubblica per l’istruzione, contro una media OCSE del 4,9%, di una scuola dotata del corpo docente più avanti negli anni; i Proff. italiani, infatti, sono i più anziani tra i paesi OCSE (53% over 50, contro una media del 37%) e le retribuzioni si rappresentano tra le più basse, superando solo quelle di alcuni paesi dell’Est Europa. L’Europa, in questo caso, mostra una peculiare attenzione sulla scuola e ha da poco, nuovamente riversato le colpe al nostro Paese di non aver messo un punto all’uso esagerato di contratti a tempo determinato e alle condizioni di lavoro discriminatorie nel settore scolastico. La Commissione Europea. com’è noto a tanti, ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Cosa contesta la Commissione? La violazione della Direttiva 1999/70/CE. E cosa prevede questa direttiva? Garanzia di norme contrastanti con la disparità di trattamento e l’abuso di contratti a termine. Un fardello di cose buone e giuste. La Commissione Europea ha deferito il nostro Paese alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea specialmente perché, fra l’altro, manca in Italia una progressione salariale per i docenti precari, a dispetto dei Proff. di ruolo, ovvero assunti a tempo indeterminato. Più volte la Commissione nel passato prossimo ha rimarcato, con esplicite note di costituzione in mora, la mancanza reiterata di provvedimenti opportuni volti alla risoluzione del problema, ma la politica italiana sia nel luglio 2019, sia nel dicembre 2020 e sia nell’aprile 2023, ha fatto orecchie da mercante. Il tutto è passato sotto placido silenzio, indifferente, in uno stato di sopore, nel dolce addormentarsi d’un sonno leggero della politica scolastica italiana. Ieri, 9 ottobre, Alleanza Verdi Sinistra (AVS), ha interrogato Valditara, il Ministro dell’Istruzione e del Merito entro il Question time in diretta televisiva. Elisabetta Piccolotti, deputata di Sinistra Italiana nel gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, ha formulato istanza al Governo di intervenire con sollecitudine col fine di sanare la piaga del precariato nella scuola. Alleanza Verdi Sinistra (AVS) chiede l’immissione in ruolo dei docenti utilizzando le graduatorie dei precedenti concorsi, la stabilizzazione dei posti di sostegno e analoghi interventi per il personale ATA. La finalità è garantire prospettive sicure a quanti operano in qualità di precari e rende possibile l’azione didattica nel contesto scolastico. Questa la risposta del Ministro Giuseppe Valditara: “Il 3 ottobre l’Italia è stata deferita dalla Commissione Europea. Il comunicato dà atto della chiusura dell’istruttoria, i contenuti verranno resi noti in seguito. La decisione riguarda decisioni del precedente Governo. Assunzioni di tutti gli idonei? Devo precisare che abbiamo un accordo con la Commissione Europea: nessuna prospettiva era prevista per gli idonei del 2020. L’accordo riguardava l’obbligo di assumere 70mila docenti entro dicembre 2024, obiettivo irrealistico. Abbiamo iniziato quest’anno ad assumere gli idonei del precedente concorso. L’impegno del Governo è quello di ottenere maggiore flessibilità con un confronto già avviato con Bruxelles per portare all’attenzione le peculiarità del sistema italiano. Dati Ocse stipendi? Dopo il 2009 sono passati undici anni senza un rinnovo contrattuale. La discesa rispetto alle graduatorie europee deriva proprio da questa vacanza contrattuale. Nel 2020 il contratto è stato del tutto inadeguato per i docenti. Dobbiamo proseguire con gli aumenti contrattuali, da gennaio 2024. Abbiamo stanziato tre miliardi per una nuova definizione contrattuale. Mi auguro ci siano sempre più risorse destinati agli stipendi italiani”. Altra risposta di Valditara in relazione alla interrogazione di Manzi sui precari. Il Ministro esordisce con una precisazione: “I dati di precari e supplenze non sono veritieri, il massimo sarà di 155 mila unità”. Così Valditara: “Il dibattito viene inquinato da dati non veritieri. Il massimo delle supplenze sarà di 155 mila unità. Vanno aggiunti 37mila docenti che operano su spezzoni, supplenze non collegate a vacanze di organico ma ad assenze del titolare. Ricordo che la riforma Bianchi non aveva tenuto conto la questione del reclutamento. La milestone europea ci impone di bandire concorsi. Se noi avessimo messo a disposizione 19mila posti extra Pnrr avremmo messo a rischio il pagamento dell’ultima rata del Pnrr. Dobbiamo cambiare l’accordo raggiunto dalla precedente legislatura”. Veramente di ampio interesse il question time della Camera, molto atteso l’intervenuto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Questa la risposta all’interrogazione di Sasso sui numeri del precariato: “Come ho già anticipato il numero di 250mila docenti precari è fantasioso, è tutta demagogia e frottole. Questo numero non si raggiunge neanche considerando il personale ATA. Come ho detto ai sindacati, ho intenzione di lanciare un grande piano contro il precariato. I nuovi percorsi Indire propongono un’offerta di qualità dove c’è particolare fabbisogno. Abbiamo richiesto flessibilità nell’assunzione degli idonei del concorso 2020 e la possibilità di conteggiare nel computo dei 70mila docenti da assumere con i concorsi del Pnrr anche gli idonei del concorso 2023. Abbiamo intenzione di fare ciò che gli ultimi Governi non hanno saputo realizzare. Siamo arrivati e in tre settimane abbiamo firmato il nuovo contratto scuola. Abbiamo destinato 3 milioni di euro inizialmente destinati a microprogetti. Grazie a questi e ad altri 100 milioni lo abbiamo chiuso. Abbiamo incrementato del 4,5% gli stipendi”.
