Scuola, con Valditara la luce
Crepet, dice bravo a Valditara. Auspica una scuola senza condoni e libera dal buonismo educativo
Con la Meloni è arrivato Valditara e con lui la mirabile visione. Ne è convinto Crepet. Percepiamo questa convinzione dell’educatore e psichiatra quando pubblicamente riconosce, all’attuale Ministro dell’Istruzione e del Merito, la miracolosa qualità di far parlare la scuola, a seguito di un lungo tempo di silenzio, oblio e sottovalutazione. Un po’, senza volere operare forzatura, ci rammenta la condizione di luce quale motivo-guida della Divina Commedia dantesca. Dopo un lungo tempo di oscurità, secondo Crepet, la scuola torna in auge, nel favore, dopo la perdizione e lo smarrimento. Dunque, se pure inizialmente si può riscontrare un debole chiarore, a nostro giudizio un quasi impercettibile luminoso, si può credere, nella prospettiva di un complesso cammino, nella redenzione del mondo scuola. Sicuramente Valditara non è venuto in terra a miracol mostrare, ma fra molteplici polemiche, ha fatto parlare di scuola e della nuova denominazione del Ministero che la guida. E’ Crepet che, a suo dire, intravede paradisiaci lumi, lo splendore d’anime più e meno dannate. E speriamo non sia una illusione, ma illuminazione uguale a quella di Beatrice, per restare in tema, che annuncia la presenza di Dio, sempre più viva e vicina. Ci piacerebbe fosse così veramente anche per il nostro viaggio terreno, volto nel mondo scuola a un chiarore risolutivo delle criticità, auspicio ormai agognato da tempi remoti.
“ll professor Valditara, dichiara Crepet, ha sicuramente un merito, far parlare della scuola italiana dopo decenni di oblio e di sottovalutazione. Nessun talk-show ha mai proposto un dibattito sull’educazione, le prime pagine se ne sono accorte occupandosi di fatti di cronaca. Non voglio pensare che si tratti solo di strategia mediatica o di cura della visibilità, credo invece che dalla ridefinizione del suo dicastero, al divieto (per la verità già praticato da molti istituti) dell’uso di dispositivi digitali in orario scolastico (che vale anche per gli insegnanti, vero?), dai ‘lavori socialmente utili’ per chi fa il bullo o la bulla, fino alla clamorosa scivolata sul termine ‘umiliazione’, vi sia una visione contraddittoria, opinabile, ma che costringe l’opinione pubblica a riflettere sul tema centrale di una comunità: la formazione e l’educazione delle nuove generazioni. Sarebbe un danno se questo dibattito si esaurisse con qualche superficiale presa di posizione”.
La buona scuola è possibile, secondo Crepet, purché non si estremizzi con la filosofia del diffuso buonismo e dei condoni in ambito educativo. Tutto ciò provoca seri danni al mondo scuola.
“È ciò che è stato praticato con risultati terrificanti: crescita dell’abbandono scolastico, 100% di promozioni alla maturità, abbassamento dei livelli di apprendimento. Se si vuole uscire dal sorvegliare e punire dove il senso civile conduce, quale strada dobbiamo percorrere? Si tratta di una domanda troppo importante perché sia lasciata ai soli insegnanti e al ministero”.