“Schegge”, il nuovo libro di Emilio La Greca Romano
Alle stampe il libro di Emilio La Greca Romano: “Shegge – poesie e frammenti”. La pubblicazione, a breve, sarà distribuita anche nei diversi store libri online. Fra questi gli store Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli, Libreria universitaria, ibs, uni libro ecc. Così il Sociologo Martucci nella sua nota introduttiva alla silloge: “Nella poesia di La Greca Romano ricorre la natura, il mare, la bellezza del senso di esistere, che giunge a determinare uno stato contrario al rinchiudersi in sé e soffrire. Il turbamento diventa meno angoscioso se si realizza il superamento del buio e del recondito, di tutto ciò che è sconosciuto e può proiettare l’uomo nell’ignoto della coscienza. La Greca Romano costruisce in questa raccolta la ricomposizione dell’intero che rischia da un lato di spezzarsi ma anche di ri-solidificarsi grazie alla potenza di Eros, che permette di ritrovare l’origine comune, di connettere anima e cuore ed avere quella sensazione di benessere che ci fa affrontare dubbi e incertezze, rivivere una vita piena e serena”.
A breve nelle librerie il nuovo libro di Emilio La Greca Romano: “Shegge – poesie e frammenti”. Il libro viene stampato e distribuito dalla Booksprint Editore. La pubblicazione sarà distribuita anche nei diversi store libri online. Fra questi gli store Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli, Libreria universitaria, ibs, uni libro ecc. Il Sociologo Pasquale Martucci, nella sua nota introduttiva alla silloge “Frammenti d’amore”, così ne descrive il contenuto: “Cerco di afferrare in: “Schegge. Poesie e frammenti” di Emilio La Greca Romano, alcuni temi ricorrenti che più volte ha evocato e che ora trasmette con pensieri che paiono fuggire. Le parole ricorrenti sono: sorrisi, vista, occhi, alba, natura, vita, lettura, conoscenza, pensieri, sogni, l’amore come materia, sessualità e sensibilità che trasporta in un’atmosfera gradevole. L’amore giunge e declina, con assenza di certezze e speranze in un domani sconosciuto, com’è l’amore mai dato ma continuamente ricercato, e si affida ai pensieri di ciò che resta e di ciò che sarà. Novalis, il poeta dai contenuti filosofici e mistici, sosteneva: “la poesia sana le ferite inferte dall’intelletto. Essa è appunto formata da elementi contrastanti, da una verità sublime e da un piacevole inganno”. In tal senso, la poesia è la sola educazione sentimentale possibile, la sola porta d’ingresso al mistero inaccessibile di Eros, perché si svela come elemento inaudito, sorprendente, inatteso, nuovo. L’amore è la certezza di un mondo che perde la sua esistenza senza di esso; è imprevedibile perché non è fatto di automatismi, ma è sempre un incontro e un ritrovamento. È anche e soprattutto un amore tra i corpi: per questo i poeti indugiano sui dettagli dei corpi che poi trasportano verso l’armonia dello spirito. Se questi concetti sono espressi in maniera chiara nel volume: “Non a te nudo amore”, curato da Nicola Crocetti e Massimo Recalcati, che ripercorre l’incontro in poesia di Eros e Psiche, ecco che in questa raccolta La Greca Romano vede in quest’incontro una sorta di interruzione della nostra esistenza, che sospende il destino di essere gettati nel mondo, e trova un rifugio, un angolo separato dalle atrocità della vita. Tutta questa costruzione complessa porta ad uno stato d’animo che conduce alla pace, al rasserenamento, quando ci si accorge della fugacità della vita. Eppure tra i mille pensieri che affiorano, alcuni sono più ricorrenti, altri sfuggono e cercano di lasciare il poeta in balia degli eventi. Ma, considerando anche il tempo che scorre, non ci si può che affidare al senso di quiete che libera per un attimo prima di ricondurre ad altre e più sfuggenti sensazioni. Si placa la rabbia, si abbandonano le lacrime in un sonno che pare mai giungere, anche se produce nel buio della notte una certa calma, prima di