80! Tutto gira intorno a questo numero nella sala di attesa dell’Asl di Roccadaspide.
Il dispensatore di numeri per prenotare l’accesso ai due sportelli funzionanti per il pagamento del ticket ed esenzione e per altre pratiche legate alla salute della gente, una volta emesso il tagliando numero 80, viene ritirato dall’androne dove sostano decine di “pazienti” dislocati in ordine sparso.
C’è chi è seduto sulle insufficienti sedute disponibili, chi è appoggiato ai muri e alle colonne, chi si allontana per fare ritorno in sala in base al calcolo del tempo necessario allo scorrimento della fila …
Ma la scena che si ripete più spesso è quella di chi arriva quando l’oggetto misterioso è già stato sottratto alla vista del pubblico …
Prime chiede chi è l’ultimo arrivato, poi, avvisato che ci sono i numeri per entrare in “graduatoria” che consente l’accesso ad uno dei due sportelli funzionanti, poi si avvicina alla vetrata dove è ben in vista il cartello che “certifica” che dopo il numero 80 è inutile stare in fila e che bisogna tornarsene a casa e “ritentare” il giorno seguente. A questo punto, chi non è un frequentatore “seriale” dell’ambiente comincia a mugugnare per il disservizio, chiede conforto a chi ha più esperienza che non può che concordare; poi si gira verso chi è nella stessa situazione e insieme ci impreca contro la struttura che non è in grado di soddisfare le richieste di esenzione dal ticket …
La rassegnazione arriva con il passare del tempo!
Chi proviene a comuni dislocati nella Valle del Calore, si sente ancora più avvilito in quanto oltre il danno di dover impiegare un altro giorno per sbrigare una pratica burocratica per proprio conto o per un congiunto impossibilitato a spostarsi dalla sua abitazione, pensa alla beffa di dover tornare e arrivare davanti al portone ben presto per evitare un’altra “delusione”.
C’è anche chi arriva dopo deve sperare che le due impiegate addette agli sportelli siano abbastanza veloci a smaltire la fila per far avanzare tempo prima della 12:00 orario di chiusura. Ma questo può accadere solo per altri servizi burocratici legati al pagamento del ticket per visite specialistiche o altri servizi. Mentre per l’esenzione c’è poco da fare come ripete in modo deciso un impiegato che esce appositamente dal suo cubicolo posto nel retro sportello e che annuncia con fare imperativo: chi non ha il numero può andare via perché non sarà servito!”
A questo punto lo “sprovveduto” “paziente” o suo delegato deve mettersi la coda tra le gambe e ritornare nell’Alta o Bassa Valle del Calore e ritentare il giorno successivo preoccupandosi di arrivare prima dell’apertura e mettersi in fila per poter fare la fila per ritirare il numerino che gli garantisce di poter restare in attesa per il tempo necessario allo scorrimento della “fila” giusta e approdare allo sportello che metterà l’agognato timbro per il rinnovo dell’esenzione.
Guai se, per caso, ti viene in mente di andare al bagno mentre si avvicina la chiamate del tuo numero: devi trattenerla perché rischi di tornare alla casella di partenza. Né puoi avventurarti a fuori dai locali a fumare o a bere il caffè, il sistema ti punisce senza scampo perché il meccanismo da ragione a chi, stoicamente, è rimasto nella fila “giusta” senza abbandonarla fino al momento della chiamata, a viva voce, del suo fatidico numero. Se non c’è molta pressione chi si è allontanato può far scorrere la fila fino alla fine a poi avvicinarsi allo sportello per accedere al servizio
80 sono anche miliardi di Euro che la Regione Campania spende per mantenere in piedi il faraonico sistema sanitario che dovrebbe garantire l’assistenza ai cittadini.
Siccome questa farsa si ripete quotidianamente si potrebbe prevedere di aumentare il numero degli sportelli aperti, allungare l’orario di accesso, mettere un segnale luminoso per far scorrere i numeri, collegare i due o tre terminali e renderli operativi per ogni richiesta … insomma si potrebbe migliorare il servizio con pochi accorgimenti.
Come al solito, alle nostre latitudini assistiamo ad un deterioramento dei rapporti del cittadino con lo Stato determinato dal fatto che non si considera il sistema al servizio del fruitore del servizio sanitario, ma si da per scontato che l’intera filiera costituita da medici, infermieri, impiegati amministrativi del settore sanitario sia la prima destinataria delle risorse che si spendono.
Ovviamente, dopo i cittadini che subiscono i disservizi, le prime vittime del sistema sono proprio gli impiegati allo sportello che, come nel nostro caso, oltre alle ingiurie e le “maledizioni” che vengono loro indirizzate, tornano a casa “afone” di voce per dover gridare a squarciagola il “numero” del prossimo a cui tocca il diritto di poter accedere allo sportello.
Mentre tutta la platea portatore di sofferenza che si avvicina speranzosa allo sportello deve restare a guardare mentre scorre l’interminabile “fila” con o senza numerino …