La RFI Rete Ferroviaria Italiana divide tutte le stazioni ferroviarie italiane
in 4 categorie: Bronze, Silver, Gold e Platinum in base a 4 parametri:
dimensioni dell’impianto, frequentazione, capacità di interscambio (la
capacità di un impianto nel connettersi e operare con altri sistemi di
trasporto pubblico) e livello dell’offerta commerciale. Nel dopoguerra, con
lo sviluppo dell’industria automobilistica e le moderne arterie stradali,
molte stazioni sono state dismesse e alcuni tratti di ferrovia sono stati
abbandonati a causa di varianti di percorso. In Italia si parla di circa 3000
km. di linee ferroviarie dismesse e circa 1900 stazioni. In Campania sono
innumerevoli le stazioni categoria Bronze della FSI chiuse e le linee
soppresse, soprattutto nel nostro Cilento. Ricordiamo, sulla ferrovia
Tirrenica Meridionale, le stazioni di San Nicola Varco di Eboli, Albanella,
Ogliastro, Torchiara, Casal Velino, Velia, San Mauro La Bruca, Capitello
e Vibonati. Su questa linea è stata aggiunta anche una variante Ascea-
Centola che passa per la stazione chiusa di Caprioli, una frazione di
Pisciotta. Sulla Basentana, Battipaglia-Potenza-Metaponto; sono state
soppresse le stazioni di Tuoro-Serradarce e Ponte San Cono. Inoltre è stata
dismessa la stazione di Atena Lucana, al confine con la Basilicata, essendo
stata soppressa la breve linea Atena Lucana-Marsico Nuovo e la grande
ferrovia del Vallo di Diano, che da Sicignano degli Alburni portava a
Lagonegro. Quest’ultima linea era formata da 15 stazioni per 78 km di
ferrovia e nel 1986 venne chiusa per i lavori di elettrificazione sulla linea
Basentana. Nel 1993 la Basentana venne riaperta, ma la linea del Vallo di
Diano rimase chiusa nonostante non fosse stata mai ufficialmente
soppressa. Questa linea era particolarmente importante poiché collegava
importanti mete turistiche, come Padula, sede della famosa Certosa di San
Lorenzo e Pertosa, città delle Grotte dell’Angelo con Polla, sede
dell’ospedale più vicino e con i centri più importanti: Atena Lucana, Sala
Consilina e Teggiano.
Nel corso degli anni sono state avanzate proposte per il recupero, nel 2006
sono stati stanziati 180.000 euro per lo studio di fattibilità e sono state
ripulite alcune stazioni a servizio degli autobus, ma nonostante ciò non si è
arrivati alla riapertura. Nel marzo 2012 da Galdo a Castelluccio (vicino
Sicignano) è entrata in funzione per un mese la “Ciclo-Ferrovia” con delle
biciclette ferroviarie che percorrevano il tratto, mantenendolo così pulito
dai rovi. Nell’ottobre 2012 nacque anche un comitato di cittadini per il
ripristino della linea. Oggi le Ferrovie dello Stato, per incentivare il
recupero delle stazioni Bronze chiuse, grazie ad un protocollo d’intesa tra
RFI e varie organizzazioni di volontariato come CSV (Centri di Servizi per
il Volontariato) e Legambiente, offrono questi beni a Comuni e
Associazioni ONLUS che ne richiederanno l’utilizzo attraverso un
contratto di comodato d’uso gratuito. Le stazioni saranno utilizzate per
attività sociali e culturali, assicurando anche la dovuta manutenzione degli
edifici. Già sono state assegnate circa 480 stazioni. Le prime concessioni
risalgono agli anni ’90 per incrementarsi poi via via nel tempo. Oggi le
stazioni “impresenziate” dal sud al nord sono diventate luoghi d’incontro,
infopoint per i turisti, teatri, sedi di webradio, laboratori di musica, spazi
verdi, mense e addirittura case di accoglienza. Per il recupero, invece, dei
3000 km di ferrovie dismesse è stato attivato il Piano Nazionale di
Greenways. Coinvolgendo istituzioni pubbliche ed associazioni già 325
km sono stati destinati a greenways, per piste ciclabili e spazi verdi aperti
al pubblico.
Il recuperò però nel Cilento di alcune stazioni è alquanto impossibile,
poiché vengono richiesti impegni economici notevoli alle associazioni,
dall’odiosa tassa IMU alla manutenzione e al recupero delle stazioni che
versano in un degrado assoluto, con mancanza di intonaco, infissi o
addirittura di tetto. Per le stazioni di interesse commerciale, invece, come
quelle di Agropoli-Castellabate e Capaccio-Roccadaspide, l’RFI concederà
in affitto alcuni locali per l’erogazione di servizi.