compiere altre divagazioni che vanno al di là del reale. Nella poesia di La Greca Romano ricorre la natura, il mare (“una festa d’onde si muove”), la bellezza del senso di esistere che giunge a determinare uno stato meno avverso del rinchiudersi in sé e soffrire. Il turbamento non è persistente, ma diventa superabile se ci si rivolge al bello del mondo. Dunque, si realizza una sorta di superamento del buio e del recondito, di tutto ciò che è sconosciuto e può turbare, proiettando l’uomo nell’ignoto della coscienza. C’è il vento che conduce a “pensieri solitari e parole di piazza”; c’è il senso di una “lenta quiete” nel paese che lascia spazi e ricordi di bellezza, nonostante la morte che pure è vita ed evoca il silenzio. Ci si affida al “senso della vita”, ricercata negli occhi, nelle labbra, nel petto di un amore venuto e che verrà in attesa del domani. In La Greca Romano c’è l’amore che tocca i pensieri. Se “sbianca l’idea, impallidisce il cuore, s’attenua la speranza”, non significa abbandonarsi ad un silenzio come elogio di una solitudine di rabbia, ma ad una condizione che porta a rinvigorire i pensieri che risorgono “nel cielo nuovo di speranza d’alba”. È espressa proprio quella speranza che un amore o un domani possano portare nuove emozioni e nuova bellezza, partendo da una pace “che scaverà il futuro”. Siamo luce che nasce e muore, siamo incerti in attesa di un rinnovamento, siamo “presenza vana nel tempo diffidente evanescente”. Ma siamo sempre presenza. L’amore passionale ritorna, fa abbandonare pensieri di tristezza che diventano al contrario felici, ricordi di vita colorati, gioia e danza: il fuoco delle labbra, la passione della carne, la bellezza dei sensi trasportano in una dimensione positiva, così come l’animo aperto a cogliere la bellezza della natura, “l’alba viva” accostata al “vero amore”. È una commistione di sensazioni ed emozioni, perché occorre aggiustare la bellezza al nostro pensiero, un pensiero che quando va verso abissi e oscurità si ridesta affidandosi al bello. È vero che portiamo “cicatrici sul cuore” e “ferite nel tempo”, ma occorre esorcizzare e trovare dentro di noi il senso dell’esistenza. Il poeta riporta in alcuni versi: “Siamo mondo scritto negli occhi … ove volano libertà di pensiero e conoscenza”, rilevando come il cuore può sgombrare dal buio perché “nei vagiti mattinali” le sensazioni saranno accolte da un amore nuovo. Si realizza appieno la ricomposizione dell’intero che rischia da un lato di spezzarsi ma anche di ri-solidificarsi grazie alla potenza di Eros, che permette di ritrovare l’origine comune, di connettere anima e cuore ed avere quella sensazione di benessere che ci fa affrontare dubbi e incertezze, ri-vivere pienamente. Questo è possibile individuare nella raccolta di Emilio La Greca Romano, che scrive questi frammenti, schegge, anche se poi li ricongiunge attraverso l’esaltazione dell’amore che resta l’ancora di salvezza non solo per il poeta ma per tutti i comuni mortali”. Il “Frammentismo” o la “poetica del frammento” è, come risaputo, una tendenza letteraria che trovò la sua schiusa nei primi anni del Novecento in Italia. In linea, sul piano formale, all’indirizzo del Frammentismo, Emilio La Greca Romano, propone “Schegge”, se pure lontano da quella specifica letteratura strettamente connessa alle dottrine irrazionalistiche e decadenti. Sul piano formale, gran parte di “Schegge” risponde, di certo, al dettato della costruzione dell’opera letteraria a mezzo un mosaico di frammenti, di immagini e di episodi slegati fra loro. Versi liberi, dunque, senza la costrizione della metrica tradizionale, in moto sfiorante l’espressionismo e rispondente ad alcune generiche caratteristiche della poetica del frammento. Si riscontrano in “Schegge”, di Emilio La Greca Romano, elementi che richiamano l’autobiografismo; l’attenzione verso l’analisi dei sentimenti e degli aspetti morali della vita; la combinazione di