L’invito di Gina, mia moglie, ad accompagnarla al “Concerto del coro polifonico “Santa Sinforosa” di Roccadaspide, programmato per la serata di domenica 17 marzo 2025, non ammetteva un diniego! Per cui ho fatto di necessità virtù e, insieme, ci siamo avviati sulla SS 166 in direzione di Roccadaspide con un po’ di anticipo sull’orario indicato sulla locandina con la quale si invitava la popolazione a partecipare …
Una serie di sorprese mi hanno fatto ricredere … e ho ringraziato la mia compagna di vita per avermi “trascinato” fuori di casa.
La prima sorpresa è stata entrare nell’aula consiliare già gremita in ogni ordine di posti già 15’ prima delle 20:30. Subito individuo che in prima fila c’è Nino Di Dario, amico e compagno del tempo in cui avviammo l’avventura editoriale de “il Valcalore” a Roccadaspide. Con lui ci sono i suoi due figli: Sonia e Dario che si coccolano Nicola che è stato un protagonista della vita sociale, professionale e culturale di Roccadaspide.
Ad accogliere gli invitati, c’è Sergio Carrozza che distribuisce la brochure con il programma della serata. Sergio, che è l’animatore del gruppo, è anche un eccellente “basso” che è a suo completo agio anche sul palcoscenico nel ruolo di presentatore.
Trovo un ottimo posto grazie alla gentilezza dellIng. Giuseppe Sabetta che è il padre di una corista che sarà anche protagonista di punta dello spettacolo, Maria Carmela Sabetta.
La seconda sorpresa è quella del numero dei coristi che si sistemano davanti al pubblico. L’entrata in scena del coro, diretto dal maestro Sabina Martiello, è accompagnata dagli applausi del pubblico indirizzati ai 27 protagonisti suddivisi tra Soprani, Contralti, Tenori e Bassi.
La terza sorpresa è l’attenzione con la quale gli spettatori seguono l’intera esibizione. Il coro e i solisti padroneggiano il palcoscenico con un cipiglio di chi si sente preparato e perfettamente in grado di dare il meglio di sé gettando il “cuore” oltre il palcoscenico.
Il programma del concerto è articolato in modo tale da dare a tutti i componenti la possibilità di esprimersi al meglio a cominciare dai solisti che si alterneranno sul proscenio: Sergio Carrozza, anche nel ruolo di presentatore; Marisa Buonadonna, Nicoletta Gnazzo, Maria Carmela Sabetta, Marco Pepe, Roberto Russo e Domenico Raito.

Le canzoni selezionate e le opere interpretate dagli artisti sono molto conosciute al pubblico e questo aiuta la partecipazione attenta all’esibizione.
Carrozza e Martiello hanno saputo alternare i brani in scaletta dando il giusto spazio ai solisti e al coro chiamato in causa spesso e volentieri.

Gli applausi e gli attestati di approvazione che il pubblico ha indirizzato ai solisti, componenti del coro; e al coro stesso, sono diventati più insistenti per sottolineare l’esibizione di Teresa Russo che ha cantato Vissi d’Arte di G. Puccini; infine, è stata una vera stand ovation quando, staccatasi dal coro, si è esibita come solista Maria Carmela Sabetta, che ha interpretato Allelujah, di L. Cohen; e Jonh Brown’s body …

La Sabetta, accompagnata dal coro, ha chiuso la serata cantando due brani resi famosi dal film “Sister Act” ha con “Hil holy Queen” e “Iwill follow him”.

Alla fine, il pubblico, visibilmente soddisfatto, ha accolto con un applauso Don Cosmo Cerullo … fu il parroco ad avere l’idea di creare il coro caratterizzandolo con il nome Santa Sinforosa”, la santa patrona di Roccadaspide. Visibilmente soddisfatto, don Cosimo, ha potuto raccogliere il frutto della sua “testardaggine” nel non arrendersi pari solo a quella di Sergio Carrozza e Sabina Martiello.
Non poteva mancare il compiacimento dell’amministrazione comunale di Roccadaspide … infatti è stata l’assessore Erika Urti a complimentarsi con Sergio Carrozza e il coro per la bella serata di musica dal vivo offerta alla cittadinanza.
Questa volta devo proprio ringraziare Ginetta che mi ha “trascinato” fino al “paese” per farmi vivere una bella serata in “comunione” con la comunità rocchese. Molte delle facce presenti allo spettacolo, le riconosco come quelle che mi accolsero nel 1974. Ho sempre percepito il grande affetto di questa comunità; qui mi sono sentito parte di essa e non solo il marito di una rocchese.