Il “Museo dello Sbarco e Salerno Capitale” rischia concretamente la chiusura. Ne ha dato notizia nei giorni scorsi il prof. Nicola Oddati, docente emerito di “Storia dei partiti e movimenti politici” all’Università di Salerno, e presidente dell’Associazione del Parco della Memoria della Campania: “La grave crisi economica ha investito anche il polo museale; a causa della pandemia non è stato possibile accogliere le visite scolastiche nel museo, con una perdita enorme di introiti. Oltre 50.000 sono stati gli studenti che in questi anni hanno visitato la struttura. Il museo, che si è sempre retto sulle proprie gambe, non avendo mai goduto di alcun finanziamento pubblico, e dovendo restare aperto e tra l’altro pagare un canone all’ente proprietario della struttura in cui si trova, non ha più la possibilità di far fronte ai propri impegni”. Alla luce della situazione che è venuta a determinarsi “l’Assemblea del Parco ha deciso o la chiusura del Museo oppure, cosa più probabile, il suo trasferimento al di fuori di Salerno viste alcune disponibilità che ci sono state presentate”.
L’idea di dare vita al Museo dello sbarco era stata del presidente della Repubblica, Sandro Pertini, in occasione di una mostra sullo storico evento organizzata dallo stesso Oddati nel 1984 a Salerno, a Palazzo di Città:”Perché non fate un museo?” disse il Presidente.
L’iniziativa si concretizzò nel settembre del 2012: il Museo fu allestito in locali di proprietà della Regione Campania ubicati di fronte al mare, in Via Generale Clark, previo pagamento di un fitto di 3.5000 euro l’anno. Alla cerimonia inaugurale, che si avvalse dell’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervennero il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianpaolo D’Andrea, il presidente della Regione Campania. Stefano Caldoro, ed il Rettore dell’Ateneo Salernitano, Raimondo Pasquino. Circa 200 i reperti custoditi, compreso il video inedito dello sbarco, fotografie, medaglie, uniformi degli eserciti nazisti e americani, oggetti, armi, un carro armato Shermantank M4, una Willys Jeep. In occasione della giornata della memoria il 27 gennaio 2013 fu aggiunto un vagone ferroviario di quelli usati dai nazisti per deportare gli ebrei italiani nei campi di concentramento.
L’Operazione Avalanche, iniziata il 9 settembre del 1943, a cui presero parte circa 200.000 soldati dell’esercito alleato, sbarcati a Paestum e in altre località del Salernitano, è considerata l’operazione anfibia alleata più grande dopo lo sbarco di Overlord, in Normandia.
Salerno merita la massima attenzione anche perché la città fu Capitale d’Italia dall’11 febbraio all’agosto del 1944, ospitando i primi Governi alternativi a quello Fascista, e fu luogo di concepimento della nostra Costituzione. Diciamo la verità: il museo meritava una sede migliore ed è gravissimo che oggi corra il rischio della chiusura o del trasferimento ad altra sede. Invece, dopo i primi anni di entusiasmi, di grandi sacrifici, di notevole partecipazione soprattutto delle scuole, ora bisogna fare i conti con il rischio chiusura, a causa della scarsa attenzione o insensibilità e della poca lungimiranza di chi avrebbe potuto incidere sul destino del museo. Purtroppo, in Italia molto spesso ci si dimentica che per costruire il futuro bisogna conoscere il passato. E questo andrebbe tenuto bene a mente soprattutto considerando i drammatici avvenimenti di questi giorni in Ucraina.