prosa e poesia. Siamo schegge, spesso frammenti irregolari, generalmente acuminati e taglienti, staccati dalla bellezza, come le schegge da minerali o corpi di altra materia. Schegge sono i nostri pensieri e le nostre parole. Schegge divengono spesso i versi per contenuto ed essenzialità di forma entro un mondo ferito da tante lastre rotte e taglienti, spesso sanguinante per le lesioni delle quotidiane guerre dell’anima. Dal sangue e dal sacrificio delle solitudini, oltre lacerazioni e piaghe, muove la speranza dell’alba entro la quale il nostro cielo schiarisce progressivamente. La silloge “Schegge” di Emilio La Greca Romano mentre presenta “la solinga via Tra le schegge e tra’ rocchi de lo scoglio” volge al Sole sorgente sull’orizzonte, a causa della rifrazione e della diffrazione dei raggi solari da parte dell’atmosfera terrestre. Proprio entro la luce del giorno primitivo, dicono questi versi, risiede la bellezza della restaurazione del cuore dell’uomo. La produzione dell’autore, già coinvolto da tempo intorno alla cronaca e alla politica scolastica, a livello nazionale, a breve, garantirà l’uscita e la distribuzione del secondo volume di “Scuola di merito”, in linea tematica col precedente e volto ancora a fornire le ulteriori nuove tracce dell’operato politico scolastico del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Profilo bio-bibliografico dell’Autore
Emilio La Greca Romano, professore e giornalista. Cilentano d’origine (nato ad Acciaroli nell’estate del 1963). Plurilaureato c/o l’Università degli Studi di Salerno (Pedagogia; Materie letterarie; Vigilanza scolastica) e c/o la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Napoli (Magistero in Scienze religiose, grado accademico, indirizzo didattico-pedagogico). Docente di ruolo di Discipline letterarie nella scuola secondaria di II grado e Giornalista Pubblicista. Abilitato, inoltre, in Filosofia e Scienze Umane e in Filosofia e Storia. Ha conseguito diversi Perfezionamenti post lauream c/o l’Università di Salerno. Ha collaborato e collabora con testate quotidiane e periodiche. Ha pubblicato vari volumi sulla storia della tradizione popolare cilentana, monografie e libri di prosa e poesia: “Sud come Africa”; “Profondo Sud”; “Streghe e Madonne”; “Il canto dei poveri”; “Cilento”; “Eros”; “Stagioni del cuore”; “Poesie”; “Un paese, una storia”; “Verso Paestum”; “Mitra e calamaio”; “Raffaello Lambruschini; Autorità e libertà in educazione”; “Gabriele Altilio-Elegantissimus poeta”; “I Cavalieri di Malta nel Cilento”; “Cammino di Chiesa”; “Ernest Hemingway ad Acciaroli”; “Saragni a oltranza”; “Versi diversi”; “Don Carlo Grangetti, Parroco ad Acciaroli-Missionario ed Operatore Sociale”; “Plano de Laczarulo”; “D’amore un verso”; “Carmina et fragmenta”; “Paese d’anima e memoria”; “Versi in rada”; “D’amore e passione”; “Poesis”; “Cromie di versi”; “Arte e poesia”; “Monet, poesia di sole”; “Salmastr’aria”; “Acciaroli, paese poesia” (II Edizione di “Plano de Laczarulo”); “Foglie caduche”; “Canti d’amore”, (II Edizione di “Carmina et fragmenta”); “Acciaroli, paese d’anima e memoria” (II Edizione di “Paese d’anima e memoria”); “Renoir, joie de vivre – colori e poesie”; ”Schegge – poesie e frammenti”. Segue la cronaca e la politica scolastica in qualità di Giornalista. Ha, fra l’altro, recentemente pubblicato: “Scuola e Covid”; “La ripartenza”; “La scuola post pandemica”; “Affettuosa scuola del fare”; “Scuola di merito”. È, inoltre, coautore delle seguenti pubblicazioni: “Voci e volti del Cilento”; “Usi e costumi del Cilento”; “Viaggio nel Cilento”; “I borghi del Cilento”; “Feste pagane e feste cristiane nella storia delle tradizioni popolari del Cilento”. Diversi suoi libri vengono distribuiti da vari store on line. Gli sono state conferite le onorificenze di Commendatore al Merito Melitense dal Sovrano Militare Ordine di Malta, SMOM, e di Cavaliere e Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.