A quindici giorni dalla riapertura delle attività commerciali post lockdown causa Covid 19, traggono un primo bilancio tre gestori di Sala Consilina. “In questo momento la ripresa è l’aspetto cruciale – dice Concettamaria Cantelmi che gestisce il Paladino Loungebar nel cuore di Sala Consilina – non si è capito se chi ha riaperto è molto coraggioso o molto incosciente perché siamo proprio in questa fase delicatissima nella quale le attività stentano ad andare avanti, faticano perché con tutte queste restrizioni e limitazioni laddove già c’era un deficit a livello di utenza, le difficoltà, in questo momento, si sono acuite ma erano già pregresse, le attività infatti stanno soffrendo questo passaggio. E la ripresa, se di ripresa vogliamo parlare, adesso, la vediamo lontana e distante. Ritornare nel nostro esercizio dopo tanti giorni di chiusura è stata tosta perché tre mesi di assenza sono difficili da superare soprattutto economicamente perché la gestione odierna è complicata perché con gli introiti devi provvedere al funzionamento dell’attività di oggi e a quella pregressa che hai dovuto trascurare. I numeri sono fondamentali, numeri che fai difficoltà a raggiungere per motivi riconducibili alle restrizioni ma anche alle difficoltà economiche della gente, cosa che non dobbiamo sottovalutare. In questo istante l’attività è in crisi ma lo è anche l’utenza, una catena difficile da smontare. Noi ci stiamo battendo in tutto e per tutto per cercare di far ripartire la macchina e con ottimismo, vogliamo guardare ad un futuro roseo ma non nascondo che dubbi e incertezze sono tantissimi. Abbiamo una clientela giovane e stiamo cercando di ampliare il servizio ad altre fasce d’età perché forniamo un servizio che molte persone non conoscono, stiamo così cercando di allargare lo scenario per dare forza a questo rilancio, a questa spinta, però al momento tutte le incertezze e i dubbi restano ancora forti”. Anche Antonio Lullo che possiede la libreria Mondadori in via Mezzacapo a Sala Consilina esprime una riflessione sulla riapertura dopo due settimane: “La riapertura è stata positiva per tutti perché è bene che tutte le attività abbiano ripreso quello che avevano interrotto prima della chiusura generale – afferma – certo c’è stato un movimento maggiore con la riapertura dei bar e di altre attività abbiamo visto un incremento delle persone in giro. Devo dire che tutti sono molto rispettosi anche delle dovute norme dentro e fuori i negozi. Il settore cultura ha beneficiato molto di questo periodo perché la gente ha avuto molto tempo per leggere e ha riscoperto la lettura che non faceva ormai da tempo data la vita molto frenetica, molti hanno dunque acquistato nuovi libri perchè avevano terminato di leggere quelli che avevano acquistato in precedenza e allora hanno preferito continuare con questa buona abitudine. I dubbi su questo momento restano però sono fiducioso e, con queste nuove riaperture, se tutto andrà bene da qui a fine giugno, penso e spero che ritorneremo alla vita normale perché i contagi stanno diminuendo ogni giorno di più e, la gente, sta acquistando fiducia anche nelle uscite. Certo i primi giorni sono stati traumatici soprattutto nel Vallo di Diano essendo stata una zona molto colpita dal Covid 19 però vedo che la gente ha voglia di uscire, di riscoprire e di incontrarsi ma sempre con le dovute precauzioni”. Raggiunta Simona Benvenga che gestisce un negozio di oggettistica dal nome Think Tank, anche vicepresidente dell’associazione commercianti salesi Io c’entro, così risponde su questa fase: “Quindici giorni fa quando ho riaperto ero impacciata, avevo paura e non sapevo cosa fare perché ci troviamo in una situazione totalmente differente e senza precedenti e, lavorare con mascherina, guanti e distanza non è facile. Non è semplice far vedere da lontano un oggetto però diciamo che questo momento di crisi è durato poco, man mano ho acquisito sicurezza, tranquillità per questa nuova situazione e devo dire che è per me un ottimo bilancio. Le persone che entrano sono educate, rispettano la distanza, usano tutti i dispositivi di sicurezza personale, mi danno tutti l’impressione che vogliono riprendere la loro vita, anche se non acquistano hanno la voglia di entrare, di guardare, di parlare, insomma, si ha voglia di girare pagina e di andare avanti, di riprendere laddove abbiamo lasciato. Prima della chiusura, come Io c’entro, avevamo tante attività in programmazione che però abbiamo dovuto cambiare ed annullare e mettere nuove idee in campo. Alcuni di noi hanno chiuso per più di 70 giorni e siamo stati tutti vicini ai nostri associati scrivendoli, chiamandoli anche solo per una parola di conforto. Abbiamo tanta voglia di fare e di creare nei prossimi mesi e di andare incontro ad ogni necessità manifestata dalle diverse attività lavorative del territorio”.
Antonella Citro