Quanti anni hai e da quanti anni pratichi kickboxing?
Ho 32 e da 20 anni pratico la kickboxing, sport insegnatomi dal mio istruttore Gaetano Marino per il quale io sono stato il suo primo allievo,incominciai a muovere i primi passi in questa disciplina sportiva che 20 anni fa non era molto conosciuta per via della boxe e del karatè.
Cos’è per te la kickboxing?
La kickboxing (o kick boxing) è uno sport da combattimento di origine giapponese, diffusosi poi in USA, che combina le tecniche di calcio tipiche delle arti marziali orientali ai colpi di pugno propri del pugilato. Successivamente vi fu una mutazione di questo sport e si unirono oltre ai colpi al di sopra della cintura anche tecniche di ginocchiate, gomitate e calci alle gambe, si ebbe l’evoluzione di questo sport. Io personalmente iniziai a fare le mie prime gare in giovanissima età e partecipavo solo a gare dove non erano consentiti colpi al di sotto della cintura. Per un gran periodo non fui al passo con i tempi e feci difficoltà ad inserire queste nuove tecniche di calci al di sotto della cintura. Ho partecipato a gare ma non a tantissime e questa è una nota negativa.
Qual è l’insegnamento più grande che ti ha trasmesso il tuo istruttore?
Dal mio insegnante Gaetano ho imparato l’umiltà (questo sport ti insegna l’umiltà). Per un periodo della mia vita sotto la supervisione del mio allenatore Marino e la collaborazione del mio amico Angelo, che ringrazio, mi sono cimentato nell’insegnamento di questo sport, nel mio paese presso il complesso sportivo (palazzetto dello sport) dove, grazie ai loro dirigenti, abbiamo anche introdotto nel loro progetto Educamp (progetto nazionale del coni). Un giorno magari quando avrò accumulato un altro poco di esperienza sarebbe bello rinsegnare questo sport che può essere alla portata di tutti donne e uomini.
Nella tua carriera hai conosciuto campioni che ricordi particolarmente?
Siccome ho avuto la fortuna di conoscere il maestro Farina e fare qualche allenamento con lui e con i suoi atleti (di calibro italiano) decisi di invitarli al mio paese e fargli fare delle lezione kickboxing a tutti i ragazzi che parteciparono al progetto. Io personalmente ringrazio di cuore il Maestro Valerio Farina per essere stato presente alla mia chiamata, per aver portato atleti di spessore italiano e la vice campionessa mondiale di pugilato M. D. e per avermi onorato di fare allenamento con lui. Ringrazio chi gestisce il palazzetto dello sport di Roccadaspide per avermi dato la possibilità di ospitare questi grandi campioni. La cosa bella e che siamo diventati amici e che è stato anche ospite a casa mia e lo sarà ogni volta che vorrà. Ricordo con orgoglio anche lo stage con Dominique Valèra e sono onoratissimo di aver conosciuto anche lui
Volevo ringraziare tutti a partire dal team Farina per intero, il mio allenatore Gaetano Marino, mio fratello, tutti i miei compagni di palestra , alcuni ragazzi che fanno parte della scuola di specializzazione (Massimiliano, Michele, Fulgenzio, Francesca, Benedetta, Orsola, Marcella) e a tutti coloro che mi sostengono. Un ringraziamento speciale va alla mia fidanzata: Annarosy Gorrasy.
Qual è il traguardo sportivo più importante che hai raggiunto? E ti sei mai trasferito altrove per coltivare questa passione?
Ricordo la selezione alla Coppa Italia (dove non feci un bel risultato), 3 incontri in regione Veneto (perché per un periodo di tempo sono stato negli alpini dove fui fortunato a fare la guardia alla fiamma olimpica) poi lavorai a Castelfranco Veneto per un azienda e collezionai 3 incontri. Successivamente ho partecipato a fasi regionali e collezionato numerosi stage combat. Al momento sono autodidatta, ossia non sono federato da nessuna parte, dedico del tempo agli allenamenti con la speranza di arrivare a settembre in forma e riprovare a far qualcosa, perché io non so cosa lo sport può dare a me e io cosa possa dare ancora allo sport.
Nell’immaginario comune un atleta che pratica sport da combattimento è il Rocky del film anni 80. Quanto c’è di vero?
Non mi sento Rocky, perché lui alla fine vince sempre. Nel mio caso quando l’incontro prendeva una brutta piega, non riuscendo a mantenere il ritmo dell’avversario, non ribaltavo le sorti dell’incontro.