Era questione di pochi mesi, in realtà sono trascorsi più di due anni (il prossimo aprile il nosocomio rocchese compirà il suo terzo compleanno) e di attivare i restanti reparti, non se ne parla. Con il rischio che, se non si raggiunge entro l’anno il numero minimo di posti letto previsto, l’ospedale rischia la chiusura. Numero minimo, che deve raggiungere almeno 92 posti letto, di contro agli attuali 46 disponibili nell’unità operative di medicina, cardiologia Utic e chirurgia. L’ultimo appello arriva dal presidente della comunità montana calore salernitano, Donato De Rosa, che ha richiesto un incontro urgente al governatore Bassolino, e all’assessore alla sanità Tufano. ‘Dall’ultimo incontro di qualche mese fa’ polemizza De Rosa ‘tra i vertici regionali e le autorità politiche locali, nulla è stato fatto. Si parlava di potenziamento dell’unità coronarica, di aprire i reparti d’ortopedia, di pediatria e ginecologia ma purtroppo non è stato così.’. Un potenziamento che da tempo stenta a realizzarsi, nonostante la disponibilità da parte del direttore generale dell’ASL Sa3, Claudio Furcolo, ad utilizzare dei fondi propri da investire nel nosocomio rocchese. Nessun riscontro ha avuto’ continua ‘la delibera del manager Furcolo con la quale richiedeva l’autorizzazione in deroga, per l’avvio concreto delle restanti unità operative, per il reperimento delle risorse umane e professionali.’. Intanto la mancata attivazione crea non pochi disagi, particolare al reparto d’ortopedia, diretto dal primario Angelo Feola, da tempo terminato e pronto alla degenza. Infine, il presidente De Rosa lancia un appello direttamente all’onorevole Valiante e all’onorevole Mucciolo, quali rappresentanti del territorio. ‘Vi chiedo’ conclude nella missiva inviata anche a tutti i sindaci del comprensorio, al manager Furcolo e a diversi enti sul territorio ‘di sollecitare un incontro urgentissimo con i vertici regionali, per una risoluzione dignitosa. Altre ipotesi sarebbero un affronto intollerabile, per una popolazione già tanto provata dall’abbandono.’. L’ipotesi, quale appunto la chiusura del nosocomio rocchese, per la cui apertura è stato necessario attendere ben oltre un quarto di secolo. In realtà la mancata attivazione dei restanti reparti sta suscitando non poche polemiche. Tra le quali quella del consigliere di opposizione Girolamo Auricchio, che punto il dito anche contro il “disinteresse” dell’amministrazione comunale, presieduta da Giuseppe Capuano e “l’infondatezza di alcune promesse”. ‘A distanza di oltre due anni’ afferma Auricchio ‘nulla è stato fatto, l’augurio è che l’attivazione delle restanti unità operative avvenga presto, prima di sgradite sorprese. Una situazione causata anche dall’apatia e dal disinteresse dell’amministrazione comunale, e dalle facili promesse da parte di qualche consigliere regionale. La verità è che Roccadaspide non ha peso politico. L’ospedale va avanti per il grosso impegno e la capacità di tutti gli operatori che vi lavorano.’.
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