Tengo a precisare che, secondo me, una delle peculiarità di Roccadaspide deriva, almeno in parte, dalla sua collocazione geografica, infatti la nostra cittadina si è sempre trovata in una posizione strategica rispetto alla Valle del fiume Calore. Tanto che da oltre un secolo è considerata un naturale centro di servizi anche per i paesi limitrofi, in quanto è sede di uffici amministrativi e giudiziari oltre che importante centro commerciale. Molte persone anziane ricordano che, già dai primi anni del 1900, qualunque abitante della zona vallese volesse acquistare qualche manufatto o usufruire di qualche servizio, avrebbe dovuto necessariamente venire a Roccadaspide. In particolare lungo via Mazzini e via XX Settembre esistevano allora molte botteghe di artigiani. Si pensi ai numerosi sarti, alle tessitrici o ai venditori di ghiaccio. Non bisogna dimenticare, poi, il mercato settimanale che si teneva ogni domenica nella piazza antistante al castello, in occasione della quale affluivano in paese centinai di persone. Qualificare oggi Rocca come “Centro di servizi” è senz’altro motivo di grande orgoglio per tutti i suoi abitanti. Tuttavia io credo che il paese stia vivendo ancora in funzione della sua centralità passata, senza adeguarsi alle esigenze della modernità, correndo così il rischio di rimanere sempre di più “ai margini”. Ci tengo a precisare che, secondo me, adeguarsi alla modernità non vuol dire tanto e solo accettare i valori proveniente dalle “sede del progresso storico”, ma invece soprattutto rivalutare tutte le proprie risorse affinché diventino produttive nella specificità del contesto locale. Certamente quello che era in passato un carattere strategico della cittadina , e cioè la sua COCOLLOCAZIONE GEOGRAFICA, non può più essere sufficiente, perché oggi sono sorti altri centro locali che, trovandosi in posizione più favorevole rispetto al mare e alle vie di comunicazione, tendono a collocare il paese in una dimensione ancora più periferica. Si pensi ai collegamenti stradali: ancora oggi, nonostante i moderni mezzi di trasporto, i tempi di percorrenza sono rimasti gli stessi di quarant’anni fa. Occorrono allora sforzi esterni ed interni al paese. Ad esempio, perché non favorire lo sviluppo di quelle frazioni che, pur facendo parte dello stesso comune, godono di una posizione più favorevole? E perché non evitare che i giovani del nostro paese emigrino al Nord per cercare lavoro, quando nel nostro territorio esistono risorse umane, storiche ed ambientali di valore inestimabile?
Non bisogna dimenticare poi che una parte del territorio rientra nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano: quale migliore situazione per cercare di sviluppare l’industria del turismo?
Angela Quaglia