Se la politica scolastica si orienta alla didattica in presenza allora, secondo i genitori, vanno garantite tempestivamente azioni di abilità e certezze, e non certo sfide, esperimenti o improvvisazioni. I rallentamenti dei vaccini al personale scolastico e agli studenti, oltre al precariato e alle “classi pollaio”, in verità, rendono improbabili la prossima presenza diffusa e costante a scuola e un sempre più facile e diffuso ritorno alla dad. Vincenzo De Luca: «Non c’è nessun obbligo a vaccinarsi ma neanche a tenere le scuole aperte”.
La politica scolastica è orientata alla didattica in presenza, malgrado Delta corre come un treno veloce e fa insolita tappa ad ogni stazione. I genitori sono preoccupati. Il Moige, Movimento Italiano genitori non resta a guardare fiducioso delle promesse politiche, né pratica facili e inopportuni moti nel mondo sognante. I piedi dei genitori sono ben saldi per terra. E’ pragmatica e preoccupata la posizione di chi i propri figli dovrà mandarli in facili assembramenti il prossimo settembre, tanto sui mezzi di trasporto quanto nelle aule scolastiche, malgrado tutti i dettati ministeriali a tutela del proprio stato. Il tempo esiguo rimasto è prezioso, non va sciupato. “Se la strada scelta è quella del ritorno in presenza a scuola non c’è tempo da perdere: è opportuno che le istituzioni e il Ministero prevedano interventi significativi prima della fine dell’estate e l’avvio del nuovo anno scolastico, in modo da pianificare per tempo le attività necessarie e non precipitare improvvisamente nella stessa situazione dello scorso anno, quando un carosello di aperture e chiusure, annunci e dietrofront hanno gettato nella confusione organizzativa più totale le famiglie italiane”. Se, dunque, ci si orienta all’apertura in presenza, come indicato nelle bozze del Piano scuola 2021-22, è bene che vengano fatte azioni di abilità e certezze, e non certo di ‘sfide’, esperimenti o improvvisazioni. “Il Movimento Italiano Genitori ha accolto favorevolmente le notizie relative alle bozze del Piano scuola 2021-22, focalizzato sul ritorno in presenza degli studenti; ma al contempo è bene ricordare a tutti gli attori in gioco che i genitori hanno bisogno, in primo luogo, di stabilità e certezze, e non certo di ‘sfide’, esperimenti o improvvisazioni. Per questo è necessario stringere i tempi al massimo, e mettere da subito in campo gli strumenti per rendere concreta e duratura la strada scelta: dai trasporti ai tamponi, dal personale alle procedure in caso di contagio, tutto, stavolta, dev’essere ottimizzato prima dell’inizio dell’anno scolastico, nulla può davvero essere lasciato al caso. Non è pensabile, infatti, un altro anno di riorganizzazioni continue, di caroselli infiniti tra aperture e chiusure, presenza e distanza, scuola e casa: le famiglie sono da tempo a corto di energie e risorse (specialmente economiche), non possono più sopportare uno sforzo del genere. Evidenti sono i rischi per la serenità dei nostri figli, proprio a causa dei sacrifici e compromessi estenuanti che le famiglie si troveranno senza dubbio a sopportare in assenza di un preciso e stabile piano di intervento. Non si pensi insomma di poter ancora scaricare, in caso di peggioramento dello scenario sanitario, i costi della situazione sui nuclei italiani, già provati dal lockdown e dalla difficile congiuntura economica. Ci aspettiamo, prosegue il Moige, una ritrovata centralità per i genitori e le famiglie, specie in questa nuova fase di ripartenza e rilancio del Paese: e in questo senso ci spiace rilevare il fatto che il ministro, dal suo insediamento, non abbia ancora convocato i genitori al tavolo del Miur. Un segnale di attenzione che fino a oggi è mancato, e che, ci auguriamo, verrà presto recuperato“. Intanto diverse sono i cedimenti della scuola in prossimità di poche settimane dall’inizio di un nuovo anno. Diversi importanti interventi preventivi non sono stati attuati. Non è stato effettuato lo sdoppiamento delle classi, non viene garantito l’aumento del personale, mancano i purificatori d’aria, scarseggiano ulteriori spazi ove necessari, non è stato concretizzato, ad oggi, un funzionale lavoro sui trasporti, si spera soltanto che si rispetti la norma che costringe il transito con il 50% dei viaggiatori, un semplice e buon proposito. Si spendono sicuramente energie in termini di campagna di vaccinazione. Si sta facendo opera di persuasione. Si vuole convincere il corpo docente a vaccinarsi come rimedio a tutti i mali. In tal modo vengono declinate le responsabilità politiche sui singoli operatori del mondo scuola. Il problema resta con la sua efficacia deleteria. Con fare inquinato da pilatismo si spostano le responsabilità politiche addosso ai singoli protagonisti della scuola. L’obiettivo che si intende raggiungere ahimè non basta. E lo asserisce, con convinzione, il virologo Andrea Crisanti da Agorà. «Coi vaccini da soli l’immunità di gregge non si raggiunge. Bisogna passare dalla fase emergenza alla fase sostenibilità, che si ottiene in due modi: con la vaccinazione e sfruttando la finestra di tempo che ti danno le misure di restrizione. Se i casi diminuiscono, è chiaro che quello è il momento per scatenare tutta la nostra forza per tracciare tutti quanti. E invece è la seconda volta che, in coincidenza col calo dei contagi, vediamo il calo dei tamponi. Dovrebbe esattamente accadere il contrario e si fa fatica a capire questa cosa». Sta di fatto che se la situazione è questa poco spazio hanno le nostre intenzioni e i sogni di qualche politico romantico sotto il perturbato e minaccioso cielo Delta. Sarà difficile, con questi presupposti, poter garantire un anno di presenza e di normalità, pura illusione! I rallentamenti dei vaccini al personale scolastico e agli studenti, oltre al precariato e alle “classi pollaio”, rendono improbabili la prossima presenza diffusa e costante a scuola. E’ facile, mentre la politica nei palazzi romani continua a fare soltanto ronzio che, questo ormai sempre più imminente anno scolastico della stagione pandemica, ricominci a settembre, sulle note della musica dell’anno precedente. «Non c’è nessun obbligo a vaccinarsi ma neanche a tenere le scuole aperte, sostiene il Governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca. Se abbiamo in un istituto, prosegue, solo il 10% di ragazzi vaccinati è chiaro che si fa la dad, non c’è niente da fare, non è che possiamo creare focolai con le nostre mani. Ma non penso che ci voglia molto a capirlo, occorre un impegno straordinario che occorre soprattutto ai ragazzi e alle ragazze per andare finalmente a scuola. E avere una vita tranquilla. Bisogna fare uno sforzo in più. Apriremo quando saremo tranquilli. Se vogliamo arrivare con tranquillità al nuovo anno scolastico noi dobbiamo vaccinare l’80% della popolazione studentesca”.
Emilio La Greca Romano