Infatti, dopo che il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha preso atto della sentenza del TAR che aveva invalidato il commissariamento del Parco nominando, l’Avv. Marcello Feola, il suo candidato, a dispetto di Vincenzo De Luca, ecco che si materializza la terna di nomi Lo stesso Feola, Luisa Maiuri, ex vicesindaco di Castellabate; e Pino Coccorullo, sconosciuto ai più, ma non evidentemente al vertice di FdI provinciale che lo ha inserito nel novero di possibili pretendenti alla carica di presidente.
De Luca, nella sua autonomia e coerenza, ha dato parere favorevole proprio a quest’ultimo provocando un corto circuito istituzionale e, soprattutto, una levata di scudi sia nel partito sia all’esterno: Giovanni Fortunato, sindaco di Santa Marina, ha deciso di lasciare il partito a seguito della sua esclusione dalla terna che il ministro ha comunicato a De Luca.
Ma anche la scelta del presidente della regione Campania caduta su Pino Coccorullo ha provocato molto risentimento da parte di componenti del partito per come è stata gestita tutta la procedura della nomina.
Infatti, sono in molti a “sussurrare” che la questione è tornata nelle mani di Edmondo Cirielli, leader indiscusso di FdI in provincia di Salerno, che di fatto si è fatto scavalcare nella scelta di chi dovrà “governare” e, soprattutto, gestire l’ente parco nei prossimi 5 anni.
Addirittura, pare, che si si stiano facendo pressioni su Coccorullo per fargli rifiutare l’incarico e lasciare il campo libero alla Maiuri o a Feola. In questo caso, De Luca poco potrebbe fare nel rifiutare l’incarico ad uno dei due perché la terna non può essere ritirata e riformulata. Ma è una storia del tutto inverosimile …
Infatti, non si potrebbe capire come un uomo politico candidato e designato, possa lasciare per una decisione “imposta” dall’alto.
Come andrà a finire lo vedremo presto …
Intanto, l’ente parco, che esce da un lungo periodo di commissariamento, langue sia nella gestione dell’ordinaria amministrazione sia in quella straordinaria. Come è afona la voce dei sindaci del territorio che fanno parte della Comunità del Parco che pure deve nominare 4 degli 8 consiglieri del direttivo che andranno ad accompagnare il futuro presidente nel prossimo quinquennio.
Sindaci che sono stati del tutto assenti nel lungo periodo che ha visto Tommaso Pellegrino continuare a gestire da commissario, in modo monocratico, l’ente; dopo aver amministrato senza nessun intoppo durante il mandato.
Sono gli stessi sindaci che durante le amministrazioni precedenti levavano “grida manzoniane” contro la preponderanza della componente ministeriale nel consiglio che metteva “lacci e lacciuoli” limitando lo “sviluppo” economico. Quando, cambiata la legge, hanno ottenuto di essere maggioranza in consiglio (4 sindaci + il direttore sindaco + il presidente sindaco + più un nominato dal ministero dell’agricoltura sindaco anche lui) non hanno saputo essere consequenziali. Un esempio per tutti … sono più di due anni che è stato dato il mandato di revisione del Piano del Parco al Prof. Domenico Moccia dell’università Federico II di Napoli, ma del nuovo piano nemmeno l’ombra!
L’ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, ad oltre 25 anni dalla sua istituzione, ha perso capacità di attrazione e ha lasciato per strada molte delle speranze che aveva suscitato in tanti settori della popolazione residente e che lo abita …
Soprattutto, ha fatto decantare molte delle aspettative di sindaci e amministratori, di fine anni ‘90, che avevano riposto nella sua costituzione speranze di cambiamento nel rapporto tra cittadini e ambiente, tra agricoltura e valori, tra istruzione e territorio, tra anziani e giovani generazioni … fu data un’anima identitaria ad un territorio grande come una regione racchiuso in una provincia!
Intanto, basta “camminare” lungo gli oltre 150 Km di costa con due Aree Marine protette; , risalire per altri 80 Km lungo il Bussento e il Bussentino fino al Vallo di Diano; costeggiare per altri 130 Km i versanti Nord del massiccio del Cervati e degli Alburni fino ad arrivare a Paestum … per rendersi conto di quanto “male” è stato fatto al territorio considerato “protetto”.
Pino Coccorullo avrà una grande responsabilità da presidente del Parco. O saprà riscattare l’idea originaria di farne un “laboratorio” sociale, culturale e imprenditoriale capace di identificarsi con la sfida ambientalista che fu posta alla base della sua costituzione, oppure condurrà per mano l’ente verso la sua definitiva decadenza a ente configurabile come una grande “comunità montana”.