Scuola, diverse classi in quarantena e ritorno in DAD
Solo dopo una settimana dall’apertura della scuola in presenza, dall’Alto Adige alla Campania tante classi in quarantena. “Lo abbiamo denunciato, commenta Marcello Pacifico, presidente Anief, inutile il green pass, per questo abbiamo scioperato; fino a quando non si sdoppiano le classi, il ritorno in presenza sarà insicuro e poco sostenibile in assenza del rispetto delle regole sul distanziamento. Servono test salivari periodici e domestici e una nuova politica di tracciamento dei contagi”.
Si torna alla DAD. Era prevedibile, malgrado entusiasmi smodati di tornare digitali, sicuri e in presenza. Al “Carlo Porta” di Milano, ma non solo, diffusamente in tante province italiane torna l’incubo della DAD. Diverse classi in quarantena dalla primaria alla secondaria in lungo e in largo su tutto il territorio della penisola. Solo dopo una settimana dall’apertura della scuola in presenza, dall’Alto Adige alla Campania tante classi in quarantena. “Lo abbiamo denunciato, commenta Marcello Pacifico, presidente Anief, inutile il green pass, per questo abbiamo scioperato; fino a quando non si sdoppiano le classi, il ritorno in presenza sarà insicuro e poco sostenibile in assenza del rispetto delle regole sul distanziamento. Servono test salivari periodici e domestici e una nuova politica di tracciamento dei contagi”. A fronte del commento di Pacifico, quello contrastante di Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma. Rusconi ridimensiona e sembra faccia passare normale il caso. Spiega che “al momento in tutta Italia sono qualche centinaia le classi in quarantena su un totale di 400mila”. Il Ministro dell’Istruzione concorda con più magnanima lettura la linea di Rusconi: «Sono situazioni specifiche, non sono decine, le stiamo controllando. Lo abbiamo scritto nel decreto del 6 agosto che laddove ci fossero state delle situazioni di contagio saremmo stati in grado di controllarle e così stiamo facendo. Parliamo di numeri limitati rispetto al totale che, con molta, gioia è ripartito». Intanto ci troviamo appena nella fase iniziale dell’anno scolastico. Certo, se i casi li rapportiamo poi su scala addirittura mondiale, allora è meno che niente, possiamo gridare al miracolo! Non si può, comunque, farli passare sotto silenzio e magari legittimarli soltanto perché, al momento, si rappresentano una minoranza. Eccedente i limiti dell’opportunità o della convenienza, comunque, è stata la portata dell’annuncio politico della scuola sicura. Con la scuola si muove il comparto sociale nella sua interezza. La cosiddetta sicurezza o la sua variante sottospecie bisognava garantirla ovunque. Al momento niente è sicuro! E’ certa soltanto la pandemia che, malgrado le doppie dosi di vaccino, il green pass e la voglia della ormai remota normalità, continua a fare il suo comodo, oggi sotto la denominazione variante Delta, domani chissà.. Intanto i Dirigenti scolastici si trovano in difficoltà nella gestione delle quarantene. «La gestione delle quarantene è cambiata ma noi presidi non siamo stati informati afferma Cristina Costarelli, presidente Associazione nazionale presidi di Roma e dirigente del liceo Newton della capitale. Proprio da domani (17 settembre, ndr) avremo nella mia scuola due classi in quarantena e così ho scoperto che mentre lo scorso anno la gestione delle quarantene era in carico alle Asl, ora passa ai medici di base: tutto questo non è stato anticipato da alcuna circolare, noi dirigenti non siamo stati informati di questa nuova misura. Le scuole rimangono all’oscuro su aspetti importanti che invece devono conoscere: con questa novità potremmo avere rientri alla spicciolata». La stessa quarantena diversificata, 7 giorni per i vaccinati, 10 per i non vaccinati, crea disagi alle scuole, rileva la Preside Costarelli. Alla fine per ogni quarantena si perdono due settime di attività scolastica, perchè certamente il docente non può andare avanti con i programmi se ha pochi ragazzi in classe». In Italia con 40 mln di vaccinati, mentre si pensa e ci si predispone per la terza dose ai fragili, si comincia a ricorrere alla quarantena. Mascherina, distanza e ventilazione non bastano. “Sono scettica, ha dichiarato Antonella Viola, sul somministrare una terza dose in maniera generalizzata. Sulla base dei dati che abbiamo, non credo serva a tutti una terza dose. Bisogna fare attenzione a chi dobbiamo vaccinare: servirebbe a chi non è riuscito a sviluppare gli anticorpi con due dosi, tipo persone fragili e immunodepresse”. A dire di Silvio Brusaferro l’Italia è il Paese europeo ove il virus, al momento, circola meno. Ieri soltanto, comunque, sono stati registrati 4.552 contagi e 66 morti. «La trasmissibilità, ha dichiarato il virologo, con l’indice Rt e ricoveri mostrano una decrescita. L’età mediana di chi contrae l’infezione è in leggera crescita a 38 anni, e di ingresso in intensiva è 62-63 anni. I casi sono in decrescita tra i giovani» Per Bianchi, ribadiamo, i casi sono limitati e episodici, non si tornerà alla didattica a distanza. I “Casi sporadici, non torneremo in Dad”. Intanto in Alto Adige e non diverse classi sono già in quarantena e i fatti raccontano che, in quei casi, le lezioni proseguono on line, in dad. Contro la scuola insicura e digitale di Patrizio Bianchi e Mario Draghi, fa sentire la sua voce la “Comune”: “..Ricomincia l’anno scolastico e nonostante lo sbandierato stanziamento di fondi straordinari nessuno degli interventi che veramente metterebbe in sicurezza la scuola in presenza è stato né progettato né tantomeno realizzato. Per la tutela della salute di tutti, dentro e fuori la scuola, è necessario intervenire su riduzione delle classi pollaio, stabilizzazione e incremento degli organici, investimenti sostanziali per adeguare l’edilizia scolastica e il trasporto pubblico, garantire distanziamento fisico e tracciamento con tamponi salivari diffuso e gratuito. I fondi sono stati dirottati su progetti contingenti -piano scuola estate- e ancora il digitale (vedi articolo su Il Sole 24 ore del 10 agosto 2021 e documentazione recentemente pubblicata dai Cobas). Suona la prima campanella e lo scenario nelle scuole è come lo scorso anno, se non peggio perchè oltre a tutte le mancanze strutturali e di personale si aggiungono i danni di un anno e mezzo di DAD- che sin da subito abbiamo denunciato sulle pagine de La Comune e contro cui ci siamo mobilitati nei Cobas e con priorità alla scuola, e che molti professionisti e sanitari impegnati nella cura del disagio di bimbi e adolescenti hanno indicato come causa del drammatico aumento delle loro difficoltà”. Con l’aumento graduale, al momento, delle classi in quarantena e degli studenti in dad, si comincia a pensare a una mutazione delle norme, a solo qualche giorno dall’inizio del nuovo anno scolastico in presenza. Circola qualche ipotesi. Si pensa di copiare il modello della Germania. Si tratta in sostanza delle “micro bolle”, una maniera originale volta a tracciare ristretti perimetri d’isolamento ai soli contatti strettissimi. Nel caso di contagio di un alunno in quarantena ci va il positivo e il suo compagno di banco. Intorno però al tentativo del rimedio delle “micro bolle” fredda e discordante si rivela la risposta degli esperti. Una situazione del genere indurrebbe a una maggiore preoccupazione e al pericolo più probabile di nuovi e diffusi focolai Delta.
Emilio La Greca Romano