“Il reparto di Neurologia dell’ospedale di Polla è da tanti anni il punto di riferimento assistenziale sanitario di migliaia di persone. Infatti offre assistenza in regime di ricovero e prestazioni ambulatoriali e i numeri dei pazienti sono di degno rispetto”, è l’incipit della lettera scritta dalla FIALS indirizzata al direttore generale dell’Asl Salerno Sosto, al direttore sanitario del presidio ospedaliero di Polla Vastola, al presidente della conferenza dei sindaci del Distretto 72 e al presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl Salerno. Con questo documento si intende sottolineare il rischio del ridimensionamento e della chiusura della Unità Operativa di Neurologia del presidio pollese. Al centro, ancora una volta, la carenza di organico sanitario che fa tremare i polsi a chi vi afferisce e a chi dedica tutti i giorni parte del suo impegno e del suo tempo per offrire adeguata assistenza al paziente. I numeri, però, sono nettamente dalla parte di questo reparto che vanta 350 ricoveri soltanto nel 2022 a fronte di 52 registrati sinora dall’inizio del 2023. Un dato netto che la dice lunga sulla risposta chiaramente efficiente alla numerosissima utenza che quotidianamente si rivolge al “Luigi Curto”. Un fiore all’occhiello di un piccolo ospedale, come si dice oggi, di frontiera che però tira dritto per essere sempre più presente. Ma se i numeri sono un inequivocabile segnale del suo ottimo funzionamento, dalla realistica preoccupazione salita proprio in questi ultimi giorni, non sembrano però bastare per respirare a pieni polmoni e dirsi sicuri che le cose vadano per il verso giusto. Si continua cioè a tirare il fiato sulle sorti della Neurologia che si è vantata dell’impegno profuso, in primis, dalla dirigente medico dell’UOC in questione, la dottoressa Consiglia Forziati prossima al pensionamento e dal gruppo di lavoro che vi lavora. “Nessun arrivo di altro medico è stato programmato. Questo appare davvero incredibile se si considera il grosso rischio di rimanere senza dirigente medico e senza che si sia programmato l’arrivo di altre risorse umane”, si continua a leggera nella missiva dove si ravvisano toni evidentemente preoccupati. Va poi evidenziato che la struttura ospedaliera pollese e, quindi la Neurologia, occupa una posizione geografica assai strategica, trovandosi di fatto a pochi passi dall’uscita autostradale di Polla crocevia di Nord e Sud dell’Italia ed è dunque facilmente fruibile ottimizzando il servizio sanitario che si offre al paziente che risulta così efficace e immediato. Eppure anche la tanto paventata, ma anche tanto utile Stroke Unit ha sempre arrancato a partire. Figuriamoci ora che tutto il comparto locale rischia di chiudere i battenti. “Il presidio ospedaliero di Polla si trova a ridosso di altra regione e si trova anche distante da altri nosocomi costringendo, in sua probabile mancanza, a rivolgersi altrove o magari anche fuori regione – scrive ancora Enzo Garone della Segreteria FIALS Polla – il metodo di arruolamento potrebbe anche essere quello di accettare unità per attività libero – professionale intramuraria (ALPI) o assumerli tramite procedure concorsuali”. Insomma sarebbe auspicabile che si intervenga tempestivamente per risolvere la questione assai spinosa per il Vallo di Diano e non solo perché sta crescendo a vista d’occhio l’ansia di non poter più afferire a questa preziosa assistenza sanitaria che si occupa di patologie neurologiche. Un disagio che il territorio non può permettersi soprattutto perché in questi anni è stato avviato un importante lavoro oggi concretizzato in cifre che affondano e restano impresse come il nero su carta bianca. E non si possono nascondere. Anche e soprattutto adesso. E, in ultimo, c’è il fatto che non può considerarsi assolutamente abbandonata ancora una volta la vallata a sud di Salerno che in quanto a prestazioni sanitarie specialistiche non risulta indietro rispetto agli ospedali prossimi, ma anche rispetto a quelli più lontani.
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