Di Oreste Mottola
Strolacange ngoppa, sì. Proviamoci. Atto aziendale. Piano per il rientro dal debito. Perfino l’italoamericano della situazione, Joseph Polimeni. Poi il governatore Vincenzo De Luca, che avrebbe una partita aperta con la Valle del Calore. I sindaci. I parroci di Roccadaspide e Felitto. La Valle delle lacrime. Almeno così, neanche troppo sopra le riga, sostengono Girolamo Auricchio, Pasquale Brenga mentre apocalittico è il maglianese D’Alessandro: “Ci devono togliere l’ospedale perché tutto lo spazio dev’essere dei cinghiali. Così vogliono delle marine”. Auricchio immemore di essere stato il conduttore della battaglia per dare al suo paese la più bassa percentuale di voti a “Vecienzo” nelle scorse elezioni per avere Caldoro sugli scudi. Poi i numeri, che pure piaccioni a Girolamo, certe volte ti stringono nell’angolo. Così si è riandati con la memoria a una frase in antico dialetto trentinarese: “Strolacange ngoppa e bbiri si ‘nge lo mbruocchi”. A parte Minicuccio lo contastorie (inarrivabile) e Peppino Liuccio (che quel dialetto lo ha trasformato prima in lingua e poi in raffinata letteratura, chi sa cosa significa tutto questo? Che alla fine, al netto dei proclami, raccogli ciò che hai seminato. La nuova sanità regionale vista da qui è oggettivamente uno strazio. Noi per vecchia connessione sentimentale e radici di questo giornale qui dobbiamo iniziare il nostro cammino. Per ragionare e tentare (forse) di capire, così come il trentinarese ci suggerisce.
L’ALLARME DELLA UIL SANITA’: PICCOLI OSPEDALI PERICOLOSI
Ci vengono subito in soccorso le organizzazioni sindacali della sanità, innegabilmente degli addetti ai lavori, che così definiscono la situazione a oggi tre di ottobre del 2016: “Per quanto concerne gli ospedali di Agropoli e Roccadaspide, infine, considerata la conformazione loro assegnata, e considerata la letteratura internazionale che individua i piccoli ospedali come focolai di eventi avversi altrimenti evitabili, dalla Uil ritengono che gli stessi così come sono inquadrati poco avranno da dare alla rete dell’emergenza, sebbene dotati di un Pronto Soccorso e pertanto se ne chiede la rimodulazione in ospedali inseriti a pieno titolo nella rete dell’emergenza stessa”. Traduzione: così come li si vorrebbe da domani non serviranno a niente e a nessuno, soprattuto ai bisogni sanitari delle popolazioni vicine. Cioè non si chiuderanno i loro portoni, ma… Roccadaspide muore, forse lentamente. Intanto rinasce finanche il plesso di S. Arsenio. Un altro schiaffo per il Girolamo Auricchio, già presidente del Por, “partito dell’ospedale di Roccadaspide” . Sopite le voci di rivolta e mobilitazione popolare paventate sì, ma solo sui social network, la nuova manche della partita passa ai sindaci di buona volontà.
LA “RIVOLTA” DEI SINDACI CON QUALCHE SMAGLIATURA
Assemblea a Roccadaspide con 25 adesioni ma è evidente che i tre comuni più popolosi del bacino di utenza (Capaccio, Altavilla e Albanella) sono simbolicamente “tiepidi” non ritenendo (pur con varie motivazioni) di impegnare direttamente i primi cittadini. Voza applaude alla riapertura di Agropoli e non fa cenno alla chiusura di Roccadaspide. Conclusioni? Roccadaspide vede un’altra volta confermare il taglio di circa 50 posti letto e tre reparti. I sindaci del comprensorio che preannunciano battaglia. Chiesto un incontro urgente col Governatore De Luca e ipotizzato un ricorso al Tar. Maurizio Caronna e Geppino Parente (Felitto e Bellosguardo) si fanno garanti di una trattativa che, con tutta evidenza, oggettivamente non c’è. E il bacino di utenza, fissato a oltre 50 mila abitanti, vede almeno 30mila di questi collocarsi in una zona grigia.
