di Oreste Mottola
L’atto aziendale dell’Asl viene approvato e la programmata riduzione a venti posti letto dell’Ospedale diventa realtà concreta. “SIAMO STATI PRESI PER I FONDELLI”, questo è il primo commento che arriva dal comitato pro ospedale che aveva cominciato delle prime interlocuzioni con l’Asl di Salerno sulle “nuove forme” che avrebbe dovuto prendere “l’ospedale 2.o”. Nessuna reazione dall’amministrazione comunale di Roccadaspide ferma nelle proprie aspettative “riposte” tra una trattativa diretta con il presidente regionale Vincenzo De Luca – che vede sempre più ridursi al lumicino le aspettative di diventare commissario governativo – e il successo del ricorso proposto al Tar. Comincia male il nuovo anno per la sanità nell’area interna della Valle del Calore e degli Alburni. Si spegne quasi ogni speranza di poter salvare l’ospedale di Roccadaspide. Nonostante i tentativi di dialogo l’atto aziendale dell’Asl Salerno ha superato l’esame della Regione e pertanto sarà ridimensionato in un’ospedale di comunità con a disposizione soltanto venti posti letto, rispetto ai 70 attuali. Inoltre perderà i reparti di ortopedia, cardiologia e chirurgia. La notizia ha creato non poco malumore tra i componenti del Comitato civico “Salviamo l’Ospedale Civile di Roccadaspide e della Valle del Calore” che speravano che i tentativi di dialogo fossero serviti a qualcosa. “L’approvazione dell’atto aziendale – spiegano – di fatto, sancisce la morte civile” del nostro presidio ospedaliero”. “Sino ad ora questo Comitato ha cercato di tenere una linea improntata al dialogo costruttivo, al confronto, alla voglia di trovare soluzioni idonee al problema dell’assistenza sanitaria e ospedaliera nella Valle del Calore Salernitano. Abbiamo ricevuto in compenso solo prese per i fondelli anche in presenza di impegni precisi e sottoscritti da parte della direzione generale dell’Asl Salerno”. A questo punto il comitato attende l’esito del ricorso al Tar fissato per il 25 gennaio. “In caso di esito negativo – affermano dal comunicato – daremo vita a qualcosa che non oserete neanche immaginare”. Al momento in cui si redige e stampa questo giornale nessuna reazione ufficiale è data di apprendere. «L’approvazione dell’Atto aziendale è un passaggio decisivo perché rende esecutivo il modello di organizzazione dell’Asl Salerno che avevamo programmato, ora possiamo procedere agli interventi che consentiranno alle nostre strutture di funzionare in modo più razionale e di rispondere meglio ai bisogni assistenziali. Per quanto riguarda gli ospedali – continua Giordano – siamo pronti a realizzare le azioni per eliminare le duplicazioni dei reparti all’interno dello stesso ospedale, duplicazioni che comportano spreco di risorse e pochi vantaggi per la salute dei cittadini. Inoltre introduciamo immediatamente l’organizzazione dipartimentale, entro quindici giorni inizieremo a nominare i direttori di dipartimento, attraverso i quali completeremo questo processo virtuoso, che consente di ottimizzare il governo delle risorse e sviluppare la crescita professionale e la qualità dei servizi. A ciò si aggiunga che con i bandi e le mobilità che ci permettono di reclutare quasi 130 medici, per lo più ospedalieri – conclude – da destinare ai reparti in maggiore sofferenza e con le procedure (autorizzate dalla Regione) di affidamento di circa 30 incarichi apicali (cioè i primari) di reparti chiave, avremo già nei prossimi mesi un quadro sostanzialmente rinnovato, con effetti positivi sui livelli assistenziali garantiti ai cittadini della nostra provincia»
IL PEDIATRA SI FA ATTENDERE, L’ASL CHIEDE DI PASSARE DIRETTAMENTE DAI MEDICI DI BASE
Siccome le brutte notizie non arrivano mai da sole, come è noto grave è la situazione ne Distretto sanitario Capaccio – Roccadaspide senza medico pediatrico e con la richiesta ufficiale di voler iscrivere direttamente bambini e ragazzi presso i medici di base. “Il nuovo medico di Pediatria di Libera Scelta ambito territoriale del distretto sanitario 69 Capaccio – Roccadaspide inizierà la sua attività non prima del mese di Marzo 2017. Nel frattempo i piccoli pazienti sono senza l’assistenza del medico pediatrica perchè il precedente rapporto convenzionale è cessato dal 01/01/2017. Un fatto grave tenuto conto che i pediatri già in servizio nel nuovo ambito unificato non riescono al momento a sopperire alle pressanti richieste delle famiglie, gli specialisti di ruolo, infatti, hanno quasi tutti raggiunto la quota massimale e non possono acquisire ulteriori pazienti, oppure, dato il territorio di riferimento, distano dai comuni interessati fino a 50 km”. Lo denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano che ha rivolto un’interrogazione urgente al presidente della Giunta De Luca e al Commissario ad Acta per la sanità campana. “Il distretto sanitario 69 Capaccio-Roccadaspide comprende i comuni di Capaccio, Roccadaspide, Albanella, Aquara, Bellosguardo, Castelcivita, Castel San Lorenzo, Controne, Corleto Monforte, Felitto, Giungano, Laurino, Monteforte Cilento, Ottati, Piaggine, Roscigno, Sacco, Sant’Angelo a Fasanella, Trentinara, Valle dell’Angelo – sottolinea Cammarano – è noto che nel periodo invernale si concentrano le patologie più urgenti e problematiche per i bambini con conseguente incremento dei disagi da parte delle famiglie per la grave discriminazione nell’accesso alla cura dei propri cari”. “A causa del cessato rapporto convenzionale dell’unico pediatra di libera scelta – fa notare il consigliere – il distretto Sanitario di Roccadaspide ha invitato con formale lettera i genitori dei bambini della fascia di età 6 – 14 a chiedere l’assegnazione per la loro assistenza sanitaria unicamente al medico di base”. “Il Movimento 5 Stelle nell’interrogazione chiede – evidenzia – quali iniziative si intendano promuovere o adottare a fronte di una situazione che appare preoccupante e certamente non in grado di corrispondere a garantire i livelli essenziali di assistenza”. “Quali azioni il presidente De Luca e il Commissario ad Acta intendano intraprendere – conclude Cammarano – per individuare le relative responsabilità del grave disservizio