Scuola di merito, nasce il Tavolo famiglie-studenti contro il bullismo
Valditara è convinto che si tratta di un nuovo e importante passo della Grande Alleanza per riportare serenità a scuola
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, oggi, ha ricevuto al Ministero dell’Istruzione e del Merito, il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola (Fonags). Valditara ha condiviso la decisione di istituire un Tavolo permanente di confronto tra le associazioni delle famiglie e le rappresentanze degli studenti. Serve un incontro assiduo per fare il punto della situazione. E’ utile un Tavolo con la finalità di affrontare le criticità che caratterizzano il mondo della scuola. Fra gli interventi peculiari da considerare vi è il ripristino della cultura del rispetto nelle classi e la lotta al bullismo. “Questo Tavolo, ha dichiarato il Ministro Valditara, rientra pienamente negli scopi che il mio Ministero sta perseguendo: il ritorno della serenità nelle aule e la ricostruzione del patto educativo tra scuola e famiglia, ma anche tra studenti e docenti. È’ questo il senso della Grande Alleanza che è stata da subito il riferimento principale della nostra azione”.
Il bullismo si ha quando siamo di fronte ad una relazione di abuso di potere. Il bullismo si ha quando avvengono dei comportamenti di prepotenza in modo ripetuto e continuato nel tempo. Il bullismo è esplicita disparità di forze fra tra ragazzi, dove chi subisce non è capace di farsi scudo. “Dunque il bullismo, dicono gli esperti, non è un comportamento ma una relazione. In una relazione di prepotenza esiste una continuità nelle vessazioni e uno squilibrio di forze tra il bullo e la vittima, che non possono scambiarsi i ruoli. Possiamo parlare di un bullismo verbale, psicologico, fisico o elettronico (cyberbullying)”. Sempre più diffusi sono fenomeni di bullismo e di baby gang nelle varie regioni d’Italia. La Toscana non è da meno. Maria Antonietta Gulino, Presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana, sostiene che “I fenomeni di bullismo e violenza fisica, virtuale o psicologica vanno affrontati subito. È l’unica ricetta per cercare di arginare la situazione: riconoscerla, intervenire immediatamente. Prima lo si fa, prima si risolve il problema e si evitano danni pesanti, anche nel completamento della crescita individuale. L’aspetto della prevenzione lascia intendere la Gulino è fondamentale. Assumono un ruolo di rilevanza sia la scuola che la famiglia nell’azione di prevenzione. “Alle famiglie dico una cosa: i ragazzi vanno ascoltati, è la forza che può avere un padre o una madre. E non si deve aver paura di tirare fuori l’argomento, parlarne non è tabù. Per le scuole faccio un’altra riflessione: è necessario aumentare gli sportelli psicologici, sono strumenti molto utili e ancora questo non è stato recepito appieno. Troppo spesso diciamo che i ragazzi non ascoltano gli adulti, ma noi ascoltiamo i ragazzi? Ecco perché è importante impostare un clima di fiducia, in modo che il minore possa aprirsi e raccontare cosa non va. Una volta capito il problema, se il ragazzo o la ragazza è vittima di bullismo è necessario rivolgersi a professionisti psicologi, senza mai perdere il contatto con la realtà. Se è vero che la prevenzione parte dalle scuole e io ritengo che sia così, è altrettanto vero che un lavoro importante deve essere fatto in famiglia”. Una ricerca condotta dal dipartimento Scienze Sociali dell’Università di Napoli e presentata nel Consiglio regionale, affronta il fenomeno bullismo in Campania. Redattore sociale riporta che in Campanaia il 24% degli adolescenti campani dichiara di aver avuto esperienze di bullismo o di cyber bullismo. “La ricerca, riporta la rivista on line, e’ stata rivolta a 1500 ragazzi e i dati sono stati comparati con quelli di Lazio e Lombardia. Gli intervistati sono ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, “e’ la bit-generation, quella che naviga e comunica con le tecnologie digitali. Il problema. ha aggiunto Lello Savonardo, coordinatore dell’osservatorio giovani dell’ateneo napoletano, e’ che le devianze reali si trasferiscono dalla piazza virtuale e il bullismo reale e’ molto frequente. Non a caso, i fatti di cronaca sulle baby gang stanno mettendo in evidenza quali sono i comportamenti deviati e devianti di giovani che non hanno probabilmente modelli culturali radicati e mettono in crisi il rapporto con l’altro”. Il docente della Federico II invita, quindi, a una forte “sinergia istituzionale” che coinvolga anche “gli istituti educativi che hanno un ruolo fondamentale di prevenzione. Invece di preoccuparci di avere sempre piu’ eserciti di militari, dovremmo avere eserciti di operatori culturali per trasferire modelli positivi alle nuove generazioni”. (DIRE)
elgr