QUELLI CHE LA TRATTATIVA L’HANNO AVVIATA
Solo ieri, per me che scrivo, il 2 ottobre per altre realtà ospedaliere e territoriali, le cose si erano un po’ chiarite. Più o meno così. Attingo dal resoconto di infocilento.it. “Rispetto all’atto provvisorio sono state apportate diverse correzioni: per il presidio ospedaliero di Sapri si registra la riconferma dei reparti di ortopedia, ostetricia, pediatria e radiologia, precedentemente esclusi, oltre alla nuova attivazione di cardiologia, medicina d’urgenza e lungodegenza. Vengono mantenuti, poi, rianimazione, chirurgia, medicina trasfusionale, dialisi, gastroenterologia, ed endoscopia, dove nascerà un gruppo oncologico interdisciplinare. I sindaci del Golfo di Policastro non abbassano la guardia, ma si dicono moderatamente soddisfatti.
Ugualmente può dirsi di Polla deve restano attivi urologia e geriatria, il Ser.d (il servizio per le dipendenze, il centro trasfusionale e psichiatria, oltre al pronto soccorso. Il presidio ospedaliero, inoltre, viene identificato come spoke nella rete per l’ictus, per l’emergenza cardiologica, nonché principale servizio sanitario nella rete trauma e spoke I nelle emergenze pediatriche. Buone notizie anche per Sant’Arsenio. Il locale nosocomio diventa ospedale di comunità con 20 posti letto, come Agropoli e Roccadaspide.
Nella Piana del Sele accolte anche le modifiche richieste dal sindaco di Battipaglia. L’ospedale recupera 2 posti letto in rianimazione con destinazione pediatrica, oltre all’attivazione di un gruppo oncologico interdisciplinare per le attività di gastroenterologia ed endoscopia digestiva, che consentirà gli screening del colon retto e di altri programmi di prevenzione, uno per l’allergologia e uno per l’immunologia polmonare, così come è stata concessa la richiesta di attivazione di un medesimo gruppo per le attività chirurgiche connesse con le patologie del rachide cervicale. Confermata, inoltre, l’unità operativa per medicina e chirurgia di accettazione e urgenza.
CHI ISOLA LA VALLE DEL CALORE CHE SI SENTE ISOLA?
Si tratta di notizie che sono benzina sul fuoco per la Valle del Calore. Il ricorso al Tar non garantisce il risultato. Il dibattito pubblico però “sente” la voce forte e chiara di Gabriele Iuliano che chiede Una richiesta di un’audizione urgente e una diffida al direttore generale dell’Asl di fronte alla pubblicazione dell’atto aziendale dell’Asl Salerno che ridimensiona drasticamente il presidio ospedaliero rocchese, che perde tre reparti e vede ridursi i posti letto dai circa 70 odierni a 20. “Il decreto commissariale – spiega il primo cittadino è stato impugnato dinanzi al Tar Campania per la evidente contraddittorietà ed illegittimità che lo caratterizza, soprattutto nella parte in cui non considera la espressa deroga prevista dal D.M. 70/16 per le aree c.d. montane ed interne (oltre che per le isole) e, quindi, nega al presidio ospidaliero di Roccadaspide la classificazione di Ospedale di base sede di Pronto Soccorso, pur rispettando lo stesso tutti gli standard previsti dalla legge ed avendo tutti i requisiti per essere classificato tale”. La bozza dell’atto aziendale, secondo Iuliano, è quindi “chiaramente illegittima e palesemente iniqua”. Di qui la richiesta di un’audizione urgente e la diffida “di sospensione di ogni iniziativa che vada nella direzione dell’adozione, mediante pubblicazione ufficiale, dell’Atto aziendale in relazione alla rete ospedaliera dell’ASL Salerno”.
NESSUNA NEWS DAL COMITATO POPOLARE
Un ultimo cenno va al sedicente leader del Comitato Popolare,diventato afasico e inattivo, che con me è già al livello di not speaking terms, manco ci rivolgiamo più la parola. Lui però si riserva diritto d’insulto e d’insolenza. Per fortuna mia non sono l’unico destinatario. La malaparola condivisa fa meno male e si attenua. I “sfuttuti” pure vanno in paraviso anche a dispetto dei “subcomandanti Marcos” de noantri. Mò strolacange ‘ncoppa nata vota.