La pandemia ha portato con sé uno stravolgimento dell’organizzazione del lavoro anche in corsia. Dalla telemedicina, all’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale, al monitoraggio da remoto. La sanità digitale ha dimostrato di essere molto più di un semplice supporto per i sanitari, portando benefici concreti in uno dei momenti più critici della storia recente. Seppur maturata spesso in emergenza in molti contesti, la rivoluzione digitale in corsia ha consentito a camici bianchi e operatori di poter garantire cure e assistenza in maniera continuativa e in assoluta sicurezza. I primissimi dati relativi all’implementazione dei sistemi digitali in ambito sanitario sono più che incoraggianti: il 37% delle strutture sanitarie sta sperimentando il Tele-monitoraggio, era il 27% nel 2019 e il 35% la Tele-visita (15% nel 2019).
Oltre alla telemedicina, che ricordiamo è entrata di recente nelle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, la rivoluzione digitale in ambito sanitario può portare numerosi benefici non solo in fase di monitoraggio a distanza, ma nella diagnostica. Oggi l’accesso ad avanzati sistemi di analisi dei dati, basati anche su tecniche di intelligenza artificiale (machine learning e computer vision, solo per citarne un paio), anche attraverso il cloud, consentono a ricercatori e medici di accelerare e migliorare le capacità di diagnosi, con risultati migliori – di conseguenza – sia sul piano della prevenzione sia dal punto di vista delle cure
Dal punto di vista della prevenzione, così come dalla prospettiva del monitoraggio delle cure e delle risposte dei pazienti, la cosiddetta Mobile Digital Health (detta anche mHealth) contempla applicazioni mobile e device IoT (per esempio dispositivi indossabili come braccialetti, smart watch, cerotti e tessuti “intelligenti”, ecc.) con l’obiettivo di facilitare diagnosi e cure da remoto. Applicazioni e sistemi IoT rendono più facile la raccolta di dati utili per il monitoraggio della salute, sia, come accennato, in chiave preventiva sia laddove si renda necessario controllare e gestire un percorso di cura, riabilitazione o assistenza.
L’aumento di dati disponibili e di avanzati sistemi di analisi, aprono poi le porte alla medicina personalizzata
· 55% riduzione di riammissioni in ospedale;
· 61% riduzione delle visite al pronto soccorso;
· 55% riduzione delle consultazioni del medico di famiglia;
· 85% riduzione degli episodi di emergenza;
· 45% riduzione del numero di giorni di ricovero.
Infine, ma non per minore importanza, è necessario ricordare il monito lanciato dall’OMS, la popolazione mondiale sta invecchiando, eppure la fascia più vulnerabile potrebbe non ricevere una adeguata assistenza sanitaria, a causa della mancanza di personale in corsia.
Nel 2035, secondo l’OMS, ci sarà un deficit globale di circa 12,9 milioni di professionisti sanitari qualificati, in tutto il mondo, con conseguenze e impatti negativi soprattutto nei paesi a basso reddito. La Sanità Digitale potrebbe rappresentare, in quest’ottica un potente fattore abilitante per migliorare le condizioni sanitarie e accesso ai servizi alla salute in queste comunità, così come in località remote lontane dalle città metropolitane o cittadine con poche strutture sanitarie. Investire nella diffusione della cultura digitale, significa quindi, promuovere un nuovo modello di sanità in cui la tecnologia possa essere a beneficio dei sanitari e dei pazienti.
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