“Rocco Scotellaro e la questione meridionale” è il libro del professore Marco Gatto, che insegna Critica letteraria e Teoria della letteratura presso l’Università della Calabria. Il volume è stato pubblicato da Carocci editore nel 2023, anno in cui cade il doppio anniversario di Rocco Scotellaro: cento anni dalla nascita e 70 dalla morte. Militante politico, poeta e narratore, il giovane sindaco lucano aveva profondi legami con il Cilento: Scotellaro studiò presso il Convitto serafico dei Cappuccini di Sicignano degli Alburni. Con questo saggio Marco Gatto intende rovesciare i presupposti del mito secondo il quale Rocco Scotellaro è stato il “poeta-contadino”. L’autore del saggio evidenzia come il giovane sindaco di Tricarico fu uno fra gli interpreti più lucidi delle trasformazioni sociali che investirono l’Italia del secondo Dopoguerra, in ragione del suo impegno concreto e di un’idea di cultura mai scissa dalla sua verifica sociale. Del mondo contadino o, come meglio precisa Marco Gatto, dei gruppi sociali subalterni, ai quali era prossimo senza appartenervi del tutto, Scotellaro fu studioso e intellettuale gramsciano. Convinto che l’impegno meridionalistico non potesse essere disgiunto da un progetto pedagogico di emancipazione culturale, Scotellaro ottemperò alla sua missione civile attraverso la mediazione e la mimesi. Il volume rigetta certa storiografia che vede un rapporto maestro/allievo tra Carlo Levi e Scotellaro: prima del loro incontro, avvenuto nel maggio del ’46, Scotellaro “ha già maturato esperienze letterarie e politiche che lo definiscono intellettuale”, chiarisce Marco Gatto in una recente presentazione da me moderata. Supportato da una complessa ricerca delle fonti archivistiche e da una meticolosa ricostruzione, il pregevole lavoro del professor Gatto si focalizza sulla centralità della formazione culturale di Scotellaro, tutt’altro che ingenua, come spesso, e a torto, è stata giudicata; e fa riflettere su quelle che furono le ragioni della militanza a favore delle classi popolari. “Ripoliticizzare Scotellaro” (le parole con cui inizia il libro di Marco Gatto) è fondamentale; perché, come ha bene chiarito l’autore, ripoliticizzare significa “trascinare Scotellaro verso una dimensione politica”. Scotellaro, che non è un neorealista né un nostalgico crepuscolare, è “un intellettuale molto consapevole anche sul piano tecnico” afferma Marco Gatto. Perché, allora, si è tanto parlato, e si parla ancora, di Scotellaro poeta-contadino, se Scotellaro fu un intellettuale erudito, un politico militante, autore dell’inchiesta Contadini del Sud? La prefazione che Goffredo Fofi ha scritto al libro di Marco Gatto è illuminante: “Finalmente un saggio che rende giustizia alla complessità e soprattutto e nonostante tutto all’attualità di una figura come quella di Scotellaro, poeta e militante politico, lucano ma di sintonie vaste e sconfinate”.
Antonella Casaburi