Il gruppo FLC CGIL non si è detto soddisfatto circa l’incontro Ministro Valditara-sindacati sull’ avvio dell’anno scolastico. “Abbiamo ribadito, dichiarano i rappresentanti FLC CGIL, le priorità della scuola che esigono una risposta immediata, a partire dalle risorse economiche da stanziare per il rinnovo del contratto di lavoro 2022-2024. “Circa 6 miliardi, per aprire una trattativa negoziale degna di questo nome”, ha dichiarato Gianna Fracassi. “Gli attuali stanziamenti – prosegue la Segretaria generale del sindacato – coprono solo 1/3 del tasso di inflazione per il triennio 2022-2024 mentre l’emergenza salariale, unita ai carichi di lavoro fuori controllo sofferti dal personale della scuola, docente e ATA, esigono una risposta immediata”. Su tutti i temi, aggiungono, abbiamo avanzato proposte, messe a disposizione del Ministro sotto forma di dossier. Le risposte del Ministro Valditara sono state vaghe e del tutto insoddisfacenti. Per questi motivi, in mancanza di un impegno immediato e concreto, avvieremo le procedure per proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale”. Queste le proposte presenti nel Dossier del gruppo FLC CGIL con relative osservazioni, formulate durante l’incontro con il Ministro Giuseppe: rinnovo CCNL 2022/2024, Attuazione del CCNL 2019/21 per dare seguito alle novità relative al personale ATA; raddoppio del FMOF per retribuire adeguatamente tutte le attività accessorie; superamento blocco anno 2013 ai fini della carriera dopo la sentenza di Cassazione; ripristino Carta docenti e cancellazione “docente stabilmente incentivato” di cui al DL 36/2022; tutor e orientatori: no al decreto e riconduzione in ambito contrattuale; avvisi per individuazione supplenti in caso di esaurimento graduatorie istituto e scuole della provincia; CCNI mobilità: superare i blocchi adeguando il CCNI alle novità introdotte dal CCNL; uso abusivo dei contratti a tempo determinato; diverse questioni specifiche riguardanti il personale ATA. In merito all’uso abusivo dei contratti a tempo determinato il gruppo FLC CGIL ha denunciato l’illegittimità della scuola italiana, riportando le seguenti motivazioni: “Il sistema scolastico pubblico italiano risulta illegittimo. È un dato di fatto: il Ministero da anni fa ricorso negli anni ai contratti a termine, mentre le esigenze di personale permanenti e durevoli come dimostra l’elevatissimo numero dei posti in deroga autorizzati sul sostegno e i posti ATA autorizzati sul fatto. Un vero e proprio abuso censurato anche recentemente dalla Commissione Europea”. Questa la proposta: “Cessazione immediata dell’uso abusivo di successivi rapporti e contratti di lavoro a tempo determinato. Superamento della legislazione italiana che nega il riconoscimento della progressione salariale ai precari, basata sui precedenti anni di servizio”. Il gruppo FLC CGIL, fra le pagine del Dossier ha valutato questa criticità: “..per particolari tipologie di docenti e in alcune regioni si verifica un massiccio ricorso alla procedura di interpello e addirittura alla nomina di personale privo di titolo di accesso, fin dal mese di settembre e anche per supplenze fino al termine delle lezioni, per esaurimento delle graduatorie di istituto nell’intera provincia. Occorre intervenire sulla formazione iniziale, ritiene il sindacato, anche riducendone i costi e garantendone la qualità, ma soprattutto rendere più attrattiva la professione docente. Decine di migliaia di idonei dei concorsi 2020, STEM. 2023 sono in attesa di assunzione, l’indizione di nuove procedure concorsuali non farebbe che aumentare le sacche di precariato”. Il gruppo sindacale a questo riguardo chiede di sospendere i nuovi bandi fino al completo riassorbimento di tutti gli idonei. Intanto l’UE si figura con la sua tirata d’orecchie all’Italia. La valenza del gesto però non si equipara al remoto rimprovero di qualcuno con affetto, con l’intenzione di sorvolare sull’accaduto. Questa tirata d’orecchie non è una punizione leggera, come utilizzata in passato anche nelle scuole elementari e finalizzata a rimproverare quanti combinavano marachelle.