L a storia ha attraversato tante volte SaintRhémyenBosses e ancora oggi continua a farlo. Anche la mia piccola storia affonda qui le sue radici e precisamente nella frazione di Cuchepache dove mio nonno Graziano, lo storico maestro del paese – cercate su Google Maps la “casa del maestro” – ha costruito la dimora di famiglia. Nel 1946 ha portato mia nonna, conosciuta durante la guerra a Lucca, in questo paese della Coumba Freida (aria gelida), a 1500 metri di altitudine, poche manciate di case, in inverno sommerse dalla neve, nell’ultimo comune italiano prima del confine svizzero. Chissà se nel convincerla a lasciare la campagna ha raccontato anche a lei, come usava fare con noi nipoti, l’etimologia del nome della frazione. Cuchepache ovvero dormi in pace. Nel Seicento la peste risparmiò i pochi abitanti della frazione, prendendosela invece con i vicini di Laval, dove tutti furono “lavati” via dalla più celebre e devastante pandemia. Nei due borghi che compongono il paese, prima due distinti comuni quello di Bosses e quello di SaintRhémy, tutto racconta di tempi lontani. Volgendo lo sguardo ai propri piedi e osservando le pietre, quelle su cui da anni consumano le suole viandanti e pellegrini, e in tempi più recenti escursionisti e trailer, è possibile trovare tracce di una storia secolare.
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