Un ricordo storico che non deve mancare nella cultura della memoria di una società, che sempre più si lascia indietro il passato, quello che è occorso alle generazioni attuali per vivere nella libertà e nella democrazia. Un rispetto e una gratitudine che sovente dovremmo rivolgere a quanti, nella prima Guerra Mondiale così come in quella successiva, hanno sacrificato la propria vita, chi da militare, chi da civile. Capaccio Paestum, anche e soprattutto per merito delle associazioni d’arma, non vuole dimenticare e anzi, con nobile principio commemorativo, spesso erge il suo rispetto verso coloro i quali si immolarono alla Patria. Sabato 22 giugno si è svolta al Capoluogo di Capaccio Paestum la cerimonia per i cento anni del monumento ai caduti. Fu inaugurato il 22 giugno 1919, la cui fondazione è attribuita a Manlio De Maria notaio e curatore di Capaccio, lo indica l’Elenco dei Contribuenti Privati della provincia di Salerno del 1924, uomo di cultura e fondatore della Cassa Rurale e Artigiana di Capaccio, colui che si prodigò anche per donare ai cittadini l’utilità dell’energia elettrica, ed è stato uno dei primi ad essere eretto a memoria dei caduti della prima guerra mondiale. In seguito, sulla facciata dello stesso, furono incisi anche i nomi dei caduti civili e militari della II Guerra Mondiale. Nello stesso giorno, un secolo dopo, l’Associazione Combattenti e Reduci della locale sezione, intitolata al Cav. Mariano Bello (Presidente dal 1989 al 2009) e attualmente presieduta da Pasquale Mauro, con una cerimonia espressiva e coinvolgente ha voluto porre omaggio al ricordo e al significato di un simbolo che già dal dicembre 1918 si cominciavano a vedere nelle piazze europee. L’appuntamento è stato presso la sede dell’associazione, in piazza Orologio, dove si sono ritrovati Autorità civili e Militari per dar via al corteo preceduto dal Gruppo delle Majorettes e dalla Banda Musicale di Capaccio Paestum. I convenuti si sono poi mossi, con Bandiere e Labari verso piazza Tempone, dove il Monumento si eleva non distante dal Busto di Costabile Carducci, dinanzi alla meravigliosa distesa di monti e mari. Un tricolore che sventola sul balcone di una abitazione rende omaggio ai passanti. Posta la Corona ai Caduti da parte del Sindaco Alfieri e del Presidente Pasquale Mauro, si è proceduti con la Santa Messa, celebrata da S.E. il Vescovo Mons. Ciro Miniero. A seguire gli interventi del Sindaco Franco Alfieri, il quale esorta che a queste manifestazioni vengano interessate e partecipino le scuole, in quanto dovranno essere i giovani studenti a mantenere vivo la memoria; la lettura della preghiera del Soldato, l’intervento del presidente Mauro e la lettura, con lo scandire “presente” da parte del pubblico, dei nomi dei caduti della Prima Guerra Mondiale.
Presenti alla celebrazione anche la rappresentanza provinciale dell’Associaizone Combattenti e Reduci, nonché l’Associazione Nazionale Carabinieri di Capaccio Paestum, di Agropoli e Roccadaspide; il Nucleo di Protezione Civile, coordinato da Antonio (Tonino) Merola e il Gruppo Protezione Civile dell’ANC; una rappresentanza dell’Esercito Italiano con il Col. Fausto Ciriaco Troisi, del comprensorio militare di Persano; la Guardia di Finanza, i Comandanti delle rispettive Caserme dei Carabinieri di Capaccio Paestum, il Maresciallo Ca. Maurizio Balistreri e il Maresciallo Ca. Valentino Romano e la Polizia Locale, coordinati dal Ten. Antonio Rubini. Presenti alla cerimonia anche molti esponenti della nuova Amministrazione comunale unitamente ai neo Assessori. In chiusura della cerimonia, il Presidente Mauro, al quale vanno i sinceri complimenti per la grande e impeccabile organizzazione, ha donato alle autorità convenute un Attestato di Partecipazione a ricordo dell’evento.
«I monumenti sanciscono la giustizia di questa guerra, la tolleranza di questo popolo e dei suoi confini» scriveva Ugo Ojetti sul Corriere della Sera del 3 aprile 1919; ci piace dire altresì che rendono soprattutto giustizia al ricordo dei tanti giovani che dalla grande guerra non hanno fatto rientro a casa, se non con il loro solo nome inciso, appunto, sui monumenti e lasciato ai posteri. È per questo che dobbiamo avere una coscienza e una memoria che deve farci riflettere; a tutti noi è stata lasciata un’eredità non di beni materiali ma morali ed etici, cose che potranno arricchirci attraverso il rispetto che dobbiamo avere ogni qualvolta sul nostro cammino incrociamo un monumento, verso il quale dobbiamo fermarci, seppur per un solo attimo e volgere un ricordo a questi uomini e donne; un gesto che non può fare altro se non accrescere e gratificare il nostro legame con la patria terra, con la memoria storica e con tutti coloro i cui nomi sono impressi su colonne di marmo.