Scuola: formazione alla relazione, all’affettività e al benessere
Se si vuole cambiare la scuola bisogna cambiare la mentalità e la sensibilità di chi la scuola la dirige e la porta avanti tutti i giorni in aula. Se non si incide sulla mentalità degli adulti, non ci sono le condizioni per aiutare i giovani a crescere e a inserirsi in modo propositivo nella società. La formazione degli insegnanti deve essere cambiata in fase iniziale e deve poi essere perseguita secondo le indicazioni europee ormai ampiamente accreditate del lifelong learning. Insomma, l’insegnante per tutta la sua esperienza deve sentirsi coinvolto, secondo un progetto nazionale di educazione, alla pratica formativa. La formazione degli insegnanti deve puntare a mettere i docenti nella condizione di costruire ambienti di apprendimento adatti, perché possano realizzarsi a scuola situazioni di benessere.
La formazione degli insegnanti, alla luce del bisogno di trovare il giusto equilibrio, di negoziare un modello opportuno e condiviso fra scuola e società, assume una strategica rilevanza. Al fine di garantire radicali cambiamenti alla scuola abbisogna una importante formazione del personale docente. Il Documento SIPED, della Società Italiana di Pedagogia, “Ripensare la scuola nella società di oggi. Punti salienti per una visione innovativa, concreta e lungimirante” richiama all’urgenza della formazione degli insegnanti: “Se si vuole cambiare la scuola bisogna cambiare la mentalità e la sensibilità di chi la scuola la dirige e la porta avanti tutti i giorni in aula. Se non si incide sulla mentalità degli adulti, non ci sono le condizioni per aiutare i giovani a crescere e a inserirsi in modo propositivo nella società. La formazione degli insegnanti deve essere cambiata in fase iniziale e deve poi essere perseguita secondo le indicazioni europee ormai ampiamente accreditate del lifelong learning. Insomma, l’insegnante per tutta la sua esperienza deve sentirsi coinvolto, secondo un progetto nazionale di educazione, alla pratica formativa. La formazione del personale docente, secondo il Direttivo SIPED, deve attenzionare una decina imprescindibile di fattori: Formazione alla relazione, all’affettività e al benessere; educazione e cultura di genere; democrazia pluralista e accoglienza interculturale; bullismo: prevenzione e contrasto; diversità, inclusione e rete di servizi; per una didattica scolastica attiva, partecipativa, cooperativa; qualità del curricolo, essenzialità dei saperi; innovazione tecnologica e educazione digitale; sviluppare una cultura della valutazione; una nuova formazione degli insegnanti: punti centrali. Con riferimento alla formazione alla relazione, all’affettività e al benessere, la Società Italiana di Pedagogia, si spende nel dire che “La scuola è un luogo dove tutti i giorni milioni di adulti, bambini e giovani trascorrono moltissimo tempo assieme. La scuola è un osservatorio importante per cogliere i bisogni, le risorse e le difficoltà delle nuove generazioni. La scuola è anche un luogo su cui le famiglie attuali, spesso disorientate nelle scelte educative da compiere, riversano attese di aiuto nel crescere i figli. Gli insegnanti stessi sono anche genitori con gli stessi problemi e, in più, con il carico di ansia per le grandi responsabilità loro affidate dalla società e dalle famiglie. Inoltre, gli insegnanti si sentono in grande difficoltà perché finora, all’interno della formazione ricevuta, non sono stati forniti loro strumenti per affrontare i problemi educativi che riguardano la normale fatica di crescere, ma anche le nuove emergenti forme di disagio: violenze familiari fisiche e sessuali, disturbi alimentari, videodipendenze, bullismo, omofobia, tendenze suicidarie. La formazione degli insegnanti, specie della scuola secondaria, si è finora concentrata prevalentemente sul piano dei contenuti disciplinari, importantissimi ma non sufficienti quando si ha a che fare con soggetti in crescita. Infatti, i ragazzi sono capaci di studiare anche accanitamente certi contenuti disciplinari a condizione, però, di essere mossi da una forte motivazione e da un forte interesse. La scuola è, poi, vissuta da bambini e ragazzi come