Incontro Giuseppe Viterale, sindaco di Rofrano, ancora fresco di Australia e che non ha ancora smaltito la differenza di fuso orario. Infatti è appena atterrato dal viaggio che lo ha riportato in Italia, dopo avere incontrato la comunità rofranese che lì vive e cresce. Sposato e con quattro figli, responsabile dell’ufficio postale di Rofrano e, dal 1999, anche Sindaco.
Gli chiedo di raccontare la sua esperienza in Australia…
I nostri concittadini chiedevano da tempo la soddisfazione di avere tra loro il Sindaco di Rofrano. Dopo avere avviato il programma amministrativo sul quale aveva chiesto il suffragio dei residenti, ho con piacere voluto dare questa soddisfazione ai nostri emigranti.
Come li ha trovati?
Ho trovato persone che hanno realizzato il sogno di riscattare una vita di stenti a cui erano destinati in patria. Oggi sono perfettamente integrati nella società australiana e, in molti casi, occupano posizioni di prestigio sociale, sia nelle attività di tipo privatistico che pubbliche.
Da tempo nel Cilento, e non solo, si parla di turismo di ritorno. Si vuole intercettare quel filone turistico che si basa sulla voglia di riscoprire i luoghi di origine da parte di chi è emigrato o dei loro figli. Pensi che questa intuizione sia giusta?
Dirò di più! Ho visto lacrime di vera commozione nei nostri concittadini ogni volta che si citava il nome di Rofrano e dell’Italia: ma ho incrociato occhi lucidi anche nei loro figli o nipoti, che non hanno mai conosciuto la loro terra d’origine. Su questa linea va l’intesa che abbiamo concordato con la COASIT (Comitato di Assistenza Italiani all’Estero) che prevede una serie di iniziative per favorire scambi culturali, e tra le nostre comunità. Pubblicano anche un giornale, “Fiamma”, attraverso la quale tengono accesa l’idea di comunità.
Lei però è stato eletto Sindaco dai Rofranesi residenti. Quindi mi sembra giusto dare loro conto di quanto fatto finora. A che punto è il programma che prima ha citato?
Il nostro programma è un programma di sviluppo per dare sostegno ai giovani che vogliono rimanere a Rofrano. Abbiamo già realizzato la messa in sicurezza dell’edificio scolastico e sistemata la palestra con il campo sportivo e quello di tennis. E’ stato completato l’acquedotto di Polarito che darà risposte all’emergenza idrica. E’ stata completata la strada S. Nicola – S. Menale, che collega il centro storico alla provinciale. E’ pronto il progetto per l’asilo nido comunale e abbiamo attivato il bonus di 516 euro per ogni bambino nato nel comune insieme all’iniziativa di piantare un albero per ogni nascituro. Per gli anziani è funzionante un servizio domiciliare efficiente e abbiamo già ottenuto un finanziamento per la realizzazione di una casa albero che potrà ospitare quelli che, a causa dell’emigrazione dei loro figli, sono destinati a rimanere soli in paese. Inoltre, è stata realizzata la pavimentazione del centro storico.
Ma praticamente quali iniziative sono già partite a sostegno dell’occupazione giovanile?
Abbiamo commissionato uno studio sulla nostra situazione sociale ed economica all’università della Basilicata. Ci aspettiamo molto dalle loro proposte su come sfruttare al meglio le nostre potenzialità. Intanto qualcosa è già stato fatto. Per esempio abbiamo concesso il suolo comunale per la realizzazione di una centrale che produrrà energia eolica. Siccome il nostro comune è proprietario di oltre 4000 hm di boschi di castagneti selvatici, è stato avviato un progetto pilota per la loro riconversione in piante produttive, per dare un segnale anche ai proprietari privati. Con questo progetto abbiamo occupato circa 10 giovani. Voglio aggiungere che anche il GET (Gruppo Escursionistico Trekking) che opera sul nostro territorio è una realtà che ha dato risposte concrete sul piano dell’ospitalità turistica. Solo nel 2002 ha portato a Rofrano oltre 3000 turisti!
Il suo comune fa parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. A 6 anni della sua costituzione che giudizio ne dà?
E’ una realtà appena avviata, in fondo 6 anni sono pochi! Ma ora abbiamo un’opportunità unica con il P.I.T. del parco (Piano Integrato Territoriale) che assegna alla nostra realtà fondi considerevoli (circa 250 miliardi di vecchie lire). Sono convinto che i nostri rappresentati, cioè i sindaci eletti in seno al consiglio direttivo del Parco, sapranno agire per dare il massimo riscontro nelle singole realtà territoriali.
E la gestione della salute pubblica…
Noi siamo un po’ penalizzati perché lontani dai quattro poli ospedalieri dell’ASL SA 3, Vallo, Sapri, Polla e Roccadaspide. Confidiamo che la nostra richiesta d’istituzione del SAUT venga valutata positivamente, risolvendo così i nostri problemi legati al primo soccorso.
L’intervista potrebbe continuare a lungo. Non posso concludere questa intervista senza ricordare a me stesso che, essendo mio padre di Rofrano, ho trascorso buona parte della mia fanciullezza in quel paese. Al “seguito” di mia nonna Carmela e coccolato da mio nonno Bartolomeo: inconsciamente ricercavo tra le facce e le case della sua lunga lista di parenti, che di volta in volta abbracciavo, le radici vere su cui fondare l’esistenza.