Scuola, “i nidi cinquantenni”. Presentazione del documento “Primi Orientamenti Nazionali per i Servizi Educativi per l’Infanzia”.
In occasione del cinquantesimo anniversario della nascita degli Asili Nido, lunedì 6 dicembre, al Ministero dell’Istruzione, sarà presentato il documento realizzato dalla Commissione nazionale zerosei. “Gli asili nido hanno un ruolo fondamentale nell’educazione dei più piccoli, ha dichiarato il Ministro Bianchi, rappresentano un servizio cruciale per le famiglie e un sostegno concreto al lavoro femminile. Sono un presidio determinante per migliorare il contesto sociale dei territori. Per questo il nostro Pnrr destina ad asili nido e scuole dell’infanzia in totale 4,6 miliardi. Nei bandi appena presentati, le risorse destinate agli asili nido sono 2,4 miliardi, con l’obiettivo in particolare di ridurre il divario dell’offerta territoriale tra Nord e Sud”.
In occasione del cinquantesimo anniversario della nascita degli Asili Nido, lunedì 6 dicembre al Ministero dell’Istruzione, dalle 10, sarà presentato il documento “Primi Orientamenti Nazionali per i Servizi Educativi per l’Infanzia”, realizzato dalla Commissione nazionale zerosei. All’evento parteciperà anche il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. L’asilo nido, riferisce l’ISPESL, (l’Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro), è un servizio educativo e sociale che accoglie i bambini da 3 mesi a tre anni di età, integrando l’opera della famiglia, in modo da favorire un equilibrato sviluppo psico-fisico, aiutando il piccolo a superare le difficoltà proprie dell’età e ad acquisire le abilità, le conoscenze nonché le dotazioni affettive e relazionali utili per costruire un’esperienza di vita ricca ed armonica. L’asilo nido rivolge, quindi, la propria attenzione sia al bambino che alla famiglia, proponendo ai genitori un’esperienza educativa in un contesto esterno a quello familiare, con il supporto di personale con specifica competenza professionale. A tale scopo il nido, nel rispetto della legge istitutiva n. 1044 del 6 dicembre 1971, concernente il “Piano quinquennale per l’istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato”, deve garantire un ambiente adeguato, ricco di stimoli, e personale qualificato che, in base alle conoscenze psico-pedagogiche, finalizza il proprio lavoro con obiettivi programmati ed in stretto rapporto con le famiglie. Ai sensi dell’art 6 della predetta legge, ogni Regione fissa i criteri generali per la costruzione, la gestione e il controllo degli asili, tenendo presente che gli stessi devono: • rispondere, sia per localizzazione, che per modalità di funzionamento, alle esigenze delle famiglie; • essere gestiti con la partecipazione delle famiglie e delle rappresentanze delle formazioni sociali organizzate nel territorio; • essere dotati di personale qualificato, sufficiente ed idoneo a garantire l’assistenza sanitaria e psicopedagogia del bambino; • possedere requisiti tecnici, edilizi e organizzativi atti a garantire l’armonico sviluppo del bambino. Le leggi regionali stabiliscono le dimensioni, la cubatura utile per ciascun bambino, le caratteristiche degli spazi, ecc. Fin dal 1992 la Rete Europea per l’Infanzia della Commissione Europea ha definito la qualità del nido in modo nuovo e complesso Aspetti quali l’accessibilità, la soddisfazione delle famiglie, le caratteristiche dell’ambiente fisico, gli arredi e la vita sana che il nido deve offrire sono posti sullo stesso piano e strettamente correlati con l’organizzazione del personale, la sua formazione, con gli obiettivi e le attività educative, con il benessere e la felicità dei piccoli, così come è giusto che sia per un luogo in cui questi trascorrono molto tempo in una età 7 delicata e importantissima sia per gli affetti, sia per i primi contatti sociali e sia per lo sviluppo futuro. Accanto all’asilo nido, successivamente negli anni e nelle diverse Regioni italiane sono sorti altri servizi educativi per i bambini da 0 a 3 anni. Il programma di educazione nei nidi, riferisce l’ISPESL, è attuato sulla base di piani e direttive conformi agli obiettivi definiti nei Progetti Educativi e alle finalità che si intendono raggiungere attraverso la creazione di un sistema di valutazione atto a controllare che i risultati ottenuti corrispondano ai progetti. Attraverso tale programmazione si realizza una mirata attribuzione di compiti e risorse essenziali, considerando la tipologia del trinomio: bambino – famiglia – territorio, con la conseguenza da parte del personale (gruppo degli operatori e responsabile della struttura di approntare un piano di lavoro dettagliato con l’esposizione analitica delle varie fasi operative, che sia in grado di rilevare i bisogni, le priorità nonché di fissare obiettivi, individuare alternative e attivare operazioni determinate. Un controllo documentato, da effettuarsi in più fasi del processo con le istituzioni per verificare la coerenza con il progetto educativo, prevede periodici incontri per la programmazione, il coordinamento e la verifica tra educatori, personale e soggetti coinvolti nella gestione. Deve essere definito e adottato un sistema di monitoraggio periodico e di valutazione dei risultati ottenuti nonché il follow-up (eventualmente d’intesa con i Servizi Territoriali), con il coinvolgimento anche dei familiari dei bambini, per definire eventuali azioni di miglioramento. Oggi molte Regioni hanno realizzato percorsi di ricerca e formazione che coinvolgono i nidi, proponendo vere e proprie linee guida per la qualità dei servizi. Gli Enti Locali, sulla base delle norme regionali, con propria delibera adottano specifici Regolamenti