Cento anni dalla fondazione del Club “Associazione Sacchesi d’America” in New York, almeno ufficialmente, ma sicuramente molti di più. Infatti una consistente Comunità di Sacchesi nella grande mela era già presente nel 1883 con circa 300 nostri concittadini con un parroco a seguito, don angelo Ansanelli. Negli anni la presenza della nostra comunità si è rafforzata e positivamente integrata con un numero consistente di presenze di prima seconda e terza generazione. La funzione aggregante dell’associazione ha permesso relazioni e contatti continui tra i nostri concittadini e con la terra d’origine. Per questo abbiamo ritenuto necessario partecipare con una delegazione ai festeggiamenti del centenario dalla fondazione della società.
È stato un viaggio nei ricordi e nelle emozioni. L’incontro di vecchi amici, di parenti, di conoscenti e di volti ascoltati e tramandati nei racconti, di amici e familiari, davanti ad un bar, seduti in piazza o al tepore del camino. Questo è stato il mio viaggio a New York, e ringrazio la nostra comunità sacchese e tutta l’amministrazione dell’associazione, con il presidente Pasquale Masullo per l’invito rivolto all’amministrazione comunale a partecipare a questo evento speciale.
Li ringrazio per la splendida accoglienza nella sede dell’associazione, partecipata nei numeri, ma soprattutto negli affetti: un calore ed un’emozione che non provavo da tempo. Il segno tangibile di una comunità, e lo dico con grande orgoglio, viva ed attiva, ben integrata e presente nel circuito economico e sociale di una pur grande città come New York.
L’incontro con il sindaco Bill de Blasio, nella sua residenza. Accolti con una sorprendente familiarità frutto dell’affetto del Sindaco nei confronti del Poeta-Barbiere Mario Macchiarulo, che per anni è stato non solo il suo barbiere, ma, con le parole del sindaco in un italiano fluente, “suo confidente e punto di riferimento affettivo da oltre 25 anni”. Una storia davvero bella ed emozionante. Mario ha rafforzato l’amore e la passione per le tradizioni e per la cultura italiana del sindaco gigante: “È stato lui a tagliarmi i miei lunghi capelli, simbolo di un periodo della mia vita, ed ogni volta mi raccontava storie italiane e mi recitava versi di Dante e di Petrarca”. Per questo i suoi due figli portano il
nome di Dante e di Chiara, a simbolo di una forte scelta verso le sue origini italiane. Ha parlato poi del ruolo del Sindaco che, ovunque ed al di là della dimensione delle città, presenta sempre le stesse difficoltà ed a questo punto ho voluto esternargli “i miei ringraziamenti per l’affetto ed il sentimento di amicizia che riserva alla nostra Comunità Sacchese di New York attraverso il nostro concittadino Mario Macchiarulo. Una comunità la nostra, italiana, che insieme alle tante comunità, dalle più diverse origini, ha contribuito alla grandezza ed al progresso della città di New York e dell’America tutta, a riprova del fatto che non i
muri, ma solo l’integrazione attiva e positiva genera progresso e benessere”. Infine, anche uno scambio di idee sulla contingente situazione politica italiana dove ho rappresentato la necessità di una presenza forte della sinistra sui temi sociali e per la soluzione delle povertà e delle diseguaglianze, altrimenti il campo abbandonato dalla sinistra sarà, come è sempre accaduto, terreno fertile per i populismi. Sarebbe ora di andare, ma no, ecco che appare la moglie Chirlane ed il figlio Dante! Ed anche con loro è stato uno scambio familiare di saluti con il nostro Mario Macchiarulo e con tutti noi. A Dante, che festeggiava il compleanno (22, mi sembra di aver capito), abbiamo espresso la convinzione che quest’anno non sarà la Juventus a vincere lo scudetto, ma l’Inter e non è sembrato molto entusiasta, probabilmente per la sua fede calcistica partenopea. Una bella famiglia, diversa e molto aperta e, soprattutto, molto legata alla tradizione italiana e saldamente ancorata agli ideali progressisti. Ora è il momento di andare, ma prima dei saluti abbiamo voluto omaggiare il Sindaco con un simbolo del nostro paese, un piatto di ceramica con il paesaggio e lo stemma del gonfalone, tra gli scatti della segretaria Paola, che hanno immortalato la visita della nostra delegazione (il sottoscritto, Raimondo Tedesco, consigliere delegato ai rapporti con i sacchesi all’estero, Polito Angelo, assessore, Pasquale Masullo, Presidente dell’”Associazione Sacchesi d’America, e naturalmente il nostro Poeta/Barbiere, Mario Macchiarulo). Subito dopo, i saluti e l’invito al Sindaco ed ai suoi familiari ad una visita alla nostra piccola ma favolosa Sacco, che non è detto non possa avvenire a breve. Almeno noi ci speriamo.
Questa è la nostra comunità a New York grande e sorprendente, come la città che la ospita. Non solo una visita ai grattacieli ed a questo splendido luna park della ricchezza, dove si alternano, tra contraddizioni antiche, benessere ed emarginazioni, ma soprattutto un incontro fortemente emotivo con la nostra comunità attiva e presente nei campi della ristorazione, con numerose pizzerie e ristoranti gestiti dai nostri compaesani, del mercato immobiliare, della logistica. Un viaggio dicevo tra gli affetti, tra il ricordo del nostro passato e delle nostre comuni radici. Tutto si può riassumere, come ho affermato nel mio discorso durante la cerimonia di festeggiamento per il centenario dell’associazione in “…tre parole: sacrificio, orgoglio e tradizione”. E, devo dirlo, in questo viaggio, abbiamo, se non scoperto, almeno rafforzato l’orgoglio di essere sacchesi. Qui abbiamo ritrovato le tradizioni e i valori veri della nostra comunità, abbiamo rivisto e ritrovato quella Sacco che sopravvive, al di là delle localizzazioni geografiche, nello spirito e nella voglia di appartenenza delle nostre piccole/grandi comunità presenti in tante parti del mondo. Per questo è stato non solo bello, ma anche importante partecipare ai festeggiamenti per questo significativo centenario di una nostra associazione di concittadini che non solo si riconoscono nelle tradizioni e nel nostro comune passato, ma che manifestano anche la ferma volontà di conservarlo e rinnovarlo nelle nuove generazioni. E questa occasione non dobbiamo perderla, dobbiamo continuare a creare le condizioni di “Incontro” delle nostre comunità per non disperdere il grande patrimonio umano e culturale che abbiamo ereditato. E questo “progetto di Incontro” continuerà in collaborazione con la “Associazione Sacchesi D’America”, come concordato con il Presidente Pasquale Masullo, con una serie di altre attività tra cui una visita, nel prossimo anno, in Brasile, dove risiedono numerose comunità di nostri concittadini, e in Argentina dove l’emigrazione dei nostri concittadini, per un futuro ed un avvenire migliore, ebbe inizio e cambiò per sempre il destino del nostro paese.
Dopo la cerimonia, con scambio di doni e riconoscimenti, e il “Dinner dance”, al Ristorante “Verdi” di Long Island, anch’esso gestito da un nostro concittadino, con numerosi partecipanti “come non si vedeva da tempo”, e l’incontro con i tanti amici e conoscenti, e, consentitemelo, con la mia “Grande famiglia” di parte paterna e materna, si è conclusa la visita alla nostra Comunità di New York che ha rafforzato in noi, non solo i sentimenti di appartenenza e di orgoglio, ma anche la convinzione che Sacco dovrà continuare ad essere ancora punto di riferimento per tutti noi e che potrà e saprà farlo nel modo migliore.