un luogo fondamentale di socializzazione trasversale, in cui ci si confronta con la capacità di stabilire relazioni affettive significative con amici e amiche del proprio sesso e di quello opposto, facendo così le prove per come relazionarsi nella società più vasta. Il grande problema della scuola allora è: fare in modo che i ragazzi imparino a inserirsi nella società attraverso la mediazione dei saperi e di una relazione educativa attenta al loro benessere e alle loro difficoltà, fare in modo che gli insegnanti usino il sapere per far crescere i bambini e i ragazzi e usino il sapere come strumento per sostenerli nel loro benessere e nelle loro difficoltà. La formazione degli insegnanti deve puntare a mettere i docenti nella condizione di costruire ambienti di apprendimento adatti, perché possano realizzarsi a scuola situazioni di benessere. Occorre lavorare sulla capacità degli insegnanti di ‘tenere insieme’ contenuti e relazione educativa, saperi e ascolto dei ragazzi. Non serve più una formazione degli insegnanti che tenga divisi questi due aspetti, che devono assolutamente stare assieme. In qualsiasi grado scolastico è sicuramente importante creare un contesto familiare, capace di far nascere e crescere rapporti di amicizia e d’interesse, contesti entro i quali crescano le passioni alle discipline e si possa cogliere l’insegnante come riferimento fondamentale per la crescita culturale e educativa. La forza dell’aggregazione positiva stimola, aiuta, predispone all’interesse e allo studio. L’associazione fra pari consente la collaborazione e la relazione stimolante. In un clima favorevole sarà possibile proporre e avviare progettualità importanti. La scuola deve trovare il modo di piacere, sollecitando alla pratica della cooperazione e alla crescita del gruppo e di ciascuno. Sarà utile, nella scuola superiore per esempio, adottare degli incontri modulati sulle necessità degli alunni, da questi sarà possibile riflettere sulla affettività, sulla sessualità, sulla mutazione e le dinamiche del processo evolutivo. Figure esperte esterne potranno apportare vantaggi significativi nel rendere i giovani consapevoli dei propri limiti e dei loro punti di forza circa i rapporti coi pari. Si è recentemente parlato di “Educazione sentimentale a scuola”, dato significativo del piano di Valditara. È stata ipotizzata un’ora a settimana nelle superiori con incontri per tre mesi all’anno e un totale di dodici sessioni; piano che interessava anche la possibilità di un coinvolgimento di specialisti, influencer, cantanti e attori. Il “Sole24ore” così lo dettagliava: “Il piano rappresenta una innovazione per il proprio approccio olistico che prevede la collaborazione tra diversi settori per elevare l’educazione degli studenti già nelle scuole, luogo sempre più importante per la formazione dei giovani. Già sul finire del secolo scorso la società ha iniziato a cambiare struttura e per gli adolescenti di oggi è difficile passare molto tempo con i propri genitori. L’impressione, tuttavia, è che il ruolo della scuola non si sia evoluto di pari passo, colmando solo parzialmente quel vuoto educativo lasciato dall’assenza dei genitori. Anche per questo sono state mosse alcune critiche al progetto, tra cui la richiesta di una presenza costante di figure professionali come psicologi nelle aule e la previsione di un maggiore numero di ore da dedicare all’educazione sessuale ed emotiva nelle scuole. È indubbio, tuttavia, che, qualora dovesse diventare realtà, questo sarebbe il primo piano che interviene in maniera organizzata e integrata sull’educazione sentimentale a scuola”. L’educazione all’affettività a scuola, in molti Paesi, è già una realtà. In Europa ben 10 nazioni su 25 sviluppano programmi di educazione affettiva e sessuale integrata negli insegnamenti scolastici. Il nostro Paese non è fra questi. L’interessante iniziativa è voluta dal Ministro Valditara. Il ministro del MIM, ha annunciato nella prima decade di dicembre, che il progetto “Educare alle relazioni” nelle scuole sarà guidato “da Paola Concia e sarà portato avanti da tre donne”. Intanto la politica si è divisa sul nome di Concia. Il Progetto proseguirà senza garanti.
elgr