Silenzio. Solo silenzio. Ma anche lacrime e tanta commozione mentre un fiore rosso era tenuto stretto tra le mani: così ha vissuto Sala Consilina la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Un’atmosfera surreale ma carica di tante domande espresse e inespresse che esigono risposte da parte di un territorio che è stato investito e che ha subìto, in prima persona, una violenza inaudita. “Una rosa per Violeta” è stata infatti la marcia silenziosa organizzata dalle donne del Vallo di Diano e del Tanagro, dal Centro antiviolenza Aretusa di Atena Lucana e dalle associazioni presenti sul posto in memoria di Violeta Senchiu, la donna di 32 anni cosparsa di benzina, arsa viva dal suo compagno e morta dopo ore di indicibile sofferenza; ma anche di tutte le donne che subiscono violenza di genere. Il corteo così composto, partito dall’ex tribunale, ha sfidato la pioggia battente, è arrivato in piazza Umberto I davanti la “panchina rossa” dove sono stati depositati tanti fiori come simbolo per Violeta. Ognuna aveva lo sguardo corrucciato. Ognuna si è fermata qualche secondo di fronte la panchina rossa per lasciare un ricordo e un pensiero per questa donna, che non meritava certo una sorte così terribile. Il silenzio ha gridato perciò contro ogni forma di violenza, di ingiustizia e di pregiudizio di genere. «Si è scelto Sala Consilina in omaggio a Violeta, come punto di partenza per dimostrare che noi ci siamo, che non taceremo e non ci fermeremo – hanno detto gli organizzatori tra le righe senza però rilasciare alcun’altra dichiarazione in questa occasione – Ogni singola persona, con il proprio contributo, può fare la differenza». A parlare, in questa giornata, è stato solo il silenzio, e questo silenzio accolto in massa è sembrato il gesto più eclatante per riflettere sull’accaduto ma anche per raccogliere le idee ed esporle meglio il prossimo 2 dicembre alle 17 al Centro Aretusa, quando si terrà un momento di confronto per continuare a sensibilizzare la popolazione, premendo prima di tutto il tasto sulla importanza della rete e della sinergia che deve esistere per combattere ogni violenza. «Noi portiamo il grido e la voce contro questa violenza – dice Rosa, una delle donne che ha preso parte alla marcia – Stanotte non ho dormito perché ricordavo le parole di un collega che ha trasportato Violeta in ospedale, mi parlava delle urla e del suo dolore. Io mi chiedo che cosa ha fatto questa donna per meritare tanto? Come lei però ce ne sono tante che vivono e soffrono in silenzio, e oggi siamo qui per manifestare il suo dolore, sperando ci sia sempre più prontezza nel denunciare queste cose, e sempre più sensibilità verso di esse». «Non ci possiamo fermare di fronte questi episodi tristissimi – dice Simona – È stato forte il silenzio. Faceva male. Ci stiamo scontrando con una realtà che non dovrebbe . appartenere a questo mondo». «La marcia non è solo per Violeta ma è per tutte le donne che subiscono violenza – dice Valeria – Nel Vallo di Diano ci sono realtà che non conosciamo. Bisogna urlare invece il proprio disagio, perché queste donne non sono sole. Ci sono tanti supporti, le donne devono avere il coraggio di palarne».Era presente anche il deputato Cinque Stelle di Albanella Felicia Gaudiano: «È doveroso essere qui come portavoce del Movimento ma anche come donna – dice – affinché eventi come questi non accadano più. Le donne vanno rispettate soprattutto dalla persona amata. Ogni violenza non trova giustificazione e nessun senso. Giovedì scorso ho portato in Senato la marcia e si è trovata grande solidarietà da parte di tutti. Siamo vicini alla famiglia e ai figli di Violeta».
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