Nel mondo delle alterità tecnologiche la costruzione del mondo, sempre misurabile, logica e complessiva tende a de-realizzare i paradigmi di realtà incomparabili; la rete elettronica sostituisce le differenze attraverso la rappresentazione di simulacri il cui destino individuale viene annullato. L’utopia delle differenze viene, allora, sostituita da un meccanismo di proiezione laddove l’altro viene concepito come forma ideale necessariamente modellata secondo la nostra propria individualità; e sulle sponde del Mediterraneo si attua lo scontro culturale per cui lo straniero non è più altro da noi (con tutte le caratteristiche di fascinazione che ciò comporta), ma differente e quindi da un punto di vista umano a noi indifferenti e, come sosteneva Jean Baudrillard, “segretamente disperati per questa indifferenza e gelosi di ogni forma di passione, di originalità, di destino”. Per questo motivo l’annullamento dell’altro e la costruzione paradigmatica delle differenze presuppone il razzismo etnico e culturale. Ora le due installazioni di Sasà Giusto e di Franco Silvestro partono da questo presupposto per ricondurre le logiche estetiche e sociali nella concettualità artistica del terzo millennio; se per Sasà Giusto la rete, prima ancora di una connessione elettroneuronale, è strumento oggettuale di appartenenza, di identità e di creazione di regole comuni etico-morali, per Franco Silvestro la barca, abbracciata ad un albero, installata nel porto di Acciaroli è momento di rinascita, di apertura di nuovi orizzonti dove l’altro non sia più indifferente. Come raccontava un poeta Italo somalo: vengo da lontano, nonostante la barca ballasse fra le onde.
Massimo Sgroi
Franco Silvestro
“Sono ormai molti anni che Franco Silvestro lavora, come pittore, scultore, video-artista, artista di installazioni, chiamatelo come volete o chiamatelo semplicemente artista, magari uno di quelli che sceglie i più diversi mezzi espressivi perché vuole testimoniare della complessità del reale su cui vuole intervenire. Infatti, a volerlo definire, Silvestro è un artista della realtà, come si diceva una volta “pittore della realtà”, cioè pittore interessato a tematiche sociali. Non si tratta di impegno definibile come politico, si tratta di una volontà di testimonianza non tanto del contesto in cui opera e vive, ma più precisamente di se stesso come soggetto, direi anche come prodotto, storico.
(Giorgio Verzotti)
Al suo attimo numerose personali e mostre collettive; dal 1994 lavora con la Galleria Il Ponte contemporanea Roma, segnaliamo l’ultima personale del 2017 Home Sweet Home, a cura di Giuliano Matricardi; dal 1992 al 1994 una personale e una collettiva alla Galleria Raucci/Santamaria, Napoli; dal 1996 al 2003 tre personali alla Galleria Artra, Milano. Tra le opere pubblicate realizzate si segnale l’acquisizione del trittico “Fatti di cronaca” nel 2016 in collezione permanente al Museo del Novecento, Castel Sant’Elmo, Napoli; l’installazione permanente il Vulcanologo del 2008, nei giardini della Certosa di Padula, Salerno; del 2005 è l’installazione permanente nella metropolitana Piscinola/Scampia, Napoli, dal titolo “I ragazzi di Scampia”. Numerose le collettive sin dal 1984 con la mostra Città senza confine, Pomigliano D’Arco (NA); nel 1985 partecipa all’esposizione “Evacuare Napoli”, tenutasi all’istituto Grenoble di Napoli; nel 1994 partecipa a tre collettive, Rien a Signaler, Galleria Analiz, Ginevra; Domestic Violence, Giò Marconi, Milano; Prima Linea, Trevi Flash Art Museum, Trevi (PG): nel 1996 è la volta di Martiri e Santi, Galleria L’Attico, Roma; nel 1997 la mostra Fatto in Italia, Centre d’Arte Contemporain, Ginevra, (itinerante); nel 2001 Magic & Loss, Italian Video, LuxCenter, Londra (itinerante); del 2022 Napoli Anno Zero, Castel Sant’Elmo, Napoli; del 2004 si segnalano due mostre, Empowerment, Museo arte contemporanea Villa Croce, Genova e Utopia Station, Incursione vesuviana, Mostra d’oltremare, Napoli; nel 2008 Ortus Artis in Fresco Bosco, Certosa di Padula, Salerno; collettive più recenti sono del 2014 Rewind, Arte a Napoli, Castel Sant’Elmo, Napoli e del 2017 Dance with me video, Maison Européenne de la Photographie; del 2018 la mostra il pensiero laterale, MAC Caserta; nel 2019 Dennis with flowers, performance conil coreografo Gennaro Cimmino, Museo Madre, Napoli.
VENGO DA LONTANO
L’opera di Franco Silvestro per il PAC Acciaroli è immersa nel giardino dell’isolotto situato al centro del porto e ha un carattere installativo. Partita da chissà quale luogo, una piccola imbarcazione approda sull’isolotto e cinge un albero del giardino come in un abbraccio. S’intitola Vengo da lontano ed evoca i versi di un poeta italo-somalo, riportati sul fianco della barca: Vengo da lontano, nonostante la barca ballasse fra le onde.
L’imbarcazione idealmente è quella che viaggia durante la traversata nelle omeriche acque del Mediterraneo, essa viene sottratta al mare e collocata sulla terraferma, facendo convergere due universi opposti. Si crea così un paradosso tra il viaggio omerico e il viaggio intrapreso per sfuggire alle avversità della vita. La barca di Franco Silvestro non ritorna, non è la barca di omerica scrittura che alla fine di mille peripezie torna, qui c’è solo l’andare avanti e il rinascere nel germoglio barca-albero, futuro albero maestro di una degna vita.