per il funzionamento del nido con indicazioni relative alle disposizioni per l’organizzazione, le prestazioni, la gestione, la vigilanza sanitaria, ecc. La gestione del nido può essere affidata ad altri soggetti pubblici o a privati, autorizzati dall’Ente Locale. Il nido d’infanzia è suddiviso in base all’età dei bambini nei seguenti reparti/sezioni: • Piccoli o lattanti da 03 a 12 mesi; • Medi o semidivezzi da 13 a 24 mesi; • Grandi o divezzi da 25 ai 36 mesi. Tale suddivisione consente di creare, attraverso gli educatori e la gestione degli spazi e degli arredi, un ambiente il più possibile corrispondente ai bisogni dei bambini. In funzione dell’età, il servizio prevede un passaggio progressivo dal gruppo dei piccoli a quello dei medi e grandi. La struttura deve definire i tempi (mesi/anno, giorni/settimana, orari) di erogazione del servizio tramite apposito calendario, da predisporsi annualmente. “Gli asili nido hanno un ruolo fondamentale nell’educazione dei più piccoli, ha dichiarato il Ministro Bianchi, rappresentano un servizio cruciale per le famiglie e un sostegno concreto al lavoro femminile. Sono un presidio determinante per migliorare il contesto sociale dei territori. Per questo il nostro Pnrr destina ad asili nido e scuole dell’infanzia in totale 4,6 miliardi. Nei bandi appena presentati, le risorse destinate agli asili nido sono 2,4 miliardi, con l’obiettivo in particolare di ridurre il divario dell’offerta territoriale tra Nord e Sud”. Gli Orientamenti si compongono di cinque capitoli e si concludono con una parte di raccordo con le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. I temi trattati sono: la storia dei servizi educativi per l’infanzia e la descrizione del quadro attuale, con riferimento alle tipologie presentate dal d.lgs. 65/2017; il bambino nei primi mille giorni di vita, tra diritti da garantire e potenzialità da sviluppare; l’alleanza educativa con i genitori e la partecipazione; le caratteristiche della professionalità educativa; gli aspetti organizzativi (spazi, tempi, esperienze educative). Come già avvenuto per le Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei, appena approvate dal Ministro Bianchi, il documento verrà sottoposto a un’azione di consultazione pubblica che coinvolgerà un’ampia platea di persone e organismi e che durerà fino al 24 gennaio. La consultazione prevede incontri di audizione per gli organismi direttamente coinvolti nel segmento 0-3 organizzati dal Ministero e la messa a disposizione di un questionario on line, da compilare preferibilmente in forma collegiale in modo da fornire un punto di vista il più possibile plurale e accessibile anche a singoli operatori, per raccogliere idee, suggerimenti, osservazioni. Bianchi e la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, a fine novembre hanno esplicitato le misure previste dal Pnrr per gli asili nido e le scuole dell’infanzia. Il Pnrr potrà garantire, molo probabilmente, ben 30 mila nuove assunzioni. Così la Carfagna: “Per la prima volta in legge di bilancio abbiamo definito e finanziato i livelli essenziali per le prestazioni degli asili nido. Quindi tutti i Comuni dal nord al sud dovranno garantire a assicurare dei livelli minimi, che corrispondono a 33 posti ogni 100 bambini residenti. Sul tasso di copertura degli asili nido si va da punte anche del 33 o del 34% in alcune regioni del centro nord, per scendere ben sotto il 14% in alcune regioni del mezzogiorno”. Per raggiungere questo obiettivo del 33% di posti-alunno minimi in ogni Comune d’Italia, il Pnrr stanzia 900 milioni di euro in conto corrente per sostenere gli enti nella gestione. “I nuovi asili non dovranno essere cattedrali nel deserto, ha dichiarato la Carfagna. Sul fronte della programmazione stiamo lavorando su strumenti diversi. Con il Pnrr costruiamo i mattoni e poi con i fondi ordinari, appostati in legge di bilancio, noi finanziamo il servizio. La scuola e questi bandi, e gli schemi di decreto del Governo Draghi testimoniano un interesse sincero a ridurre i divari territoriali nel nostro Paese. Incrementare la dotazione degli asili nido laddove manca significa garantire una formazione anche per i più piccoli e la possibilità per le donne di lavorare. E a sua volta incrementare la possibilità per le donne del mezzogiorno di trovare un lavoro significa rendere la nostra società nel mezzogiorno non solo più giusta e più equa, ma anche più ricca e più attrattiva. I bandi rappresentano un’occasione storica per accorciare le distanze nel nostro Paese, sul fronte degli asili nido, delle palestre, delle mense – conclude -. Questo tempo pieno che al nord è un diritto, al sud è un miraggio. Non sarà più così”.Questo il riepilogo della ripartizione dei primi 5,2 miliardi di euro del Pnrr: 3 miliardi destinati a nuovi asili nido, aggiuntivi rispetto ai 700 milioni per progetti in essere e 900 milioni in conto corrente per sostenere gli enti nella gestione; 800 milioni per la costruzione di scuole nuove, altamente sostenibili e adeguate a una didattica innovativa per gli studenti dei prossimi decenni; 710 milioni per la messa in sicurezza delle scuole esistenti; 300 milioni per oltre 430.000 mq di nuove palestre per valorizzare le competenze legate all’attività motoria e sportiva, nonché aumentare l’offerta formativa oltre l’orario curricolare; 400 milioni per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alle mense, potente strumento per favorire l’attivazione del tempo pieno e la limitazione della dispersione scolastica in vista della prossima definizione e pubblicazione si avvierà un confronto con i territori e i soggetti interessati.
Emilio La Greca Romano