La Quaresima, invito a un cammino di conversione, è tempo di preghiera per intraprendere un pellegrinaggio di rinuncia e rendere più efficace la nostra scelta di condivisione di un tempo di grazia, urgente appello interiore della Parola. La disponibilità all’ascolto aiuta a scoprire il vero significato della vita che solo una scelta libera consente di gustare. Ciò diventa possibile se si assume una prospettiva evangelica nell’analizzare le esperienze quotidiane per cogliere ruolo e funzioni della forza del bene che deve regnare dentro di noi, opportunità che aiuta a superare le prove che si frappongono condannando all’ambiguità la quale ostacola l’andare verso la Pasqua, rinascita di una esistenza che cerca di rinnovarsi. In questo periodo, con la preghiera si raccomanda di praticare anche la rinuncia e la condivisione mentre si riflette sulla realtà della tentazione che subisce ogni essere umano, esperienza fatta anche da Gesù nel deserto, quando viene tentato nella partita decisiva circa la sua identità di Messia: essere servito come un re glorioso o servire?
La prova sollecita una scelta di libertà per vivere una storia altra, che sconfigge le tenebre e porta alla luce, opportunità offerta anche alla società civile impegnata a forgiare un progetto alternativo, non segnato dai contrasti di chi vuole accumulare per sé, ma animato da chi è disposto a condividere con gli altri uno sforzo collettivo col manifesto proposito non di comandare ma di mettersi al servizio per consolidare la democrazia.
Queste considerazioni possono aiutare ad analizzare l’attuale campagna elettore per valutare le motivazione che inducono tanti a candidarsi. Pare diffusa la sensazione di rigetto rispetto alla chiamata alle urne, una reazione non giustificabile, ma certamente comprensibile. Nel descrivere con ricchezza di particolari le magagne degli avversari, i candidati sono impegnati ad esaltare la loro provvida purezza di comportamento e la programmatica attenzione al bene comune affrontando il problema degli immigrati, sistemando la vertenza circa le tasse, promettendo più risorse per gli ultimi, combattendo l’assenteismo ed eliminando gli sprechi, determinati nell’impegno a creare posti di lavoro per rendere più luminoso il futuro dei giovani.
Ciò è possibile se chi aspira alla vittoria è animato da senso di responsabilità per amalgamare il tessuto sociale, che appare pericolosamente sfilacciato. Ma sta emergendo con crescente chiarezza una verità che invita a non delegare al più furbo il proprio destino, perché ha dimostrato che è pronto a manipolarlo e a barattarlo. La situazione può divenire esplosiva se si ripropone una concezione della competizione elettorale che divide il paese in alleati cortigiani e nemici. A sconcertare è la persistenza nel fare attività politica in modo arrogante, senza considerare che, venuto a mancare il presupposto su cui si costruisce il rapporto fiduciario con gli elettori, il rischio reale è il crollo del sistema per una irrimediabile implosione, da alcuni ritenuta un malaugurio, per tanti, invece, un semplice auspicio.
La scelta sollecita e avvalora la libertà perché presuppone una convinta adesione al progetto d’impegno civico realizzato anche a costo di sacrifici personali. Il programma proposto in queste settimane dovrebbe far collocare al primo posto le esigenze del paese, consolidare il rapporto con le istituzioni, rinverdire la partecipe sensibilità per il bene comune opponendosi alle sollecitazioni di gruppi d’interesse insensibili per le condizioni dei cittadini meno fortunati. La scorsa domenica la riflessione offerta dal Vangelo ha descritto l’esperienza delle tentazioni, tipica di ogni uomo e dalla quale si esce vincitori ricordando che “Non di solo pane vivrà l’uomo” e che “a nulla serve guadagnare tutto il mondo se si perde l’anima”. A pochi giorni dalle votazioni ogni candidato dovrebbe sentirsi impegnato a rimeditare sulle scelte fatte ponendole a confronto con quella fondamentale di gestore del bene comune, accettazione consapevole di un impegno grazie ad una maturazione che fa acquisire coscienza delle proprie capacità.